|
| Nell'iconografia ufficiale, così come nelle statue e nei dipinti presenti nelle chiese, la figura di Gesù di Nazareth è molto simile a quella di Robert Powell, l'attore che impersonava la parte nello sceneggiato Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli del 1977. Volto emaciato, occhi azzurri, capelli lunghi color castano chiaro, questa è la figura più evocativa, nonostante l'apostolo Giovanni (Apocalisse 1, 14-15) ne dia tutt'altro ritratto: I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. Sicuramente la figura di Enrique Irazoqui, protagonista de Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, è più vicina a quella descrizione. Aldilà dell'aspetto fisico, il Gesù di Pasolini non è un predicatore trasognato con lo sguardo perso nel vuoto, ma è un vero arringatore di folle e fustigatore dei cattivi esempi, avversario di chi predica il bene senza applicarlo nella pratica e di chi giudica senza voler essere giudicato. Più che dalla beatitudine, questo Cristo sembra pervaso dalla volontà di compiere la propria missione sulla Terra, una figura polemica e combattiva nel suo scopo pedagogico. Efficace anche il movimento di macchina, che non segue la figura del Cristo parandosi di fronte a lui, ma ponendosi alle sue spalle, in mezzo ai discepoli. L'incipit è molto particolare, abbastanza inusuale per film del genere: ci si trova in medias res, con la prima scena che propone una giovanissima Maria (la cui età adolescenziale è accennata solo nei cosiddetti Vangeli apocrifi) di fronte ad un Giuseppe ormai avanti negli anni che rimane sconcertato al suo ritorno, quando ritrova la moglie incinta. Lo sgomento di Giuseppe è sia quello dello sposo fedele che si sente tradito che quello dello sposo che dovrebbe ripudiare la moglie contro la propria volontà. Da Maria nessuna parola, nessuna giustificazione, sarà la figura dell'angelo a fungere da deus ex machina, per svelare a Giuseppe il disegno divino. Particolare anche la scena finale, nella quale non c'è il ritorno di Gesù dopo la resurrezione, ma soltanto l'apertura della sua tomba e l'annuncio della sua resurrezione a Maria da parte dell'angelo, che richiama in qualche modo la scena iniziale, quasi a chiudere un circolo. Altro carattere preminente di questa pellicola è l'accento che viene spostato dalla figura del Cristo, del martirio, della resurrezione, alla parola. È un Gesù che insegna quello di Pasolini, un maestro che indottrina i propri discepoli sulla parola di Dio, piuttosto che l'agnello sacrificale proposto nella stragrande maggioranza delle rappresentazioni.Read the whole post...
- Tags:
- Effetto notte,
- Film
|
|