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| La Historia es nuestra y la hacen los pueblos Salvador Allende Correva l'anno 1944 a Roma, quel giovedì 23 marzo. La città era occupata dei tedeschi, che ne avevano preso possesso dopo la fuga del re e dei membri del governo Badoglio, che avevano firmato l'8 settembre del 1943 la resa all'esercito alleato. A contrastare l'esercito occupante c'erano solo gli abitanti di Roma e i gruppi partigiani. Fu proprio ad opera di questi ultimi che avvenne l'attacco di via Rasella, nel quale un reparto dell'esercito teutonico subì la perdita di 33 soldati. Il giorno dopo ci fu la rappresaglia tedesca, ricordata come il più grande eccidio compiuto in Italia durante tutto il conflitto: 335 italiani furono giustiziati e gettate nelle vecchie cave nei pressi della via Ardeatina. Secondo l'ordine del comando tedesco, per ogni soldato morto in via Rasella dovevano essere giustiziati 10 italiani. Tra le vittime figuravano partigiani, ebrei e persone comuni rastrellate in seguito all'attacco contro i tedeschi. Ad organizzare la rappresaglia furono due ufficiali delle Schutzstaffel, il tenente colonnello Herbert Kappler e il capitano Erich Priebke. Kappler fu condannato all'ergastolo in Italia, ma riuscì ad evadere dall'ospedale militare del Celio nel 1977, morendo pochi mesi dopo in Germania a causa di un tumore. Priebke invece è vissuto in latitanza in Argentina fino al 1995, quando fu estradato in Italia per subire il processo che nel 1998 lo ha condannato all'ergastolo. L'11 novembre 2013 anche Erich Priebke ha concluso la sua esistenza, ma non per questo ha smesso di far parlare di sé. Nessuno infatti sembra disposto ad ospitare la salma sul proprio suolo, non la Germania, nazione alla quale si è sempre dichiarato fiero di appartenere; non l'Argentina, la nazione che ha per tanti anni ospitato la sua latitanza e nella quale e sepolta la moglie; non l'Italia, la nazione nella quale si è reso artefice di crimini efferati. La motivazione di questi rifiuti sta tutto nel comportamento di Priebke, che non ha mai mostrato pentimento per quanto compiuto e che ha sempre negato l'esistenza di un genocidio da parte della Germania nazista, arrivando a negare l'esistenza dei lager e asserendo che quello di Dachau era stato costruito dagli Americani dopo la guerra. Per queste ragioni nessuno trova moralmente accettabile e tanto meno conveniente agli occhi delle proprie popolazioni ospitare un tale fardello. All'ex capitano delle SS è stato negato anche un funerale religioso. Il giudizio storico e morale che ricadrà su questa figura sarà indubbiamente di unanime condanna.Read the whole post...
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