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| Tra poco più di tre settimane, gli italiani saranno chiamati ad una decisione importante, per non dire epocale. Il tutto nell'assordante silenzio dei media, giustificato in parte dalla situazione critica che l'epidemia di coronavirus sta causando nel nostro paese. Eppure l'appuntamento con il referendum del 29 marzo rappresenta una chiave di volta della nostra democrazia, perché chiama i cittadini ad esprimersi su una legge di modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione. Nella fattispecie, la legge di modifica costituzionale riduce il numero dei deputati da 630 a 400, di cui 8 eletti nella Circoscrizione Estero anziché 12, riduce il numero dei senatori da 315 a 200, di cui 4 eletti nella Circoscrizione Estero anziché 6. Viene modificato inoltre l'articolo 59, che sancisce la possibilità per il Presidente della Repubblica di "nominare senatori a vita cinque cittadini" e che ha sempre posto il problema se il limite costituzionale di cinque senatori a vita fosse da intendersi come limite massimo di senatori a vita presenti in Senato oppure come limite massimo di nomine a disposizione di ciascun presidente. Soltanto i presidenti Pertini e Cossiga hanno seguito la seconda interpretazione, mentre la prima è stata seguita dagli altri presidenti ed è quella specificata nella legge di riforma costituzionale. La spinta propulsiva di questa legge è stata la lotta alla casta, come se una classe dirigente liberamente eletta fosse paragonabile ad una classe sociale chiusa tipica di alcune nazioni dell'estremo oriente. In realtà alla presunta casta una modifica del genere farebbe decisamente comodo, dato che di fatto già il potere decisionale dell'elettorato è estremamente depauperato dalle leggi elettorali che si sono susseguite dal cosiddetto Porcellum in poi, visto che è stata tolta la possibilità di indicare la propria preferenza tra i candidati. Una deriva oligarchica, quale in effetti è questa modifica, consentirebbe ad i vari capi dei partiti di stilare le proprie liste elettorali con maggiore attenzione ai candidati, premiando i fedelissimi e soprattutto garantendo un controllo maggiore dei propri senatori e dei propri deputati. Senza contare che per l'elettorato si tratterebbe di una minore rappresentatività e soprattutto di una più difficile ascesa ai seggi del Parlamento, i cui rappresentanti diventerebbero a questo punto più casta di quanto siano adesso.Read the whole post...
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