3 user(s) online
3 guests
0 members
0 Anonymous Members
[ View Complete List ]

Groups' legend:
[Blogger]
[User]

Statistics
Morris Blog have:
232 articles, 251 comments, 101 members,
34,407 total visits, 18 monthly visits

Most users ever online was 64 on 17/8/2017, 18:36


Last comments
20/3 16:26: Morris in Guestbook
8/11 12:05: Morris in Nove anni insieme
8/10 13:58: Morris in Alla ricerca della balena bianca



B_NORM    
view post Posted on 8/3/2016, 16:59 by: MorrisReply
Si è sempre creduto, come peraltro ho scritto anche io in un articolo di tre anni fa, che l'8 marzo fosse una ricorrenza in ricordo di una tragedia avvenuta in una fabbrica statunitense all'inizio del '900. La storia, assolutamente verosimile, raccontava delle condizioni disumane del lavoro femminile. La connotazione dell'8 marzo era quindi come una sorta di 1 maggio esclusivamente femminile. In realtà il significato va molto aldilà. Il giorno delle donne celebra i decenni di lotte per le conquiste femminile nel campo del lavoro e della vita da cittadine; non solo la lotta per una pari dignità come lavoratrici, ma anche per un'uguaglianza sociale con uguali diritti dei cittadini maschi, a cominciare dal diritto di voto. In Europa il problema venne sollevato dalla II Internazionale Socialista (tra i cui capi c'era peraltro una donna, Rosa Luxenburg), negli Stati Uniti dai sindacati, ma la prima grande protesta si ebbe con il grande sciopero delle lavoratrici russe dell'8 marzo 1917, che diede l'avvio alla rivoluzione di febbraio (secondo il calendario giuliano, adottato all'epoca in Russia, era il 23 febbraio), primo passo della caduta dell'Impero Russo e della conseguente nascita dell'Unione Sovietica. Quando l'ONU, nel 1972, sancì con una risoluzione che l'8 marzo diventasse a tutti gli effetti la giornata internazionale della donna, a tutti gli effetti la ricorrenza era celebrata già come tale in molte parti del mondo.
Aldilà del significato vero o presunto delle origini della festa, l'8 marzo è un giorno come gli altri. Perché non ha senso essere un gentiluomo oggi e diventare bestia domani. la donna ha pari dignità, pari diritti e merita lo stesso rispetto dell'uomo ogni giorno dell'anno. La donna non deve essere calpestata, violentata ed umiliata mai, questo è il vero significato dell'8 marzo. Perché la vera celebrazione sarebbe non aver bisogno di tutele legislative per ottenere che i propri diritti siano rispettati e riconosciuti. E la celebrazione maggiore sarebbe non aver bisogno di un giorno di festa che ce lo ricordi.

Edited by Morris - 11/3/2016, 17:52

Tags:
Camera con vista,
Storia
Comments: 0 | Views: 58Last Post by: Morris (8/3/2016, 16:59)
 

B_NORM    
view post Posted on 25/4/2015, 17:41 by: MorrisReply
La Resistenza, periodo storico italiano della seconda guerra mondiale, viene definito a ragione come il secondo Risorgimento italiano. Tuttavia è fuorviante parlare di resistenza, dato che non fu un processo unico, ma piuttosto una sequenza di processi diversi sviluppatosi nelle varie aree territoriali che avevano vissuto esperienze sostanzialmente diverse. Si può collocare l'inizio della Resistenza nella data dell'armistizio che il re Vittorio Emanuele III e il maresciallo Pietro Badoglio, capo del governo succeduto al destituito Mussolini, firmarono con gli anglo-americani: l'8 settembre del 1943. In quella data il re ed i rappresentanti del governo fuggirono a Brindisi, senza che le truppe fossero correttamente informate della novità. I militari italiani furono quindi vittime delle rappresaglie degli ex Alleati, come quella avvenuta a Cefalonia, dove gli italiani furono disarmati dai tedeschi e fucilati. Il termine del periodo storico della Resistenza è collocato nella data dell'inizio dell'insurrezione a Milano, che sancì l'effettiva fine della guerra in tutta la penisola: il 25 aprile del 1945.
Eppure la guerra non ebbe gli stessi sviluppi ovunque: il sud Italia rimase quasi totalmente fuori da questo contesto, poiché già nell'estate del 1943 gli Alleati erano sbarcati in Sicilia ed avevano occupato l'isola, risalendo poi la penisola fino a Salerno, dove il 9 settembre dello stesso anno ci fu un nuovo sbarco degli anglo-americani, che consentirono al re ed al governo di rifugiarsi in città, capitale provvisoria del regno. A Napoli l'occupazione tedesca durò molto poco, in quanto già alla fine del mese di settembre, nelle gloriose quattro giornate celebrate anche dai film 'O sole mio di Giacomo Gentilomo (1945) e Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy (1962), l'insurrezione della popolazione portò alla fuga dei tedeschi e alla conseguente occupazione della città da parte degli Alleati, che la "conquistarono" senza dover sparare un colpo.
Situazione molto diversa vivevano invece le zone del centro e del nord: al centro le città principali erano occupate dall'esercito tedesco, che aveva posto dei distaccamenti con un nutrito numero di truppe schierate nelle città, che per questo motivo dovettero subire il continuo bombardamento degli Alleati; al nord Mussolini, liberato dalle truppe tedesche, aveva creato la Repubblica di Salò, richiamando a sé le truppe rimaste fedeli al fascismo.

Read the whole post...



Tags:
Camera con vista,
Storia
Comments: 0 | Views: 61Last Post by: Morris (25/4/2015, 17:41)
 

B_NORM    
view post Posted on 3/2/2015, 17:01 by: MorrisReply
In questi giorni, in cui il dibattito politico si è incentrato molto sull'elezione del Presidente della Repubblica, ho avuto modo di notare quanto sia diffusa l'ignoranza a riguardo non solo tra la gente comune, ma addirittura tra la classe politica, nella quale molti esponenti non sono stati in grado di elencare i presidenti della Repubblica. Eppure non dovrebbe essere complicato, dato che la nostra storia repubblicana è piuttosto recente, specie se paragonata a quella degli Stati Uniti d'America.
Il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune, nel quale i deputati, i senatori e 58 delegati regionali (tre per ogni regione, uno per la Valle d'Aosta) votano con scrutinio segreto. Nei primi tre scrutini sono richiesti per l'elezione i due terzi dei voti dell'assemblea, mentre a partire dal quarto scrutinio viene eletto chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti. La carica dura sette anni e non è soggetta ad alcuna crisi, il Presidente decade al termine del mandato, in caso di dimissioni volontarie oppure nel caso in cui venga accusato di alto tradimento o di attentato alla Costituzione e dichiarato destituito con un voto del Parlamento. Il Presidente della Repubblica ha il potere di ricevere funzionari diplomatici e può ratificare trattati e dichiarare lo stato di guerra con il consenso delle Camere. Può nominare fino a cinque senatori a vita, anche se la Costituzione non chiarisce se può nominarne cinque durante il mandato oppure se cinque è il limite di senatori a vita presenti nel Parlamento; alla fine del proprio mandato, in base all'articolo 59 della Costituzione diviene senatore a vita di diritto. Fatta eccezione per l'ultimo semestre del mandato (detto semestre bianco), il Presidente ha la facoltà di sciogliere le camere e di indire nuove elezioni. Dopo aver consultato i vari gruppi parlamentari di Camera e Senato, nomina il Presidente del Consiglio, su indicazione del quale nomina i vari ministri, che devono poi giurare sulla Costituzione in sua presenza. Il Presidente della Repubblica promulga le leggi approvate in Parlamento, con la facoltà di rinvio alle Camere con una richiesta di modifica, che però non può essere applicata se una legge viene approvata nuovamente. Ha il potere di emanare decreti del Governo ed indice i referendum. Il presidente presiede il Consiglio supremo di difesa, composto dal Presidente del Consiglio, il Ministro degli Esteri, il Ministro della Difesa, il Ministro dell'Interno, il Ministro dell'Economia, il Ministro dello Sviluppo Economico e il Capo di Stato Maggiore della Difesa; e il Consiglio Superiore della Magistratura, governo autonomo della magistratura. È il capo supremo delle forze armate ed ha il potere di concedere la grazia ad un condannato, inoltre conferisce le onorificenze della Repubblica.

Read the whole post...



Tags:
Camera con vista,
Politica,
Storia
Comments: 0 | Views: 73Last Post by: Morris (3/2/2015, 17:01)
 

B_NORM    
view post Posted on 9/7/2014, 11:37 by: MorrisReply

Uno spettro si aggira per l'Europa: è lo spettro del comunismo.


Con queste parole, datate 1848, si può determinare la nascita del comunismo. Il comunismo è morto! Quante volte ho ascoltato questa frase con ilarità? Quale comunismo è morto? Quello di Stalin? Personalmente non credo che il dittatore Josif Stalin possa essere identificato come comunista solo perché si dichiarava tale. Ognuno è un certo tipo di persona o non lo è affatto secondo le sue azioni. Le azioni di Stalin di certo non fanno pensare a quelle di un seguace di Marx, in quanto la dittatura del singolo non è per quest'ultimo una forma di stato giusta, ma del tutto deleteria per il popolo. Totalmente campata in aria è quindi l'affermazione succitata. In ogni caso, anche se Stalin fosse stato comunista e il suo Stato fosse crollato, l'idea del comunismo non sarebbe di certo morta. Un ideale nasce da un uomo e muore solo quando più nessuno lo propugna. Finché ci saranno comunisti, l'ideale del comunismo vivrà. Oggi il comunismo è tante cose: per alcuni un ideale in cui credere e per cui combattere fino alla morte; per altri un movimento filosofico sviluppatosi nell'ottocento; per altri ancora il comunismo è qualcosa come la Coca Cola, una sorta di brand di moda, un modo di vivere e non di pensare.
Ma il vero quesito non è cos'è il comunismo oggi? ma che cosa significa essere comunisti oggi? Cosa significa essere giudicati comunisti in un mondo in cui ciascuno cerca di apparire in maniera differente dalla sua vera essenza, un mondo in cui si arriva a rinnegare le proprie origini, cercando di sembrare migliori e seguendo false morali. Ogni falsa morale è come un letto di Procuste1 scriveva Friedrich Wilhelm Nietzsche ne Il crepuscolo degli idoli. Ed è proprio nel letto di Procuste che finiscono coloro che si fanno guidare da una morale falsa, soprattutto se religiosa. Oggi vediamo politici che prostituiscono i propri ideali per ottenere una poltrona. Oggi i comunisti si alleano con i cattolici per vincere le elezioni. Da questo punto di vista si può dire che il comunismo è morto, tradito nei modi più abietti per il potere. Oppure molto più squallidamente gli ideali vengono traditi, così come i propri sogni e le proprie ambizioni, per il fascino del denaro. Nella dottrina comunista non c'è né l'uno né l'altro. Ma cosa è diventato il comunismo oggi? È qualcosa di astratto ed indefinibile, un ostacolo per gli interessi economici dei potenti, non più una dottrina materialista come quella esposta da Karl Marx. Perché l'uomo moderno cerca la felicità nel denaro e nel potere, credendo che una volta ottenutili, anche a costo di calpestare gli altri, si sia raggiunta la felicità.

Read the whole post...



Tags:
Camera con vista,
Politica,
Storia
Comments: 0 | Views: 75Last Post by: Morris (9/7/2014, 11:37)
 

B_NORM    
view post Posted on 13/10/2013, 14:26 by: MorrisReply

La Historia es nuestra y la hacen los pueblos
Salvador Allende


barbed-wire
Correva l'anno 1944 a Roma, quel giovedì 23 marzo. La città era occupata dei tedeschi, che ne avevano preso possesso dopo la fuga del re e dei membri del governo Badoglio, che avevano firmato l'8 settembre del 1943 la resa all'esercito alleato. A contrastare l'esercito occupante c'erano solo gli abitanti di Roma e i gruppi partigiani. Fu proprio ad opera di questi ultimi che avvenne l'attacco di via Rasella, nel quale un reparto dell'esercito teutonico subì la perdita di 33 soldati. Il giorno dopo ci fu la rappresaglia tedesca, ricordata come il più grande eccidio compiuto in Italia durante tutto il conflitto: 335 italiani furono giustiziati e gettate nelle vecchie cave nei pressi della via Ardeatina. Secondo l'ordine del comando tedesco, per ogni soldato morto in via Rasella dovevano essere giustiziati 10 italiani. Tra le vittime figuravano partigiani, ebrei e persone comuni rastrellate in seguito all'attacco contro i tedeschi. Ad organizzare la rappresaglia furono due ufficiali delle Schutzstaffel, il tenente colonnello Herbert Kappler e il capitano Erich Priebke. Kappler fu condannato all'ergastolo in Italia, ma riuscì ad evadere dall'ospedale militare del Celio nel 1977, morendo pochi mesi dopo in Germania a causa di un tumore. Priebke invece è vissuto in latitanza in Argentina fino al 1995, quando fu estradato in Italia per subire il processo che nel 1998 lo ha condannato all'ergastolo. L'11 novembre 2013 anche Erich Priebke ha concluso la sua esistenza, ma non per questo ha smesso di far parlare di sé. Nessuno infatti sembra disposto ad ospitare la salma sul proprio suolo, non la Germania, nazione alla quale si è sempre dichiarato fiero di appartenere; non l'Argentina, la nazione che ha per tanti anni ospitato la sua latitanza e nella quale e sepolta la moglie; non l'Italia, la nazione nella quale si è reso artefice di crimini efferati. La motivazione di questi rifiuti sta tutto nel comportamento di Priebke, che non ha mai mostrato pentimento per quanto compiuto e che ha sempre negato l'esistenza di un genocidio da parte della Germania nazista, arrivando a negare l'esistenza dei lager e asserendo che quello di Dachau era stato costruito dagli Americani dopo la guerra. Per queste ragioni nessuno trova moralmente accettabile e tanto meno conveniente agli occhi delle proprie popolazioni ospitare un tale fardello. All'ex capitano delle SS è stato negato anche un funerale religioso. Il giudizio storico e morale che ricadrà su questa figura sarà indubbiamente di unanime condanna.

Read the whole post...



Tags:
Camera con vista,
Storia
Comments: 2 | Views: 77Last Post by: Morris (4/11/2013, 12:57)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/3/2013, 11:39 by: MorrisReply
L'8 marzo nasce per ricordare la tragedia avvenuta in una fabbrica tessile di New York, nel 1908. Nella Cotton lavoravano molte operaie in condizioni davvero disumane (cosa molto comune all'epoca), ragion per la quale decisero di attuare una protesta entrando in sciopero. Dopo alcuni giorni, il proprietario, per "vendicarsi" della mancata produttività, chiuse le porte della fabbrica mentre le operaie erano ancora all'interno e le diede fuoco. In quell'incendio perirono 129 donne. Da allora si decise di istituire una festa speciale che ricordasse quel tragico evento e celebrasse la donna. Siccome nei pressi della fabbrica c'era un albero di mimosa, questa pianta venne assunta come simbolo di questa giornata. Negli anni seguenti, i vari movimenti femministi e volti all'emancipazione della donna esportarono anche fuori dagli USA questa celebrazione.
Questo in realtà è il significato attribuito, in quanto si tratta a tutti gli effetti di un falso storico. Molte altre versioni sono state negli anni, dall'incendio della fabbrica Triangle, avvenuto realmente a New York il 25 marzo 1911, che causò la morte di 123 donne e 23 uomini (in maggior parte immigrati italiani ed ebrei) a scontri di piazza durante manifestazioni e scioperi nelle città industriali degli Stati Uniti. L'8 marzo del 1946 ci fu una manifestazione a Roma delle donne italiane esponenti dei partiti di sinistra per celebrare la fine della guerra: in quell'occasione si utilizzò la mimosa come simbolo, dato che fiorisce proprio all'inizio del marzo. In diverse parti del mondo e per diverse motivazioni, questa giornata dell'8 marzo veniva celebrata come giornata della donna, ma a definirla ufficialmente come tale fu una risoluzione ONU del 1972.
Il significato di questa festa si è oggi perso, un po' come succede nel tempo a tutte le giornate celebrative di questo tipo. Ma basta che vi fermiate un solo attimo a pensare alle origini dell'8 marzo, per non dimenticare e per evitare che succedano ancora tragedie di questo tipo.
È giusto celebrare una ricorrenza del genere, ma è giusto soprattutto fare una riflessione che andrebbe fatta quotidianamente. La tradizione vuole che in questo giorno si regalino delle mimose a tutte le donne (un po' come i cioccolatini di san Valentino), ma questo gesto quanto senso ha se non assume un significato più profondo? Quanto senso ha celebrare le donne, regalare dei fiori e poi non rispettarle? La donna non va celebrata un giorno all'anno, ma ogni santo giorno che camminiamo su questo terra. Nel corso della storia la donna è sempre stata sottomessa all'uomo, a mo' di animale domestico più che di persona. Tempi passati, verrebbe da pensare. Ma anche no. Apprendiamo quotidianamente di donne maltrattate, violentate, uccise. E la cosa che mette i brividi ancora di più è pensare a tutte quelle donne che subiscono violenze (la maggior parte delle volte tra le mura domestiche) senza che se ne sappia nulla. Siamo arrivati al punto di coniare un nuovo vocabolo per indicare gli omicidi di donne: il femminicidio. Questo perché, come successo sempre nel corso della storia, la volontà di potenza maschile tenta di abbattere e di porre in posizione subordinata la volontà della donna. Ma non bisogna limitarsi ad osservare una faccia della luna, esistono sicuramente nell'universo maschile dei mostri che riescono ad imporsi solo con l'uso della violenza, ma è anche vero che nell'universo femminile c'è una percentuale di donne che alimenta il concetto della donna oggetto. Fare uso del proprio corpo per il potere o il denaro (e non mi riferisco alle donne che si prostituiscono nel senso più comune del termine) è quanto di più deleterio e deprimente ci sia per l'immagine della donna in generale.

Read the whole post...



Tags:
Camera con vista,
Storia
Comments: 2 | Views: 439Last Post by: Morris (22/3/2013, 09:50)
 

B_NORM    
view post Posted on 11/2/2013, 19:00 by: MorrisReply
vaticano
Si soleva dire un tempo “morto un papa se ne fa un altro”, ma mai come oggi questo antico modo di dire suona obsoleto. Già, perché non sono passate molte ore dall’annuncio di Benedetto XVI (al secolo Joseph Ratzinger) di dimissioni dalla carica di pontefice. La portata di questo avvenimento è storica, perché anche se è vero che lo Stato del Vaticano (già Stato Pontificio) ha per capo una figura spirituale, in sostanza si tratta di una monarchia elettiva. In quanto monarca, il papa non è quindi per forza in carica fino alla morte, ma ha la possibilità di abdicare, lasciando al collegio dei cardinali l’onere di eleggere un successore. Eppure la pratica del papato fino alla morte era ormai un fatto assodato e divenuto tradizione, nonostante lo stesso codice pontificio preveda la possibilità di un abbandono della carica. Nonostante la portata dell’evento, nella storia non è l’unica volta che si è verificata una simile situazione. Nella storia del Papato si contano ben sei precedenti: il primo risale addirittura agli albori del cristianesimo, durante il papato di Clemente I, quarto pontefice della storia. Questo papa, vissuto nel periodo imperiale a cavallo tra i Flavi e la dinastia adottiva, lasciò la carica al suo successore Evaristo nel 97, prima di essere esiliato in Crimea, dove fu poi annegato per ordine dell’imperatore Traiano. Il secondo caso riguarda Ponziano, che lasciò il papato il 28 settembre 235 per permettere l’elezione del suo successore Antero, prima di essere deportato in Sardegna durante le persecuzioni dell’imperatore Massimino Trace. Il terzo caso si è avuto con Silverio, che fu deposto nel marzo del 537 dietro trama ordita dall’imperatrice bizantina Teodora, con l’accusa di aver cospirato con i Goti per consentire loro di prendere la città di Roma. Esiliato in Licia, venne successivamente riabilitato presso l’imperatore Giustiniano grazie al vescovo di Patara, che presentò inconfutabili prove dell’innocenza di Silverio. Il nuovo papa Vigilio, con la protezione dell’imperatrice Teodora (che ne aveva caldeggiato l’elezione), onde evitare il ritorno di Silverio a Roma, lo fece tradurre a Ponza, dove quest’ultimo firmò l’11 novembre del 537 un documento nel quale dichiarava di abdicare in favore del nuovo pontefice, per poi morire poco tempo dopo. Il quarto precedente è forse il più controverso, quello di Benedetto IX (al secolo Teofilatto dei conti di Tuscolo). Costui è passato alla storia come il papa più giovane di tutti i tempi (pare avesse undici o dodici anni quando fu elevato al rango di pontefice) e per la singolarità di aver ricoperto tale carica per ben tre volte.

Read the whole post...



Tags:
Camera con vista,
Storia
Comments: 0 | Views: 82Last Post by: Morris (11/2/2013, 19:00)
 

B_NORM    
view post Posted on 24/6/2012, 17:33 by: MorrisReply

Ciò che insegna l'esperienza e la storia è che i popoli e i governi non hanno mai imparato qualcosa
dalla storia e non hanno mai agito secondo gli insegnamenti che ne avrebbero dovuto trarre
Friedrich Hegel


uomo-qualunque
Dopo lungo tempo ritorno ad aprire questa piccola finestra sul mondo, per fare una riflessione su qualcosa di attuale, ma volgendo lo sguardo al passato. La massima in cima è una di quelle a me più care, perché la trovo amaramente vera. L'esperienza (e lo studio delle esperienze altrui) dovrebbe aiutare a non cadere negli stessi errori, eppure sembra che non sia solo la Terra a girare, ma anche gli eventi storici, che ciclicamente tornano. Questo preambolo serve a condurre al succo della questione: Grillo, i grillini e il qualunquismo.
Perché tra il cosiddetto movimento "5 stelle" e il movimento sorto nel secondo dopoguerra ad opera di Guglielmo Giannini, i parallelismi sono davvero tanti. La situazione storica era differente, ma nemmeno poi tanto, dato che l'Italia uscita sconfitta dalla guerra (che per alcuni aveva "pareggiato") versava in una situazione di crisi economica che somiglia molto a quella che stiamo vivendo in questi giorni. Inoltre la sfiducia verso la politica tradizionale, allora colpevole di non aver saputo fronteggiare l'ascesa del fascismo e oggi colpevole di non aver saputo porre un freno alla galoppante crisi economica, è un altro punto in comune che avvicina gli scontenti al "guru" del momento, pronto a tuonare contro tutto e contro tutti, a dichiarare che i politici sono degli incapaci e che la politica è solo una mangiatoia per pochi eletti. In entrambi i casi c'è una forte spinta populista che sfocia molto spesso nella demagogia, in entrambi i casi l'arma tagliente della gogna "mediatica" (all'epoca si usava un giornale, oggi un blog) viene usata per sbeffeggiare quelli che detengono il potere.
Così come intorno al giornale di Giannini si riunirono tutti gli scontenti, succede oggi con il blog di Grillo, che è stato il punto di partenza per la nuova formazione politica, che già ha ottenuto notevoli risultati alle ultime amministrative (vincendo tra gli altri il comune di Parma) e che viene accreditata nei sondaggi di una percentuale intorno al 20%, che le consentirebbe di essere la seconda forza in Parlamento. La parabola del qualunquismo terminò con il confluire dei suoi esponenti nell'area liberale dopo un'avventura durata quattro anni. E' fondamentalmente questo il destino di tutti i movimenti nati senza ideologia, ma semplicemente contro qualcosa, qualcuno o tutto. Le proposte principali dei qualunquisti erano la lotta al capitalismo, ma con un indirizzo fortemente liberista, e la limitazione della pressione fiscale e della presenza dello Stato, auspicando quasi che ogni uomo fosse un'isola.

Read the whole post...



Tags:
Camera con vista,
Politica,
Storia
Comments: 3 | Views: 232Last Post by: Shanks (25/6/2012, 15:23)
 

B_NORM    
view post Posted on 26/4/2012, 21:25 by: MorrisReply
Girando su youtube mi sono imbattuto in un vecchio video di parecchi anni fa, che dopo pochi secondi ho riconosciuto. Si tratta di un discorso tenuto al Vertice di Rio de Janeiro sul futuro della Terra da una ragazzina di 12 anni, Severn Cullis-Suzuki. Era il 1992, ed è triste constatare che, nonostante il clamore suscitato all'epoca, le parole della giovane canadese (fondatrice Dell'Environmental Children's Organization all'età di 9 anni) siano tuttora attuali. Cosa si è fatto da allora per proteggere il mondo e per cancellare il divario tra Nord e Sud del mondo? Non molto. Anche il famoso protocollo di Kyoto, uno dei più importanti documenti mai stesi in materia ambientale è praticamente inattuato. Non c'è molto da aggiungere alle parole di una ragazzina di 12 anni, le cose basta volerle per farle, anziché discutere all'infinito.

Read the whole post...



Tags:
Camera con vista,
Storia
Comments: 0 | Views: 83Last Post by: Morris (26/4/2012, 21:25)
 

B_NORM    
view post Posted on 14/11/2011, 14:29 by: MorrisReply
Dopo il passo indietro di due giorni fa e le conseguenti manifestazioni spontanee di giubilo, Berlusconi torna all'attacco nel solito modo, diramando un videomessaggio agli italiani. Il succo del discorso è qualcosa di vecchio: nonostante il buon governo ha rassegnato le dimissioni anche in mancanza di un voto di sfiducia, e dopo aver approvato la manovra economica con i voti della propria maggioranza, che ancora sussiste in parlamento. La realtà si figura differente però: la maggioranza "coesa" non ha sostanzialmente governato negli ultimi mesi, afflitta da diaspore interne, che l'hanno portata a diverse sconfitte in più votazioni (stranamente solo quando era in ballo la fiducia al governo la compattezza della maggioranza era assoluta). Il voto di sabato scorso è riuscito ad essere positivo solo in virtù dell'astensione delle opposizioni, pronti alla mozione di sfiducia nel momento in cui non ci fosse stato un passo indietro del premier. Ma non è stata l'opposizione a far cadere il governo, né tantomeno le proteste di piazza che infuriano nella penisola da un anno o più. A tagliare le gambe all'esecutivo sono stati i mercati, che hanno bocciato una politica economica assolutamente inconsistente, accompagnata da una mancanza di fiducia mai così esasperata nei confronti della nostra classe dirigente. E così l'Italia commissariata non poteva permettersi nemmeno il "lusso" di andare a nuove elezioni, perché perdere altri mesi nell'incertezza avrebbe voluto dire rischiare il fallimento. Sì, default, spread i termini che hanno tormentato le cronache politico-economiche degli ultimi mesi. Perché se il default dell'Italia è apparso a tutti poco probabile, essendo un paese con un'economia di un certo rilievo nonostante tutto, lo spread, ovvero la differenza di punti di interesse tra i buoni del tesoro tedesco (punto di riferimento dell'area euro) e quelli italiani, è arrivato a dei livelli da far tremare i polsi. Perché pagare più interessi a chi detiene i nostri buoni del tesoro (in buon sostanza a chi ci fa credito) significa avere sempre meno risorse a disposizione e minori possibilità di abbassarlo il famoso debito. Perché un paese normale dovrebbe avere un debito pubblico inferiore al proprio prodotto interno lordo (ovvero la ricchezza che produce), altrimenti, anche per un'economia "forte", il rischio di fallimento è vicino. Come si è arrivati a questo punto? Negli ultimi anni il problema principale degli italiani sembrava essere la giustizia, con processi che non potevano durare più di un certo periodo (come se la lunghezza dei processi fosse figlia solo della lentezza della magistratura, mentre in gran parte è responsabilità delle difese, che si avvalgono di tutte le loro garanzie per rinviare i processi) e altri che non andavano celebrati, perché alcuni reati venivano depennati dal codice.

Read the whole post...



Tags:
Camera con vista,
Politica,
Storia
Comments: 0 | Views: 58Last Post by: Morris (14/11/2011, 14:29)
 

Search: