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| Una volta c'erano i libri, con il loro profumo di carta (o anche, nel caso di libri un po' vecchi, un odore decisamente dubbio) di cui tanti sono ancora oggi innamorati. Adesso ci sono tantissimi supporti digitali che vanno man mano sostituendo quelli tradizionali, si va dai diffusi smartphone che hanno del tutto soppiantato le agendine, le rubriche ed i calendari, ai tablet e gli e-book reader che fanno concorrenza ai classici volumi. Tralasciando per un attimo l'effetto che fa l'acquisto di un file sostanzialmente intangibile, è indubbio il vantaggio di avere a disposizione molti libri contenuti all'interno di un oggetto grande come un unico volume. Inoltre un vantaggio non da poco è quello di poter modificare il carattere delle pagine, che in alcuni libri è talmente piccolo da essere al limite della leggibilità. Nonostante gli indubbi vantaggi, le nuove tecnologie faticano comunque a prendere piede da questo punto di vista. Sì, perché forse avere un tablet tra le mani non da la stessa sensazione di lettura che offre il libro, nel quale, aldilà del mero numero di pagina a cui si è giunti, ci viene mostrato fisicamente il procedere della lettura, in un misto tra l'ansia di giungere alla fine e la pratica di centellinare le poche pagine rimaste. Quello con il libro è un vero e proprio rapporto fisico, che nella pratica digitale viene sostanzialmente a mancare. Però c'è un aspetto della questione che non andrebbe sottovalutato. I libri stampati esistono ormai da secoli, quindi noi sappiamo in linea di massima quanto possono durare, dal momento che sono giunti fino a noi esemplari stampati diverse centinaia di anni fa. Per forza di cose non possiamo avere la stessa prova per i supporti digitali, tuttavia c'è da dire che questi ultimi sono andati modificandosi parecchio nel corso di pochi anni. Il primo supporto digitale a larga diffusione è stato il floppy disk da 5,25 pollici, soppiantato poco dopo da quello da 3,5 pollici. Già da diversi anni i computer non sono più provvisti dell'apposito lettore, che quindi andrebbe reperito chissà dove per poter recuperare i dati contenuti nei vecchi floppy che abbiamo a disposizione. Ma la situazione non è migliore per altri tipi di supporti che sono tuttora in uso. Se i CD sembrano avere una durata ancora da stabilire (fermo restando che bisogna trattarli con cura ed evitare che si graffino), non si può dire lo stesso per i DVD, che dopo qualche anno già possono subire delle perdite di dati, nel senso che non sono più utilizzabili anche se presenti fisicamente sul supporto. Questo ha prodotto delle ripercussioni anche sul supporto che al momento è il più utilizzato, cioè gli hard disk esterni. Pur non trattandosi di DVD, sono comunque dei dischi che vengono scritti e letti mediante il laser.Read the whole post...
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