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8/11 12:05: Morris in Nove anni insieme
8/10 13:58: Morris in Alla ricerca della balena bianca



B_NORM    
view post Posted on 9/6/2020, 14:55 by: MorrisReply
vaccini
Si definisce vaccino una preparazione contenente agenti patogeni opportunamente trattati che viene somministrata per fornire un'immunità acquisita contro una malattia infettiva. Questa pratica sfrutta la capacità del sistema immunitario che consente al corpo di sviluppare una difesa contro un batterio, un virus o altro microrganismo prima di venire a contatto con esso. In tal modo ovviamente si ottengono gli anticorpi in grado di contrastare la malattia senza doverne subire gli effetti, a differenza dell'immunità artificiale passiva, che si ottiene con la somministrazione di sieri, cioè fluidi corporei provenienti da un umano (siero omologo) o da un animale (siero eterologo) che è già venuto in contatto con l'agente patogeno.
Il termine trae origine dal primo siero ottenuto dalle pustole del vaiolo dei bovini, grazie al quale è stato possibile combattere il vaiolo umano. La scoperta della proprietà immunizzante della vaccinazione si deve ad Edward Jenner, medico britannico vissuto a cavallo tra il XVIII° ed il XIX° secolo, che dimostrò come una lieve infezione prodotta dal virus del vaiolo vaccino potesse consentire di creare anticorpi contro il virus del vaiolo umano. Alla fine del XIX° secolo, il biologo francese Louis Pasteur dimostrò che lo stesso principio era valido anche per offrire protezione contro le infezioni batteriche, e chiamò vaccino la coltura batterica attenuata che veniva utilizzata allo scopo. Grazie all'introduzione delle vaccinazioni e alla produzione di vaccini specifici, numerose malattie batteriche e virali possono essere controllate. La vaccinazione mondiale contro il vaiolo ha portato all'eradicazione di questa malattia, il cui ultimo caso è stato certificato nel 1977, la vaccinazione contro la poliomielite sta portando alla graduale scomparsa anche di questa grave malattia.
I primi dubbi e soprattutto la diffidenza sulle vaccinazioni di quelli che si definiscono in maniera decisamente impropria no-vax o novax (in italiano il termine corretto è antivaccino, anti-vaccino o anti-vaccini) hanno iniziato a svilupparsi soprattutto negli ultimi anni a causa di una serie di episodi emblematici, come quello della pandemia mediatica causata nel 2009 dal virus dell'influenza A/H1N1v (detta febbre suina) e quello del ritiro da parte del Ministero di un vaccino antinfluenzale per presunte imperfezioni (poi non confermate) nel 2012. Chi sono questi no-vax? Il termine identifica chi è contrario alla vaccinazione e, in particolare, al fatto di sottoporre la popolazione infantile alla profilassi vaccinale. Questo avviene anche perché l'utilità delle vaccinazioni non ha un riscontro immediato: siamo abituati ad utilizzare i farmaci perché abbiamo i sintomi della malattia e quindi l'urgenza di stare meglio, mentre un vaccino è una protezione contro una malattia che non abbiamo contratto.

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Camera con vista
Comments: 0 | Views: 138Last Post by: Morris (9/6/2020, 14:55)
 

B_NORM    
view post Posted on 20/3/2020, 16:14 by: MorrisReply

Questo articolo parla di cose che sono (o dovrebbero essere)
note a tutti e non contiene nomi. Il perché è spiegato alla fine.


Per ingannar la bestia

Per ingannar la bestia, disegno di copertina della rivista
satirica L'Asino del 13 ottobre 1895, che rappresenta
una caricatura di Francesco Crispi

La vignetta a fianco racconta come già a quell'epoca fosse molto importante una rappresentazione della realtà quanto più edulcorata possibile per il popolo da parte dei governanti. Con la sempre maggiore alfabetizzazione ed una maggiore possibilità per tutti di informarsi, il primo bisogno di chi governa (o comunque di chi aspira a farlo) è quello di controllare i mezzi d'informazione. Esemplare a questo riguardo una citazione dal film del 1941 Quarto potere di Orson Welles:

Lei si preoccupa di quello che pensa la gente? Su questo argomento posso illuminarla, io sono un'autorità su come far pensare la gente. Ci sono i giornali per esempio, sono proprietario di molti giornali da New York a San Francisco.

Nell'epoca delle dittature di stampo fascista in Italia, Germania e Spagna una parte considerevole ricopriva la propaganda, che in sostanza comprendeva anche il controllo dell'informazione. Non che la situazione fosse diversa nei regimi dell'Europa orientale o asiatici, o anche in molte democrazie occidentali. In sostanza, il controllo dell'informazione è sempre stato una potente arma nelle mani di chi detiene il potere.
Con la nascita di grandi gruppi privati dell'informazione si è avuta un'evoluzione a due facce: da una parte un'informazione davvero libera, perché non legata a doppio filo al potere, dall'altra un'informazione manipolabile a proprio uso e consumo. La nascita delle televisioni private poi ha offerto la possibilità di creare dei piccoli macchinari di propaganda al comando di un determinato padrone. Tanto più che ad un certo punto la politica ha smesso di animare le piazze, preferendo i dibattiti delle tribune o dei talk-show in televisione. Con un indubbio vantaggio di chi poteva giovarsi di mezzi propri per tirare maggiore acqua al proprio mulino.
Con l'avvento dei social invece, la problematica si è in un certo senso appiattita. Perché se in pochi potevano permettersi un proprio network televisivo, a tutti è possibile interagire direttamente con il pubblico mediante le diverse reti sociali. Ma il loro potere non è stato subito colto, perché magari a molti faceva paura il confronto diretto, c'era forse troppa impreparazione nell'accesso all'elettorato senza il filtro di un mezzo a senso unico. Con i social si parla all'elettorato, ma succede anche il contrario. E non tutti sono stati pronti. Per questo inizialmente i social venivano usati (e vengono usati tuttora) come delle bacheche virtuali per segnalare appuntamenti o per pubblicare dei veri e propri comunicati.

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Camera con vista,
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Comments: 0 | Views: 101Last Post by: Morris (20/3/2020, 16:14)
 

B_NORM    
view post Posted on 5/3/2020, 11:39 by: MorrisReply
referendum
Tra poco più di tre settimane, gli italiani saranno chiamati ad una decisione importante, per non dire epocale. Il tutto nell'assordante silenzio dei media, giustificato in parte dalla situazione critica che l'epidemia di coronavirus sta causando nel nostro paese. Eppure l'appuntamento con il referendum del 29 marzo rappresenta una chiave di volta della nostra democrazia, perché chiama i cittadini ad esprimersi su una legge di modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione.
Nella fattispecie, la legge di modifica costituzionale riduce il numero dei deputati da 630 a 400, di cui 8 eletti nella Circoscrizione Estero anziché 12, riduce il numero dei senatori da 315 a 200, di cui 4 eletti nella Circoscrizione Estero anziché 6. Viene modificato inoltre l'articolo 59, che sancisce la possibilità per il Presidente della Repubblica di "nominare senatori a vita cinque cittadini" e che ha sempre posto il problema se il limite costituzionale di cinque senatori a vita fosse da intendersi come limite massimo di senatori a vita presenti in Senato oppure come limite massimo di nomine a disposizione di ciascun presidente. Soltanto i presidenti Pertini e Cossiga hanno seguito la seconda interpretazione, mentre la prima è stata seguita dagli altri presidenti ed è quella specificata nella legge di riforma costituzionale.
La spinta propulsiva di questa legge è stata la lotta alla casta, come se una classe dirigente liberamente eletta fosse paragonabile ad una classe sociale chiusa tipica di alcune nazioni dell'estremo oriente. In realtà alla presunta casta una modifica del genere farebbe decisamente comodo, dato che di fatto già il potere decisionale dell'elettorato è estremamente depauperato dalle leggi elettorali che si sono susseguite dal cosiddetto Porcellum in poi, visto che è stata tolta la possibilità di indicare la propria preferenza tra i candidati. Una deriva oligarchica, quale in effetti è questa modifica, consentirebbe ad i vari capi dei partiti di stilare le proprie liste elettorali con maggiore attenzione ai candidati, premiando i fedelissimi e soprattutto garantendo un controllo maggiore dei propri senatori e dei propri deputati. Senza contare che per l'elettorato si tratterebbe di una minore rappresentatività e soprattutto di una più difficile ascesa ai seggi del Parlamento, i cui rappresentanti diventerebbero a questo punto più casta di quanto siano adesso.

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Comments: 0 | Views: 107Last Post by: Morris (5/3/2020, 11:39)
 

B_NORM    
view post Posted on 2/12/2019, 16:40 by: MorrisReply
sardine
Da qualche settimana l'Italia è attraversata da un fenomeno che rappresenta una novità, per quanto sia uno dei più antichi sistemi di aggregazione: le manifestazioni di piazza. Ad animare queste manifestazioni è un movimento che ha preso il nome di sardine. In realtà non si tratta di un vero e proprio movimento tout court, visto che non ha una sua organizzazione specifica, ma nasce dall'adesione spontanea delle persone nelle varie città. Nata come una manifestazione contro la politica del leader della Lega Matteo Salvini e della destra italiana in generale, le sardine hanno lo scopo di dare voce a quella che si potrebbe interpretare come maggioranza silenziosa, che intende porre l'accento sui toni da campagna elettorale perpetua che la politica italiana ha assunto ormai da diversi anni.
Si tratta chiaramente di una piazza di sinistra (o di centrosinistra se vogliamo), visto che contesta le politiche populiste e sovraniste della destra italiana. Ed è per questo che le sardine vengono attaccate duramente da quel lato e vengono invece accolte con entusiasmo dall'ala sinistra del Parlamento. C'è però un piccolo particolare non proprio trascurabile sulla vicenda: queste piazze di sinistra che riempiono le nostre città non sono animate dall'elettorato di sinistra, anzi. Il movimento spontaneo è nato sì contro le politiche di una destra che vira sempre di più verso posizioni estreme (i moderati di centrodestra sono ridotti al lumicino), ma soprattutto come monito per la sinistra italiana, una sorta di invito a tornare ad essere la parte progressista della politica italiana, senza fare il verso alle politiche dei moderati per pescare dal comune bacino elettorale al centro.
Qualcosa di simile è già successo negli anni scorsi, anche se in maniere differenti e con risultati assolutamente diversi. Il movimento dei girotondi dei primi anni 2000 nacque per esigenze simili, per contrastare le politiche dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e per invitare la sinistra italiana a tornare a dire cose di sinistra, come esortava il leader ed ideatore del movimento Nanni Moretti già nel suo film del 1998 Aprile. Ad animare i girotondi erano però persone che si riconoscevano elettori di centrosinistra e che volevano più che altro fare da sprone ai partiti di riferimento, tant'è che il movimento si esaurì nel giro di un anno.
Qualche anno dopo un movimento simile nasce sulla rete, per poi trasferirsi nelle piazze con i celebri V-day, per iniziativa del comico Beppe Grillo, anche se in quel caso la distanza tra il centrosinistra ed il movimento è molto marcata, anche perché i toni usati sono molto meno soft rispetto ai girotondi (la V stava proprio per vaffanculo). Nonostante tutto il movimento nasce con gli stessi intenti, ma è la reazione degli esponenti dell'allora nascente Partito Democratico a creare una grande frattura. Le piazze di Grillo non erano ben viste dai dirigenti della sinistra italiana ed allo stesso leader non fu consentito di partecipare alle primarie come candidato segretario del Partito Democratico. Emblematico l'invito del dirigente PD Piero Fassino a fondare un nuovo partito, cosa che avverrà di lì a poco con la nascita del MoVimento 5 Stelle (e la V maiuscola è messa lì proprio per ricordare da dove si era partiti).

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Comments: 0 | Views: 78Last Post by: Morris (2/12/2019, 16:40)
 

B_NORM    
view post Posted on 20/9/2019, 15:33 by: MorrisReply
white-whale
In quella che giornalisticamente parlando viene definita la Prima Repubblica, balena bianca era il soprannome del partito di maggioranza relativa, la Democrazia Cristiana, che ha guidato i governi dal 1946 al 1992 (anno in cui venne travolta dall'inchiesta Tangentopoli, che ne sancì di fatto la fine). Nel corso del tempo si sono susseguiti governi monocolore o alleanze con le forze moderate sia di destra che di sinistra, ma nei fatti la DC ha mantenuto il potere ininterrottamente per 46 anni, anche nei quattro anni in cui alla guida di due governi fu il socialista Bettino Craxi. Con la dissoluzione di quel grande partito di massa capace di raccogliere ben oltre un terzo dell'elettorato, complice anche il cambio di sistema elettorale con il passaggio al maggioritario, lo schema si è assestato su un bipolarismo che ha anche sfavorito la rinascita di un grande centro capace di fare l'ago della bilancia, con la nascita di tante piccole formazioni che si aggregavano di volta in volta alla coalizione di centrosinistra o a quella di centrodestra. Il cambio di sistema elettorale del 2005, con ritorno al proporzionale, ha comportato di fatto la fine del bipolarismo, ha favorito l'ascesa del Movimento 5 stelle che si è attestato come terzo polo, ed ha creato una situazione di sostanziale ingovernabilità, dal momento che dai risultati delle urne non è mai uscito un vincitore assoluto, ma si è dovuti ricorrere sempre ad alleanze di legislatura.
Nel contesto attuale ci troviamo con una formazione di sinistra sostanzialmente ridotta all'osso a causa dell'estrema frammentazione; un partito di centrosinistra, il Partito Democratico, ai minimi storici in termini di consensi e di popolarità; il Movimento 5 stelle che ha dissipato in un anno e mezzo il grande consenso ottenuto alle ultime elezioni; un partito di centrodestra, Forza Italia, ridotto quasi al lumicino e con diversi progetti di scissione in fieri; la Lega, che da movimento regionalista si è riscoperta ultranazionalista e xenofoba; un partito di destra, Fratelli d'Italia, che in parte cerca di seguire le orme dell'ascesa leghista su temi caldi quali l'immigrazione e la sicurezza ed in parte si richiama ai connotati storici delle formazioni di destra del passato.
In questo contesto si inserisce il nuovo movimento creato da Matteo Renzi, ex segretario del PD, che con il suo Italia Viva cerca in qualche modo di raggruppare le formazioni di centro per cercare di creare un grosso punto di riferimento in mezzo che, almeno nelle intenzioni iniziali, guardi ad un'eventuale alleanza con le forze alla sua sinistra.

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Camera con vista,
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Comments: 2 | Views: 158Last Post by: Morris (8/10/2019, 13:58)
 

B_NORM    
view post Posted on 17/12/2018, 11:56 by: MorrisReply
wall-of-text
Scrivere è qualcosa che fa bene, che può fungere da valvola di sfogo, sia che si pensi ad un pubblico sia che si tratti di qualcosa di privato come un diario. Nel primo caso però propone determinate problematiche sulle quali è un bene soffermarsi un attimo. Partendo dall'assunto che vomitare insulti e sproloqui sui social è qualcosa di evidentemente sbagliato e da evitare, ci sono diverse trappole nelle quali è facile cadere quando si scrive pensando ad un pubblico. Uno dei più comuni è l'autocompiacimento che porta quasi a scrivere tanto per farlo, con una prolissità smisurata che ha un ottimo termine di paragone nell'oratore che ammorba l'uditorio con degli interminabili monologhi. Nel caso dell'oratore è più difficile per il pubblico sottrarsi, solitamente si scivola via usando il passo del granchio o del gambero, e mai in gruppo. Nel caso dello scrittore prolisso è molto più semplice: basta smettere di leggere.
E allora come fare per tenere incollato il lettore? Uno dei trucchi principali sta nel tenerlo sul filo del rasoio, come nella tradizione del romanzo giallo. Perché così gli rimane sempre la curiosità di vedere dove si vuole andare a parare, posto ovviamente che l'argomento in questione lo interessi. Rimane però un problema grande, forse il problema per antonomasia, quello conosciuto come muro di testo o wall of text (da cui l'acronimo WOT, con il quale viene spesso indicato). Si tratta di quel vero e proprio muro di parole, un blocco granitico senza via d'uscita che riesce a scoraggiare anche il lettore più accanito.
Ho già trattato in un articolo precedente sui suggerimenti per la composizione di un articolo, tra cui anche le scappatoie per evitare di creare un WOT, che in quel caso sono sostanzialmente dei trucchi di stile, come l'inserimento di immagini che spezzino un po' il testo e l'utilizzo di frasi brevi e frequenti a capo. Sostanzialmente si tratta di qualcosa di simile al romanzo con capitoli di poche pagine rispetto al romanzo con capitoli lunghi o addirittura completamente privo degli stessi.

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Camera con vista
Comments: 0 | Views: 370Last Post by: Morris (17/12/2018, 11:56)
 

B_NORM    
view post Posted on 12/6/2018, 12:59 by: MorrisReply
come-scrivere-un-articolo
La scrittura è la forma dialogica più democratica, in quanto non consente la prevaricazione di qualcuno nei confronti di altri, cosa che invece può accadere in un normale dialogo tra persone. Con l'avvento di internet in questo modo è stata data sostanzialmente a tutti la possibilità di esprimere un'opinione, il che mi fa tornare anche in mente la frase di Umberto Eco "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli. Prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli." Ma direi che si tratta del classico rovescio della medaglia.
Però nelle parole di Eco si trova un punto focale, perché un conto e parlare (o chiacchierare al bar), un altro conto è scrivere qualcosa, anche perché, come recita un motto latino, le parole volano, quello che è scritto rimane (per i puristi della lingua, Verba volant, scripta manent). Quindi quando si scrive qualcosa bisognerebbe anche farlo con una certa cognizione di causa (che dovrebbe essere anche una prerogativa assoluta ogni volta che si parla), specie nella stesura di un articolo, che sia un post su un social o su un forum oppure un articolo su un blog o su un giornale. Si trovano in rete diversi articoli sul tema della stesura di un articolo (in particolare relativamente all'articolo per il blog), ma il mio intento è anche quello di analizzare gli errori più comuni, gli errori che secondo la prassi commetterei io e le ragioni delle mie scelte. Si tratta quindi non di tracciare delle vere e proprie linee guida, ma di analizzare delle linee personali.

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Camera con vista
Comments: 0 | Views: 66Last Post by: Morris (12/6/2018, 12:59)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/3/2018, 14:15 by: MorrisReply
Dopo le elezioni di domenica scorsa, lo scenario si presenta più o meno come quello atteso, salvo piccole sorprese che però non vanno a modificare più di tanto la situazione. Il Movimento 5 Stelle rimane primo partito, confermando il trend positivo con un +7% che in parte sorprende, così come l'atteso calo del Partito Democratico, che però è più vicino ad un crollo (-6%). Nonostante la presenza di molti esponenti di spicco usciti dal Partito Democratico, Liberi e Uguali conferma in sostanza quel 3% di voti che fu di Sinistra Ecologia Libertà e riesce comunque ad ottenere l'ingresso alle Camere. Il vero dato sorprendente è un altro: si sapeva che Lega Nord e Forza Italia si giocassero alla pari la leadership della coalizione di Centrodestra, ma il divario uscito dalle urne penso non fosse atteso nemmeno da Salvini e compagni. Altro dato abbastanza inusuale è la totale scomparsa dei partiti di centro, che alle scorse elezioni riuscirono a raccogliere un 10% che è quasi totalmente svanito. Come preventivato, le formazioni estremiste (soprattutto quelle più o meno dichiaratamente fasciste) sono rimaste fuori dalle aule, con risultati peraltro modesti. Alla luce di questi risultati, hanno dichiarato la propria vittoria sia il Centrodestra che il Movimento 5 Stelle. A conti fatti, anche se il Movimento 5 Stelle è stato largamente il primo partito, i suoi 227 deputati e 112 senatori sono comunque meno dei 265 deputati e 137 senatori del Centrodestra. Si impone quindi un accordo trasversale, ed entrambi guardano allo sconfitto Partito Democratico, che dovrebbe fungere da ciambella di salvataggio per uno dei due schieramenti.
Ma la situazione nel Partito Democratico è piuttosto confusa al momento, tra chi vorrebbe allearsi con il partito di maggioranza relativa e chi vorrebbe lasciare agli altri l'incombenza di un accordo di governo. D'altra parte nei cinque anni appena conclusi i vincitori di oggi hanno portato avanti una campagna elettorale perenne in contrasto al governo del Partito Democratico, cosa che ha consentito loro un largo successo elettorale ed in parte ha causato il naufragio del partito di Matteo Renzi. Tant'è che quest'ultimo ha presentato le attese dimissioni da segretario, aprendo di fatto una nuova fase congressuale nella quale scegliere la nuova classe dirigente. Ma allo stesso tempo Renzi si è riservato la facoltà di mantenere le sue funzioni e di guidare lui il gruppo parlamentare alle consultazioni. Questo perché vorrebbe impedire che la parte non ostile al Movimento 5 Stelle possa offrire la sponda per un'alleanza di governo. Al Partito Democratico non conviene politicamente una mossa del genere, sia perché non voluta dai suoi elettori, sia perché significherebbe sparire dalla scena politica alle prossime elezioni (come i vari Fini, Alfano e Monti). Peraltro sarebbe la stessa mossa del Movimento 5 Stelle, che incontrò il leader della coalizione vincente Bersani, ma senza alcuna reale intenzione di trovare un accordo, come apparve chiaro fin da subito a tutti gli spettatori della celebre diretta streaming del loro incontro.

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Camera con vista
Comments: 2 | Views: 121Last Post by: Morris (16/3/2018, 14:04)
 

B_NORM    
view post Posted on 19/2/2018, 12:13 by: MorrisReply
Tra circa due settimane l'Italia tornerà finalmente al voto. E dico finalmente perché si uscirà (forse) da questa impasse del periodo di transizione e soprattutto si uscirà (almeno per qualche settimana, o magari qualche mese) da questa perenne campagna elettorale che alcuni protagonisti portano avanti da anni. Come si dice in questi casi, è un momento storico, ma stavolta potrebbe esserlo davvero, dal momento che si esce da un quinquennio parlamentare miracolosamente portato avanti da una maggioranza trasversale, una große Koalition (grosse coalizion), per usare un termine tedesco ormai in voga, visto che in Germania l'unione in maggioranza dei partiti maggiori per creare un governo stabile è una consuetudine, quando dalle urne non esce una vera maggioranza in grado di sostenere un governo. In Italia la prassi è sempre stata quella del governo tecnico, quando non era opportuno sciogliere le Camere, ma mai prima d'ora si erano visti politici di opposti schieramenti sedere insieme al banco del Governo. D'altra parte non si poteva fare altrimenti, dal momento che nessuno dei tre contendenti aveva la possibilità di creare un esecutivo e non si poteva tornare alle urne dopo poche settimane; ma che la legislatura arrivasse a scadenza naturale era una cosa abbastanza imprevedibile, essendo peraltro inusuale anche in condizioni di normale governabilità. Questa volta il rischio è più alto, dal momento che una simile esperienza sarà complicata da ripetere, sia per i toni che si sono fatti via via più aspri, sia per il rischio che corre chi si cimenta in simili imprese, quello cioè di perdere consensi.
Tralasciando formazioni minori, che si potrebbero definire quasi folkloristiche, se alcune di esse non fossero piuttosto preoccupanti, ad avere l'accesso al prossimo parlamento dovrebbero essere quattro formazioni (o forse tre). Appare difficile che alcune formazioni di estrema sinistra nate in territori piuttosto delimitati possano arrivare a conquistare dei seggi. La stessa cosa, e viene da dire per fortuna, può dirsi per formazioni di estrema destra, che si ispirano neanche troppo velatamente al fascismo e che sono risaltate agli onori delle cronache per vicende dalle tinte piuttosto oscure.
Da una parte c'è il vincitore in pectore, accreditato nei sondaggi di un risultato molto ampio e con un vantaggio di almeno 10 punti sugli avversari, ossia il centrodestra, che però rischia di rimanere con il cerino acceso in mano, dal momento che il grande risultato rischia di rimanere una vittoria di Pirro.

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Comments: 6 | Views: 166Last Post by: Morris (5/3/2018, 10:42)
 

B_NORM    
view post Posted on 21/11/2017, 17:15 by: MorrisReply
Di sicuro né Alan Turing né Ray Bradbury si sarebbero mai aspettati che il principio dell'effetto farfalla si sarebbe verificato in seguito al goal di Johansson al 61° minuto di Svezia-Italia. Era il 10 novembre scorso, poco più di una decina di giorni sono passati da allora, ma di cose ne sono accadute tante. C'è stato innanzitutto l'incontro di ritorno giocato il 13 a Milano, il cui risultato di 0-0 ha sancito ufficialmente l'esclusione della nazionale italiana dal campionato mondiale in Russia del prossimo anno. E da lì, di conseguenza, seguendo l'effetto farfalla (o effetto domino, se preferite) sono partiti una serie di eventi. Primo fra tutti, l'autoesclusione dei cosidetti senatori del gruppo (Buffon, De Rossi, Barzagli e Chiellini), che hanno annunciato il loro addio alla maglia azzurra, quindi l'assalto al Palazzo in cerca di teste da tagliare. La prima, come è ovvio che fosse, quella del tecnico Gian Piero Ventura, primo colpevole del fallimento, seguita a ruota da quella del presidente federale Carlo Tavecchio. Ventura ha fatto sostanzialmente spallucce, rifiutando di dimettersi (cosa che avrebbe comportato la rinuncia a sette mesi di emolumenti, circa 700.000-800.000 €), preferendo aspettare di essere di cacciato da Tavecchio. Quest'ultimo, dal canto suo, ha pensato inizialmente di scaricare tutta la colpa sul commissario tecnico, cercando di salvare la propria posizione. Una volta resosi conto della mancanza di appigli possibili, Tavecchio ha preferito dimettersi piuttosto che vedersi sfiduciato nel consiglio federale.
Cosa viene adesso? I nemici di Tavecchio, quelli sconfitti nel corso di due elezioni, sono tornati alla carica, iniziando il consueto ballo sulla tomba del presidente dimissionario. Gli avvoltoi hanno cominciato a girare vorticosamente sulla poltrona di presidente, cercando l'attimo giusto per potercisi accomodare. E in mezzo al gaudio magno generale sono fioccate le prime proposte da parte di chi l'aveva detto da subito che bisognava resettare il movimento. Ed è uscito fuori il nome del senatore Franco Carraro. Oltre alla carica di sindaco di Roma (1989-1993) e di ministro del turismo dei governi Goria, De Mita e Andreotti VI tra il 1987 e il 1990, Carraro è stato presidente della federazione in tre differenti periodi: 1976-1978, 1986-1987 (commissario straordinario) e 2001-2006; per tre volte è stato anche a capo della Lega di A e B: 1973-1976, 1977-1978 (commissario straordinario) e 1997-2001. È stato inoltre presidente del Milan dal 1967 al 1971 ed ha ricoperto numerose altre cariche nella FIGC e nella UEFA. Non esattamente una figura di homo novus né tanto meno un resettatore, considerando che ha chiuso con il calcio in seguito alle sue dimissioni da presidente federale quando nel 2006 scoppiò il caso Calciopoli. In sostanza forse l'uomo meno indicato per far ripartire il movimento.

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Calcio,
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Comments: 0 | Views: 52Last Post by: Morris (21/11/2017, 17:15)
 

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