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20/3 16:26: Morris in Guestbook
8/11 12:05: Morris in Nove anni insieme
8/10 13:58: Morris in Alla ricerca della balena bianca



B_NORM    
view post Posted on 2/4/2019, 10:49 by: MorrisReply
libro
Le prime pagine di un libro sono quelle alle quali ci si accosta con maggior timore, con un senso quasi religioso d'aspettativa. Quando è un libro che da molto si vorrebbe leggere, l'approccio sembra quello del fan al cospetto del suo idolo. Le ultime pagine sono quelle che si divorano con un senso d'ansietà, con vorace fame negli occhi, che corrono a seguire le linee della pagina. Fino al rimorso finale, del rimpianto per non aver centellinato quell'ultima stilla.
Leggere un libro è una lotta con se stessi. L'approccio è lo stesso con cui affrontiamo la vita: si potrebbe paragonare ad un posto nuovo nel quale si entra, per la prima volta, un po' timorosi e guardandosi in giro. E piano piano, verificato l'ambiente, cominciando a conoscere i frequentatori abituali, si comincia ad andarci più spesso, a rimanerci più a lungo e con maggior disinvoltura. Così si inizia un libro in maniera circospetta, cercando di capire l'ambientazione ed imparando a conoscere il carattere dei vari personaggi. C'è chi invece è abituato ad affrontare la vita di petto, così nel posto nuovo ci entra come se fosse lì da sempre e lo sente subito suo. E parallelamente c'è chi prende il libro, lo divora tutto d'un fiato oppure lo apre e comincia a leggerlo con assoluta disinvoltura, senza curarsi più di tanto di comprenderlo, ma facendosi trascinare dentro dal libro stesso. Più che leggere un libro, si tratta di un libro che si fa leggere.
Ma tutto questo non implica che chi affronta la vita in un determinato modo si ponga di fronte al libro nel modo parallelo. Ed allo stesso tempo non è detto che chi legge lo faccia allo stesso modo per ogni libro. Ogni storia è qualcosa di nuovo, non è un film già visto, è una relazione che si presenterà diversa ogni volta. E il paragone può andar bene se si parla di narrativa, per gli altri generi l'approccio è diverso. Per la saggistica è indispensabile una buona dosa di concentrazione, per la poesia serve l'abbandonarsi completamente nei versi, in modo da vestire i panni del poeta ed immaginare come sia il suo vissuto. Ed è una sensazione che si può spiegare solo in parte e per sommi capi, visto che la poesia, tra i generi letterari, è quello più vicino alle arti figurative. Leggendo una poesia ognuno prova una determinata sensazione che è diversa da quelle provate da altri, così come le sensazioni provate osservando un quadro oppure una statua.

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Invito alla lettura
Comments: 0 | Views: 68Last Post by: Morris (2/4/2019, 10:49)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/9/2017, 15:34 by: MorrisReply
reading
Esiste un tempo giusto per ogni cosa, in genere forzare gli eventi porta ad un effetto contrario rispetto a quello voluto. C'è un tempo giusto per ogni libro e per ogni autore, prendere in mano un'opera nel momento sbagliato può creare un blocco nei confronti dell'opera stessa, se non addirittura verso il suo autore. Spesso ci viene in mente, quando apprezziamo notevolmente qualcosa, che il determinato autore andrebbe studiato a scuola. La cosa in sé potrebbe essere giusta, ma fino ad un certo punto.
Se un autore viene approfondito durante gli studi di letteratura generale è sicuramente un fatto positivo, dal momento che viene data a tutti l'opportunità di conoscerlo, offrendo così degli spunti a dei potenziali lettori. Se invece l'opera viene imposta e studiata nel particolare, come è il caso della Divina Commedia di Dante Alighieri e de I promessi sposi di Alessandro Manzoni, l'effetto non può che essere negativo. Queste sono forse le due opere più odiate dagli studenti italiani, proprio perché la loro conoscenza è forzata sia nei tempi che nei modi. Per fortuna una parte di questi studenti avrà in seguito la possibilità di accostarvisi nuovamente e di apprezzarle come meritano, ma per tutti gli altri rimarranno sempre come una specie di incubo incancellabile dei tempi della scuola.
Visto che al giorno d'oggi, complice la digitalizzazione di tutto quel che concerne il quotidiano, scrivere qualcosa è un evento piuttosto remoto lontano dai banchi di scuola, la lettura è il modo migliore per non scivolare nell'analfabetismo di ritorno, che è un pericolo più reale di quanto non si creda. A parte il fatto che molti giovani in età scolare o poco più che maggiorenni scrivono in maniera totalmente sgrammaticata, il fatto di non leggere li fa peggiorare sempre più. E le persone che non leggono hanno perso (o, peggio, non hanno mai sviluppato) la curiosità verso i libri, nella maggior parte dei casi proprio per colpa della scuola. Così come non siamo fisicamente tutti uguali e ci piacciono cibi diversi, allo stesso modo ognuno ha il suo particolare gusto anche per quello che riguarda la lettura. Quindi non ha senso proporre letture generalizzate, visto che ciascuno ha i suoi tempi per avvicinarsi ad un autore o ad un'opera.

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Invito alla lettura
Comments: 4 | Views: 133Last Post by: Morris (22/10/2017, 19:24)
 

B_NORM    
view post Posted on 26/3/2015, 17:01 by: MorrisReply
La citazione è, secondo il dizionario Treccani, una ripresa di motivi già noti, riecheggiamento di luoghi, passi, temi, situazioni, motivi di altre opere precedenti, in un’opera non solo letteraria ma anche musicale o scenica, in un film, in un’opera d’arte figurativa. Secondo il parere di taluni, usare le citazioni nel discorso è un modo snob di darsi un'aria colta o di far notare di aver letto questo o quel libro o di conoscere in maniera approfondita un determinato autore. L'accezione del citazionismo è in questo caso decisamente negativa. È infatti vero, come scriveva il poeta polacco Stanislaw Jerzy Lec che "taluni escono di scena quando esauriscono le parole scritte da altri" o come diceva l'attore Groucho Marx "alcuni smettono di parlare quando finiscono le parole dette da altri". Ma la citazione non è solo una vuota ostentazione di sapere più o meno detenuto; la citazione è anche un invito, non a caso molto spesso nelle recensione o nella quarta di copertina di un libro troviamo degli estratti dell'opera. Perché il passaggio bello, pregnante, risulta allo stesso tempo accattivante. Quindi, a ben ragione, la citazione è anche un invito alla lettura. È un po' come il singolo di lancio di un album musicale: con pochi passaggi si tenta il traino per l'opera completa. Ed è per questo che è importante (basta non farlo a sproposito e di continuo) riportare le parole degli altri, offrendo la possibilità di creare una sorta di legame con un determinato autore che spinga a leggerlo. E magari sboccia un vero amore.

Nessun uomo per un tempo considerevole può portare una maschera per sé e un'altra da mostrare agli altri senza alla fine rimanere perplesso su quale sia quella vera.
Nathaniel Hawthorne

Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati... Un bastone marcio per lui è sufficiente. A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido... Se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone possono farti sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire... Straordinario?
John Grogan

Le belle si conquistano con la poesia, le avide con il denaro.
Ligdamo [Corpus Tibullianum]

Tutti sono autori del proprio destino. Perciò non guardare con tristezza al passato. Perché non tornerà.
Henry Wadsworth Longfellow

Ieri è storia. Domani è un mistero. Oggi è un dono. Per questo si chiama presente.
Alice Morse Earle

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Citazioni,
Invito alla lettura
Comments: 3 | Views: 119Last Post by: LordAndrew (21/6/2015, 23:13)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/3/2015, 10:56 by: MorrisReply
Mi sembra giusto celebrare in modo diverso la festività odierna, ricordando una scrittrice che può essere definita un'icona del femminismo nella sua fase embrionale. Virginia Woolf è vissuta a cavallo tra ottocento e novecento, scrivendo romanzi e saggi, ma soprattutto dedicandosi all'emancipazione delle donne. Tra le varie opere, un breve saggio del 1929 merita un'attenzione particolare, soprattutto in un giorno come questo. Una stanza tutta per sé è la sintesi di un'ideale della scrittrice, secondo la quale ci sono dei parametri non prescindibili che consentono ad una donna di poter intraprendere la carriera di scrittrice. Tra questi, l'indipendenza economica e la possibilità di un proprio angolo personale (la stanza tutta per sé) nel quale potersi dedicare ai propri studi, non identificabile con gli ambienti tradizionalmente riservati alle donne, come la cucina, il salotto o la camera da letto. Perché se la poesia nasce dall'indipendenza intellettuale, quest'ultima dipende dalle cose materiali. La lotta della Woolf era tesa all'emancipazione delle classi lavoratrici, con lo scopo di renderle autonome e non subordinate alla borghesia capitalista, ma un occhio particolare ha dedicato proprio all'emancipazione femminile. L'idea enunciata nel saggio è quella di facilitare l'accesso alla cultura anche alle donne, che, anche per colpe proprie dovute all'educazione patriarcale e profondamente maschilista ricevuta, nella storia hanno potuto ricoprire un ruolo marginale. Per farlo quindi è necessario l'emancipazione, che passa innanzitutto per l'indipendenza economica, capace di garantire alla donna l'autonomia dal ricatto finanziario della figura maschile, che sia un padre, un fratello o un marito. Per questo bisogna scontrarsi contro i pregiudizi figli di secoli di subordinazione, dalla quale l'emancipazione dovrà essere totale: la donna scrittrice deve liberarsi anche dal peso psicologico del giudizio maschile sulla propria opera, quello che sarà poi chiamato complesso di Cenerentola.
Nel saggio la Woolf traccia per prima cosa una storia sociale della donna, per sottolineare quanto sia presente solo come oggetto di attenzioni da parte dello scrittore-uomo, per poi enunciare i passaggi della genesi di una scrittrice, che inizia appunto con una stanza tutta per sé. La scrittrice sottolinea anche l'importanza che dovrebbe ricoprire una tradizione letteraria femminile, con un suo linguaggio ben definito. Infine c'è l'invito a lasciarsi alle spalle le esistenze grigie vittime dei pregiudizi del tempo, per poter udire, attraverso un duro scavo interiore, il canto del mondo reale.

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Invito alla lettura
Comments: 0 | Views: 60Last Post by: Morris (8/3/2015, 10:56)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/10/2014, 12:31 by: MorrisReply
Questo libro è un romanzo, anche se in realtà non lo è. Potrebbe essere un insieme di romanzi, pur non essendolo. Potrebbe addirittura definirsi una sorta di romanzo cornice (come il Decameron di Boccaccio), ma nemmeno questa sarebbe una definizione pienamente giusta di quest'opera di Calvino. Questo è il romanzo dell'incertezza che prende il lettore (e non a caso è un Lettore, con la l maiuscola, il protagonista) durante la lettura di un libro. Mentre ci si appassiona alla trama della vicenda narrata, sorgono mille domande: Cosa succederà? Quale sviluppo inaspettato si cela dietro l'angolo? Come reagirà il tale personaggio al comportamento di quell'altro? Domande alle quali ci si aspetta la risposta, che non sempre arriva, o, per meglio dire, non arriva sempre nei termini che ci si aspetterebbe. Ma cosa succederebbe se quelle risposte che il lettore si aspetta non giungessero affatto? Come si sentirebbe il lettore di gialli che non scopre il nome dell'assassino perché qualcuno ha strappato l'ultima pagina del libro? In un certo senso Se una notte d'inverno un viaggiatore si presenta come l'incubo del lettore, costretto ad abbandonare il libro che stava leggendo perché questo è incompleto, perché manomesso. Ma questo non è un evento occasionale, ma diventa la prassi, succede con ogni libro. Si legge l'inizio di un libro per scoprire che ad un certo punto ne comincia un altro, andando alla ricerca dell'altro ci si imbatte in un terzo, poi un quarto e così via, quasi come perduti in una diabolica spirale. In sostanza questo libro di Calvino si presenta come qualcosa che il lettore terrà sempre presente, anche nelle letture successive: la conoscenza del finale non è scontata, così come nella realtà non è dato sapere cosa ci riserva il futuro e quali nuovi e strani sviluppi ha in serbo per noi.

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Invito alla lettura
Comments: 0 | Views: 55Last Post by: Morris (7/10/2014, 12:31)
 

B_NORM    
view post Posted on 3/7/2014, 17:37 by: MorrisReply
Alessandro Manzoni era uno scrittore molto scrupoloso e preciso, che dedicava molto tempo alla documentazione prima di intraprendere la scrittura di un romanzo. La scelta di far passare il testo come non suo, ma come un semplice ritrovamento, è il suo tentativo di apparire più imparziale possibile agli occhi del lettore. L'intreccio della storia è molto complesso, ma la narrazione risulta avvincente, dato che il Manzoni utilizza un registro semplice e comprensibile a tutti. La struttura del romanzo ha due caratteri fondamentali: il vero storico costituito dall'ambientazione e il verosimile dei personaggi. I protagonisti della vicenda sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due promessi sposi che si trovano a dover affrontare mille peripezie a causa di un signorotto del luogo, don Rodrigo, che si è invaghito della ragazza e vorrebbe farla sua. Per rendere avvincente la narrazione, il Manzoni utilizza lo spannung, inserendo al suo interno degli apici di tensione (come sono ad esempio la narrazione della carestia e quella della peste), mostrando la situazione reale del periodo vissuta dai personaggi del romanzo. Lo sviluppo dell'intreccio vive anche sulla crescita dei protagonisti, che vengono seguiti nelle varie vicende che si trovano ad affrontare. Il sempliciotto Renzo, che si fa abbindolare facilmente da tutti, è costretto gioco forza a crescere quando si trova in una situazione molto più grande rispetto alla realtà quotidiana del suo paesello. La timida Lucia, che dipende dalla madre Agnese, che la consiglia e la indirizza, tende ad essere ingenua e ad avere troppa fiducia nel prossimo, trovandosi spesso ingannata. Ma i personaggi più forti dell'universo de I promessi sposi sono due comprimari che hanno una funzione molto importante nello svolgersi dell'intreccio: l'Innominato e Gertrude. Del primo Manzoni non ci fornisce il nome, dicendo che era uno dei più scapestrati signorotti del tempo, ma fa anche luce sulla sul suo pentimento e sulla sua volontà di conversione: nel momento più alto della tensione narrativa di questo personaggio, c'è anche lo spannung di Lucia. La conversione dell'Innominato non è frutto di un momento, ma culmine di una profonda riflessione che il personaggio già maturava da tempo. La liberazione di Lucia è soltanto la possibilità che gli viene offerta di redimersi. Personaggio per certi versi analogo è quello di Gertrude, anch'essa rosa dai rimorsi per i suoi peccati, ma è profondamente diverso perché in lei non c'è alcun sentimento di redenzione e conversione. Gertrude è consapevole dei suoi delitti, ma non fa nulla per cambiare, priva di una volontà in tal senso.

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Invito alla lettura
Comments: 0 | Views: 73Last Post by: Morris (3/7/2014, 17:37)
 

B_NORM    
view post Posted on 17/4/2014, 23:10 by: MorrisReply
garcia-marquez
Ho appena appreso la notizia della scomparsa di Gabriel García Márquez... non so cosa dire, ma tento di scrivere qualcosa, così di getto, perché sento di doverlo fare. È retorico dirlo, ne sono cosciente, ma la letteratura perde uno dei suoi grandi esponenti, nel mio piccolo perdo quello che considero uno dei miei scrittori preferiti. Non è mia intenzione scrivere un necrologio o un cosiddetto coccodrillo (anche se quest'ultimo genere di articoli si scrive quando il personaggio è ancora in vita). Ho conosciuto García Márquez nel modo più usuale, quando mi fu regalato un suo libro, Cent'anni di solitudine. Non conoscevo lo scrittore all'epoca, la storia inizialmente mi mise in leggera difficoltà, soprattutto per ricordare la grande mole di personaggi con nomi pressoché identici. Ricordo che per aiutarmi nella lettura realizzai uno schema, una sorta di albero genealogico della famiglia Buendía. Ma alla fine mi sono innamorato come mai prima di allora. Un modo di narrare che avviluppa e che in un certo senso induce a calarsi nella vicenda narrata. E questo era solo il romanzo più famoso, ho amato la tragicità di Racconto di un naufrago, la poesia de La mala ora, Cronaca di una morte annunciata e L'amore ai tempi del colera. Ho apprezzato il giornalista di Gente di Bogotà e il narratore di Occhi di cane azzurro. In una parola, l'ho amato. E questo amore non cessa con la sua morte, perché di García Márquez resta tutto quello che ha lasciato, che sorprende ad ogni nuova lettura. È forse uno dei pochi autori che amo rileggere più volte senza stancarmi mai, amando intensamente il libro ogni volta, scoprendolo sempre nuovo. È triste invece pensare che di lui rimane solo quello ha lasciato e che non ci sarà altro. La storia di Gabriel García Márquez è finita oggi, adesso la sua memoria è affidata alla Storia, quello che ci ha lasciato è affidato ai sentimenti di chi ha amato i suoi libri e continuerà ad amarli.

Edited by Morris - 26/3/2020, 20:22

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Invito alla lettura
Comments: 0 | Views: 47Last Post by: Morris (17/4/2014, 23:10)
 

B_NORM    
view post Posted on 16/4/2014, 17:24 by: MorrisReply
Leggere è una cosa importante, perché apre la mente a nuove conoscenze e perché consente di migliorare sia le proprie capacità di lettura (più si legge e meglio e più velocemente si riesce a leggere) e di scrittura. Anche la lettura ha le sue regole, che però non sono universali e non sono neanche pienamente soggettive. Un particolare non trascurabile è cosa si legge, perché non tutti i generi hanno la stessa fruibilità. Se la narrativa in generale non comporta grandi problemi, lo stesso non si può dire per generi forse meno comuni, come la filosofia, la poesia e la saggistica. Questo perché leggere deve comportare soprattutto un gusto, ed è quindi indispensabile comprendere quello che si sta leggendo. La narrativa è un genere (anche se sarebbe più corretto dire che ci sono molti generi di narrativa) facilmente fruibile, fatta eccezione per qualche scrittore con uno stile un po' ostico, mentre la stessa cosa non si può dire per gli altri. Per quanto riguarda la poesia e la saggistica è importante la ricettività del lettore, nel primo caso deve essere preparato a cogliere le sensazioni che il poeta trasmette, nel secondo caso è indispensabile una conoscenza anche elementare dell'argomento trattato, a meno che non si tratti di un manuale di qualche disciplina (che dovrebbe essere la prima lettura di uno specifico campo). Conoscere l'argomento di un saggio aiuta a comprendere meglio l'esposizione e capire il punto di vista dell'autore a riguardo, mentre la poesia ha una costruzione più complessa che va ad agire nel campo del soggettivo e, in alcuni casi, si struttura con diversi campi d'interpretazione. Per citare un esempio, una delle opere poetiche più conosciute, la Divina Commedia di Dante Alighieri, ha quattro sensi d'interpretazione: il senso letterale del viaggio nell'aldilà; il senso allegorico del personaggio di Dante (l'umanità), che con la guida di Virgilio (la ragione) e di Beatrice (la verità) giunge alla visione di Dio; il senso morale che ammonisce sulla tentazione del peccato, sulle pene inflitte ai peccatori e sui premi ricevuti dai giusti; il senso anagogico che mostra come la guida di Virgilio (l'Impero) e di Beatrice (la Chiesa) sia la via per la felicità. Ma nel caso preso in esame, così come negli altri casi della poesia, è sufficiente cogliere anche uno solo dei sensi dell'opera per fruirne la bellezza, tanto più compresa quanto più a fondo se ne colgono i diversi significati.

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Invito alla lettura
Comments: 3 | Views: 85Last Post by: Kakashi (16/4/2014, 22:41)
 

B_NORM    
view post Posted on 19/1/2014, 12:56 by: MorrisReply
La Newton Compton è una casa editrice italiana che esiste sin dal lontano 1969, anno in cui è stata fondata a Roma. Il settore d'azione della casa era quello dei tascabili economici, basato soprattutto sulla pubblicazione di autori classici. Fin qui nulla di diverso da quanto facevano e fanno altre case editrici, che pubblicano diversi titoli in edizione economica. La vera rivoluzione portata dalla Newton è stata quella di estremizzare questo concetto fino a portarlo ai suoi livelli massimi. Se infatti nel 1988 fu inaugurata la collana dei Grandi Tascabili Economici, che presentava ad un prezzo molto contenuto tantissimi classici, nel 1992 nasce la collana 100 pagine 1000 lire, che presentava edizioni integrali di tantissime opere in volumi molto compatti e dal prezzo irrisorio. A questo si aggiunga che la distribuzione nelle edicole (anziché nelle librerie), ne rendeva la diffusione molto più capillare. Nel 1991 venne invece inaugurata la collana dei Mammut, che, seppur in volumi mastodontici con la copertina di cartoncino, consentiva di acquistare con una minima spesa (inizialmente 9.900 lire, anche se alcuni volumi successivi arrivavano a costare fino a 14.900 lire) l'intera opera di un determinato autore. Tralasciando tutte le altre collane che nacquero in seguito (tutte sulla falsariga di queste) il concetto importante è questo: era possibile acquistare tantissimi libri senza dover spendere un capitale. Non nego che questo mi ha agevolato non poco nel corso della mia adolescenza, consentendomi un ampio accesso alla letteratura di ogni tipo. Grazie a questa operazione ho potuto ricostruire con una minima spesa intere Bibliografie degli autori che mi interessavano. Certo, le edizioni realizzate con carta riciclata e rilegate in brossura non sono certo la cosa più elegante del mondo, ma basta non maltrattare troppo un libro per consentirgli una lunga vita (in casi estremi è sempre utile la colla vinilica). L'idea non era certamente nuova, visto che già le grandi case (la Rizzoli nel 1949, la Feltrinelli nel 1955 e la Mondadori nel 1965) avevano già pensato a produrre prodotti dal costo contenuto e alla loro distribuzione nelle edicole. Ma il risultato ottenuto dalla Newton è stato decisamente più clamoroso, anche perché il livello di alfabetizzazione era più alto e quindi il mare da cui attingere era decisamente più vasto. Fatto sta che con questa operazione si era riusciti ad avvicinare alla cultura un numero esorbitante di persone, alcuni invogliati a collezionare più libri possibili ad un costo contenuto, altri spinti all'acquisto dal fatto che la spesa fosse minima. I tascabili sono in genere il primo approccio alla lettura di una persona,

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Invito alla lettura
Comments: 2 | Views: 77Last Post by: Morris (31/1/2014, 11:12)
 

B_NORM    
view post Posted on 19/11/2013, 18:56 by: MorrisReply
Sono convinto che nella formazione della persona è molto importante la lettura. Non importa cosa si legge, va bene qualsiasi cosa, nel peggiore dei casi si comprende meglio la struttura di un testo e si migliora nella lettura (anche se non si legge ad alta voce, si impara comunque a leggere con maggiore espressione). Che sia un romanzo, un saggio, un fumetto, un giornale, tutto va bene, perché possiamo apprendere tante cose. Io penso che un valore aggiunto delle citazioni sia il fatto che stimolano alla lettura più di una qualsiasi recensione. Sono un po' come i trailer che invogliano alla visione di un film o gli spot che inducono all'acquisto di un prodotto.

Dicono, la letteratura è l’arte che costa meno. Basta un quadernetto di carta, un po’ d’inchiostro e una penna. Va bene, ma sapete quanto ci vuole perché, accoppiati, quell’inchiostro, quella penna, quella carta producano un libro? Ci vogliono studi - e questi costano - ci vuole una sostanziosa nutrizione - e costa - ci vuole tranquillità, e costa più che tutto. “L’inchiostro dello scrittore peserà sulla bilancia celeste quanto il sangue del guerriero” dice il Corano e ben dice. Scrivere è un consumar sangue.
Carlo Dossi

Anche scrivere è una cosa importante. Non bisogna mai perdere l'abitudine a scrivere, per quello basta davvero un quadernetto ed una penna, non bisogna scrivere dei capolavori per forza, si possono scrivere anche semplici appunti e promemoria, in modo da non perdere l'attitudine. Abituati come siamo a scrivere al computer, al telefono o a qualche altra diavoleria tecnologica, ci sentiamo sempre più impacciati quando dobbiamo prendere in mano una penna.

Non si può pensare bene, né amare bene, né dormire bene se non si è pranzato bene.
Virginia Woolf (Una stanza tutta per sé)

Giustamente solo chi ha la pancia piena può permettersi il lusso di pensare. Chi ha la pancia vuota riesce a pensare solo al modo per riempirla. Anche per questo nei ragionamenti non serve fare giri di parole, usare locuzioni roboanti o costrutti stupefacenti, bisogna andare al sodo ed essere sempre concreti.

Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri se vuole scrivere romanzi.
Virginia Woolf (Una stanza tutta per sé)

Penso che la questione sia simile anche per un uomo, ma ovviamente la Woolf ha vissuto in un periodo particolare, diverso da oggi, che le donne hanno più o meno le stesse opportunità. Speriamo che in futuro si possa evitare di usare anche il più o meno.

Nasciamo una sola volta, due non è possibile, e non vivremo in eterno. Ma tu, che pure non sei padrone del domani, rimandi la gioia. Intanto la vita si consuma nell’indugio, e ciascuno di noi muore senza aver goduto del piacere.
Epicuro

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Citazioni,
Invito alla lettura
Comments: 0 | Views: 72Last Post by: Morris (19/11/2013, 18:56)
 

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