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20/3 16:26: Morris in Guestbook
8/11 12:05: Morris in Nove anni insieme
8/10 13:58: Morris in Alla ricerca della balena bianca



B_NORM    
view post Posted on 4/11/2020, 11:50 by: MorrisReply
Dieci anni sono un bel traguardo, tuttavia il momento è tutt'altro che festivo. Avevo promesso di migliorare il trend degli ultimi anni, postando più articoli, ed in parte ho tenuto fede alla promessa, anche se l'aumento è di una sola unità, per il misero risultato di 4 articoli. Tuttavia, da quando è cominciata questa avventura il leit motiv è stato sempre puntare alla qualità più che alla quantità, e spero di mantenere almeno questo standard. Ovviamente buona parte della colpa per questo risultato è imputabile alla pandemia in atto, che comunque ha causato diversi problemi e disagi a tutti nella vita di ogni giorno. L'augurio è di poter celebrare degnamente un altro anno in una situazione finalmente tornata alla normalità. Quindi buon compleanno blog, sperando che il nuovo anno che comincia sia migliore e meno tribolato di quello passato.

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Archivio
Comments: 0 | Views: 103Last Post by: Morris (4/11/2020, 11:50)
 

B_NORM    
view post Posted on 9/6/2020, 14:55 by: MorrisReply
vaccini
Si definisce vaccino una preparazione contenente agenti patogeni opportunamente trattati che viene somministrata per fornire un'immunità acquisita contro una malattia infettiva. Questa pratica sfrutta la capacità del sistema immunitario che consente al corpo di sviluppare una difesa contro un batterio, un virus o altro microrganismo prima di venire a contatto con esso. In tal modo ovviamente si ottengono gli anticorpi in grado di contrastare la malattia senza doverne subire gli effetti, a differenza dell'immunità artificiale passiva, che si ottiene con la somministrazione di sieri, cioè fluidi corporei provenienti da un umano (siero omologo) o da un animale (siero eterologo) che è già venuto in contatto con l'agente patogeno.
Il termine trae origine dal primo siero ottenuto dalle pustole del vaiolo dei bovini, grazie al quale è stato possibile combattere il vaiolo umano. La scoperta della proprietà immunizzante della vaccinazione si deve ad Edward Jenner, medico britannico vissuto a cavallo tra il XVIII° ed il XIX° secolo, che dimostrò come una lieve infezione prodotta dal virus del vaiolo vaccino potesse consentire di creare anticorpi contro il virus del vaiolo umano. Alla fine del XIX° secolo, il biologo francese Louis Pasteur dimostrò che lo stesso principio era valido anche per offrire protezione contro le infezioni batteriche, e chiamò vaccino la coltura batterica attenuata che veniva utilizzata allo scopo. Grazie all'introduzione delle vaccinazioni e alla produzione di vaccini specifici, numerose malattie batteriche e virali possono essere controllate. La vaccinazione mondiale contro il vaiolo ha portato all'eradicazione di questa malattia, il cui ultimo caso è stato certificato nel 1977, la vaccinazione contro la poliomielite sta portando alla graduale scomparsa anche di questa grave malattia.
I primi dubbi e soprattutto la diffidenza sulle vaccinazioni di quelli che si definiscono in maniera decisamente impropria no-vax o novax (in italiano il termine corretto è antivaccino, anti-vaccino o anti-vaccini) hanno iniziato a svilupparsi soprattutto negli ultimi anni a causa di una serie di episodi emblematici, come quello della pandemia mediatica causata nel 2009 dal virus dell'influenza A/H1N1v (detta febbre suina) e quello del ritiro da parte del Ministero di un vaccino antinfluenzale per presunte imperfezioni (poi non confermate) nel 2012. Chi sono questi no-vax? Il termine identifica chi è contrario alla vaccinazione e, in particolare, al fatto di sottoporre la popolazione infantile alla profilassi vaccinale. Questo avviene anche perché l'utilità delle vaccinazioni non ha un riscontro immediato: siamo abituati ad utilizzare i farmaci perché abbiamo i sintomi della malattia e quindi l'urgenza di stare meglio, mentre un vaccino è una protezione contro una malattia che non abbiamo contratto.

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Camera con vista
Comments: 0 | Views: 138Last Post by: Morris (9/6/2020, 14:55)
 

B_NORM    
view post Posted on 22/4/2020, 14:46 by: MorrisReply
Il cacciatore
Il cacciatore è il primo film a portare al cinema la guerra del Vietnam, pochi anni dopo una sconfitta cocente per gli Usa non solo sul piano militare, ma anche sul piano psicologico, visto il forte impatto che aveva avuto ed avrebbe avuto anche in seguito sull'opinione pubblica e sui veterani. A differenza di altri film sullo stesso argomento, non è un film di guerra tout-court come Apocalipse now di Coppola (che tuttavia si ispira a Cuore di tenebra di Conrad, la guerra del Vietnam è sostanzialmente uno scenario), né un film di protesta come Nato il 4 luglio di Oliver Stone, si narrano le vicende di tre amici in quel particolare momento storico. Mike, Nick e Steven sono tre amici che vivono in una piccola cittadina della Pennsylvania e sono in procinto di partire per la guerra. Tuttavia al centro dell'attenzione ci sono da un lato Steven, che sposa Angela nonostante sia incinta di un altro uomo, e dall'altro il triangolo composto da Nick, la fidanzata Linda e Mike, a cui Linda non è indifferente. Le loro esistenze tranquille, scandite dal lavoro in acciaieria e dalle battute di caccia con gli altri amici, sono sconvolte dall'improvviso irrompere della guerra nelle loro vite.
Il contrasto stridente tra la vita tranquilla di una cittadina statunitense e la cruda realtà della guerra del Vietnam è amplificato dallo stacco deciso delle scene: È la sera del matrimonio di Steven e il tramonto sancisce la fine della giornata, stacco e ci si trova nella campagna vietnamita. Ma non viene mostrata alcuna azione di guerra, la narrazione ricomincia dal momento in cui i tre amici vengono catturati e portati in una capanna sul fiume, dove vengono costretti a giocare alla roulette russa, nella quale devono spararsi alla tempia con una pistola che ha un solo proiettile nel tamburo. Nella scena centrale del film, nella quale Nick e Mike sono costretti a giocare l'uno contro l'altro, viene rievocata la teoria di caccia di Mike, quella del colpo solo con il quale abbattere un cervo, per giocare ad armi pari contro l'animale. Se si sbaglia il tiro, il cervo potrà fuggire. Dopo la fuga, le vite dei tre amici si separano: Nick rimane sull'elicottero che li salva, ma non torna a casa; Mike si tuffa nel fiume per salvare Steven e poi riesce ad essere rimpatriato; Steven rimane invalido e finisce in una clinica per veterani.
Il loro Vietnam esteriore, fatto di poche scene, è ormai finito. Ma comincia quello lacerante, che li divora dentro. Le vite dei tre amici sono cambiate per sempre, oltre ad essere irrimediabilmente divise. Mike riesce a tornare, ma anche se riprende la vecchia vita qualcosa lo ha intaccato dentro, minando le sue certezze. Steven è quello che porta i segni più visibili, essendo colpito nel fisico oltre che nella psiche, ma il più devastato è Nick, quello che sembrava essersi salvato per primo.

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Effetto notte,
Film
Comments: 0 | Views: 71Last Post by: Morris (22/4/2020, 14:46)
 

B_NORM    
view post Posted on 20/3/2020, 16:14 by: MorrisReply

Questo articolo parla di cose che sono (o dovrebbero essere)
note a tutti e non contiene nomi. Il perché è spiegato alla fine.


Per ingannar la bestia

Per ingannar la bestia, disegno di copertina della rivista
satirica L'Asino del 13 ottobre 1895, che rappresenta
una caricatura di Francesco Crispi

La vignetta a fianco racconta come già a quell'epoca fosse molto importante una rappresentazione della realtà quanto più edulcorata possibile per il popolo da parte dei governanti. Con la sempre maggiore alfabetizzazione ed una maggiore possibilità per tutti di informarsi, il primo bisogno di chi governa (o comunque di chi aspira a farlo) è quello di controllare i mezzi d'informazione. Esemplare a questo riguardo una citazione dal film del 1941 Quarto potere di Orson Welles:

Lei si preoccupa di quello che pensa la gente? Su questo argomento posso illuminarla, io sono un'autorità su come far pensare la gente. Ci sono i giornali per esempio, sono proprietario di molti giornali da New York a San Francisco.

Nell'epoca delle dittature di stampo fascista in Italia, Germania e Spagna una parte considerevole ricopriva la propaganda, che in sostanza comprendeva anche il controllo dell'informazione. Non che la situazione fosse diversa nei regimi dell'Europa orientale o asiatici, o anche in molte democrazie occidentali. In sostanza, il controllo dell'informazione è sempre stato una potente arma nelle mani di chi detiene il potere.
Con la nascita di grandi gruppi privati dell'informazione si è avuta un'evoluzione a due facce: da una parte un'informazione davvero libera, perché non legata a doppio filo al potere, dall'altra un'informazione manipolabile a proprio uso e consumo. La nascita delle televisioni private poi ha offerto la possibilità di creare dei piccoli macchinari di propaganda al comando di un determinato padrone. Tanto più che ad un certo punto la politica ha smesso di animare le piazze, preferendo i dibattiti delle tribune o dei talk-show in televisione. Con un indubbio vantaggio di chi poteva giovarsi di mezzi propri per tirare maggiore acqua al proprio mulino.
Con l'avvento dei social invece, la problematica si è in un certo senso appiattita. Perché se in pochi potevano permettersi un proprio network televisivo, a tutti è possibile interagire direttamente con il pubblico mediante le diverse reti sociali. Ma il loro potere non è stato subito colto, perché magari a molti faceva paura il confronto diretto, c'era forse troppa impreparazione nell'accesso all'elettorato senza il filtro di un mezzo a senso unico. Con i social si parla all'elettorato, ma succede anche il contrario. E non tutti sono stati pronti. Per questo inizialmente i social venivano usati (e vengono usati tuttora) come delle bacheche virtuali per segnalare appuntamenti o per pubblicare dei veri e propri comunicati.

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Camera con vista,
Politica
Comments: 0 | Views: 101Last Post by: Morris (20/3/2020, 16:14)
 

B_NORM    
view post Posted on 5/3/2020, 11:39 by: MorrisReply
referendum
Tra poco più di tre settimane, gli italiani saranno chiamati ad una decisione importante, per non dire epocale. Il tutto nell'assordante silenzio dei media, giustificato in parte dalla situazione critica che l'epidemia di coronavirus sta causando nel nostro paese. Eppure l'appuntamento con il referendum del 29 marzo rappresenta una chiave di volta della nostra democrazia, perché chiama i cittadini ad esprimersi su una legge di modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione.
Nella fattispecie, la legge di modifica costituzionale riduce il numero dei deputati da 630 a 400, di cui 8 eletti nella Circoscrizione Estero anziché 12, riduce il numero dei senatori da 315 a 200, di cui 4 eletti nella Circoscrizione Estero anziché 6. Viene modificato inoltre l'articolo 59, che sancisce la possibilità per il Presidente della Repubblica di "nominare senatori a vita cinque cittadini" e che ha sempre posto il problema se il limite costituzionale di cinque senatori a vita fosse da intendersi come limite massimo di senatori a vita presenti in Senato oppure come limite massimo di nomine a disposizione di ciascun presidente. Soltanto i presidenti Pertini e Cossiga hanno seguito la seconda interpretazione, mentre la prima è stata seguita dagli altri presidenti ed è quella specificata nella legge di riforma costituzionale.
La spinta propulsiva di questa legge è stata la lotta alla casta, come se una classe dirigente liberamente eletta fosse paragonabile ad una classe sociale chiusa tipica di alcune nazioni dell'estremo oriente. In realtà alla presunta casta una modifica del genere farebbe decisamente comodo, dato che di fatto già il potere decisionale dell'elettorato è estremamente depauperato dalle leggi elettorali che si sono susseguite dal cosiddetto Porcellum in poi, visto che è stata tolta la possibilità di indicare la propria preferenza tra i candidati. Una deriva oligarchica, quale in effetti è questa modifica, consentirebbe ad i vari capi dei partiti di stilare le proprie liste elettorali con maggiore attenzione ai candidati, premiando i fedelissimi e soprattutto garantendo un controllo maggiore dei propri senatori e dei propri deputati. Senza contare che per l'elettorato si tratterebbe di una minore rappresentatività e soprattutto di una più difficile ascesa ai seggi del Parlamento, i cui rappresentanti diventerebbero a questo punto più casta di quanto siano adesso.

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Camera con vista,
Politica
Comments: 0 | Views: 107Last Post by: Morris (5/3/2020, 11:39)
 

B_NORM    
view post Posted on 2/12/2019, 16:40 by: MorrisReply
sardine
Da qualche settimana l'Italia è attraversata da un fenomeno che rappresenta una novità, per quanto sia uno dei più antichi sistemi di aggregazione: le manifestazioni di piazza. Ad animare queste manifestazioni è un movimento che ha preso il nome di sardine. In realtà non si tratta di un vero e proprio movimento tout court, visto che non ha una sua organizzazione specifica, ma nasce dall'adesione spontanea delle persone nelle varie città. Nata come una manifestazione contro la politica del leader della Lega Matteo Salvini e della destra italiana in generale, le sardine hanno lo scopo di dare voce a quella che si potrebbe interpretare come maggioranza silenziosa, che intende porre l'accento sui toni da campagna elettorale perpetua che la politica italiana ha assunto ormai da diversi anni.
Si tratta chiaramente di una piazza di sinistra (o di centrosinistra se vogliamo), visto che contesta le politiche populiste e sovraniste della destra italiana. Ed è per questo che le sardine vengono attaccate duramente da quel lato e vengono invece accolte con entusiasmo dall'ala sinistra del Parlamento. C'è però un piccolo particolare non proprio trascurabile sulla vicenda: queste piazze di sinistra che riempiono le nostre città non sono animate dall'elettorato di sinistra, anzi. Il movimento spontaneo è nato sì contro le politiche di una destra che vira sempre di più verso posizioni estreme (i moderati di centrodestra sono ridotti al lumicino), ma soprattutto come monito per la sinistra italiana, una sorta di invito a tornare ad essere la parte progressista della politica italiana, senza fare il verso alle politiche dei moderati per pescare dal comune bacino elettorale al centro.
Qualcosa di simile è già successo negli anni scorsi, anche se in maniere differenti e con risultati assolutamente diversi. Il movimento dei girotondi dei primi anni 2000 nacque per esigenze simili, per contrastare le politiche dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e per invitare la sinistra italiana a tornare a dire cose di sinistra, come esortava il leader ed ideatore del movimento Nanni Moretti già nel suo film del 1998 Aprile. Ad animare i girotondi erano però persone che si riconoscevano elettori di centrosinistra e che volevano più che altro fare da sprone ai partiti di riferimento, tant'è che il movimento si esaurì nel giro di un anno.
Qualche anno dopo un movimento simile nasce sulla rete, per poi trasferirsi nelle piazze con i celebri V-day, per iniziativa del comico Beppe Grillo, anche se in quel caso la distanza tra il centrosinistra ed il movimento è molto marcata, anche perché i toni usati sono molto meno soft rispetto ai girotondi (la V stava proprio per vaffanculo). Nonostante tutto il movimento nasce con gli stessi intenti, ma è la reazione degli esponenti dell'allora nascente Partito Democratico a creare una grande frattura. Le piazze di Grillo non erano ben viste dai dirigenti della sinistra italiana ed allo stesso leader non fu consentito di partecipare alle primarie come candidato segretario del Partito Democratico. Emblematico l'invito del dirigente PD Piero Fassino a fondare un nuovo partito, cosa che avverrà di lì a poco con la nascita del MoVimento 5 Stelle (e la V maiuscola è messa lì proprio per ricordare da dove si era partiti).

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Comments: 0 | Views: 78Last Post by: Morris (2/12/2019, 16:40)
 

B_NORM    
view post Posted on 4/11/2019, 10:00 by: MorrisReply
Mi piace dedicare ogni anno un post per ricordare il giorno di nascita di questo blog. Anche se le circostanze sono arcinote (visto che oltre ad essere narrate nel guestbook le rievoco praticamente ogni anno), negli anni questo è diventato forse l'angolino più amato, per il semplice motivo che non ci sono mai state scadenze fisse e ho sempre puntato su un determinato standard qualitativo. L'anno scorso mi ero ripromesso di scrivere almeno una decina di articoli sul blog, anche per evitare la brutta figura di far comparire nella stessa pagina questo articolo e quello del 2018. Non ci sono riuscito, ma devo dire che cinque articoli di quattro categorie diverse non è un cattivo risultato. Mi piacerebbe rinverdire un po' le categorie informatiche, ma è la cosa più difficile, perché sono gli articoli che richiedono più tempo per essere elaborati e soprattutto vanno studiati in maniera minuziosa.
Non so cosa riserva il futuro, spero di ritrovarci tra un anno con delle belle notizie. Per ora non posso che augurare un buon anniversario al Morris Blog, visto che nove anni sono comunque un bel traguardo!

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Comments: 2 | Views: 102Last Post by: Morris (8/11/2019, 12:05)
 

B_NORM    
view post Posted on 20/9/2019, 15:33 by: MorrisReply
white-whale
In quella che giornalisticamente parlando viene definita la Prima Repubblica, balena bianca era il soprannome del partito di maggioranza relativa, la Democrazia Cristiana, che ha guidato i governi dal 1946 al 1992 (anno in cui venne travolta dall'inchiesta Tangentopoli, che ne sancì di fatto la fine). Nel corso del tempo si sono susseguiti governi monocolore o alleanze con le forze moderate sia di destra che di sinistra, ma nei fatti la DC ha mantenuto il potere ininterrottamente per 46 anni, anche nei quattro anni in cui alla guida di due governi fu il socialista Bettino Craxi. Con la dissoluzione di quel grande partito di massa capace di raccogliere ben oltre un terzo dell'elettorato, complice anche il cambio di sistema elettorale con il passaggio al maggioritario, lo schema si è assestato su un bipolarismo che ha anche sfavorito la rinascita di un grande centro capace di fare l'ago della bilancia, con la nascita di tante piccole formazioni che si aggregavano di volta in volta alla coalizione di centrosinistra o a quella di centrodestra. Il cambio di sistema elettorale del 2005, con ritorno al proporzionale, ha comportato di fatto la fine del bipolarismo, ha favorito l'ascesa del Movimento 5 stelle che si è attestato come terzo polo, ed ha creato una situazione di sostanziale ingovernabilità, dal momento che dai risultati delle urne non è mai uscito un vincitore assoluto, ma si è dovuti ricorrere sempre ad alleanze di legislatura.
Nel contesto attuale ci troviamo con una formazione di sinistra sostanzialmente ridotta all'osso a causa dell'estrema frammentazione; un partito di centrosinistra, il Partito Democratico, ai minimi storici in termini di consensi e di popolarità; il Movimento 5 stelle che ha dissipato in un anno e mezzo il grande consenso ottenuto alle ultime elezioni; un partito di centrodestra, Forza Italia, ridotto quasi al lumicino e con diversi progetti di scissione in fieri; la Lega, che da movimento regionalista si è riscoperta ultranazionalista e xenofoba; un partito di destra, Fratelli d'Italia, che in parte cerca di seguire le orme dell'ascesa leghista su temi caldi quali l'immigrazione e la sicurezza ed in parte si richiama ai connotati storici delle formazioni di destra del passato.
In questo contesto si inserisce il nuovo movimento creato da Matteo Renzi, ex segretario del PD, che con il suo Italia Viva cerca in qualche modo di raggruppare le formazioni di centro per cercare di creare un grosso punto di riferimento in mezzo che, almeno nelle intenzioni iniziali, guardi ad un'eventuale alleanza con le forze alla sua sinistra.

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Camera con vista,
Politica
Comments: 2 | Views: 158Last Post by: Morris (8/10/2019, 13:58)
 

B_NORM    
view post Posted on 2/4/2019, 10:49 by: MorrisReply
libro
Le prime pagine di un libro sono quelle alle quali ci si accosta con maggior timore, con un senso quasi religioso d'aspettativa. Quando è un libro che da molto si vorrebbe leggere, l'approccio sembra quello del fan al cospetto del suo idolo. Le ultime pagine sono quelle che si divorano con un senso d'ansietà, con vorace fame negli occhi, che corrono a seguire le linee della pagina. Fino al rimorso finale, del rimpianto per non aver centellinato quell'ultima stilla.
Leggere un libro è una lotta con se stessi. L'approccio è lo stesso con cui affrontiamo la vita: si potrebbe paragonare ad un posto nuovo nel quale si entra, per la prima volta, un po' timorosi e guardandosi in giro. E piano piano, verificato l'ambiente, cominciando a conoscere i frequentatori abituali, si comincia ad andarci più spesso, a rimanerci più a lungo e con maggior disinvoltura. Così si inizia un libro in maniera circospetta, cercando di capire l'ambientazione ed imparando a conoscere il carattere dei vari personaggi. C'è chi invece è abituato ad affrontare la vita di petto, così nel posto nuovo ci entra come se fosse lì da sempre e lo sente subito suo. E parallelamente c'è chi prende il libro, lo divora tutto d'un fiato oppure lo apre e comincia a leggerlo con assoluta disinvoltura, senza curarsi più di tanto di comprenderlo, ma facendosi trascinare dentro dal libro stesso. Più che leggere un libro, si tratta di un libro che si fa leggere.
Ma tutto questo non implica che chi affronta la vita in un determinato modo si ponga di fronte al libro nel modo parallelo. Ed allo stesso tempo non è detto che chi legge lo faccia allo stesso modo per ogni libro. Ogni storia è qualcosa di nuovo, non è un film già visto, è una relazione che si presenterà diversa ogni volta. E il paragone può andar bene se si parla di narrativa, per gli altri generi l'approccio è diverso. Per la saggistica è indispensabile una buona dosa di concentrazione, per la poesia serve l'abbandonarsi completamente nei versi, in modo da vestire i panni del poeta ed immaginare come sia il suo vissuto. Ed è una sensazione che si può spiegare solo in parte e per sommi capi, visto che la poesia, tra i generi letterari, è quello più vicino alle arti figurative. Leggendo una poesia ognuno prova una determinata sensazione che è diversa da quelle provate da altri, così come le sensazioni provate osservando un quadro oppure una statua.

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Invito alla lettura
Comments: 0 | Views: 68Last Post by: Morris (2/4/2019, 10:49)
 

B_NORM    
view post Posted on 17/12/2018, 11:56 by: MorrisReply
wall-of-text
Scrivere è qualcosa che fa bene, che può fungere da valvola di sfogo, sia che si pensi ad un pubblico sia che si tratti di qualcosa di privato come un diario. Nel primo caso però propone determinate problematiche sulle quali è un bene soffermarsi un attimo. Partendo dall'assunto che vomitare insulti e sproloqui sui social è qualcosa di evidentemente sbagliato e da evitare, ci sono diverse trappole nelle quali è facile cadere quando si scrive pensando ad un pubblico. Uno dei più comuni è l'autocompiacimento che porta quasi a scrivere tanto per farlo, con una prolissità smisurata che ha un ottimo termine di paragone nell'oratore che ammorba l'uditorio con degli interminabili monologhi. Nel caso dell'oratore è più difficile per il pubblico sottrarsi, solitamente si scivola via usando il passo del granchio o del gambero, e mai in gruppo. Nel caso dello scrittore prolisso è molto più semplice: basta smettere di leggere.
E allora come fare per tenere incollato il lettore? Uno dei trucchi principali sta nel tenerlo sul filo del rasoio, come nella tradizione del romanzo giallo. Perché così gli rimane sempre la curiosità di vedere dove si vuole andare a parare, posto ovviamente che l'argomento in questione lo interessi. Rimane però un problema grande, forse il problema per antonomasia, quello conosciuto come muro di testo o wall of text (da cui l'acronimo WOT, con il quale viene spesso indicato). Si tratta di quel vero e proprio muro di parole, un blocco granitico senza via d'uscita che riesce a scoraggiare anche il lettore più accanito.
Ho già trattato in un articolo precedente sui suggerimenti per la composizione di un articolo, tra cui anche le scappatoie per evitare di creare un WOT, che in quel caso sono sostanzialmente dei trucchi di stile, come l'inserimento di immagini che spezzino un po' il testo e l'utilizzo di frasi brevi e frequenti a capo. Sostanzialmente si tratta di qualcosa di simile al romanzo con capitoli di poche pagine rispetto al romanzo con capitoli lunghi o addirittura completamente privo degli stessi.

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Camera con vista
Comments: 0 | Views: 363Last Post by: Morris (17/12/2018, 11:56)
 

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