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| I cento passi del titolo sono la distanza tra l'abitazione di Giuseppe Impastato e l'abitazione di Gaetano Badalamenti a Cinisi, paesino in provincia di Palermo. Giuseppe, da tutti chiamato Peppino, è un ragazzo che non si sottomette alla legge della mafia che governa a tutti gli effetti il suo paese natale. Quindi non perde occasione per denunciare le malefatte del boss locale, Gaetano Badalamenti, con il quale lo stesso padre di Peppino, Luigi, ha dei rapporti di amicizia. Tra le varie attività di Peppino contro la mafia (cineforum, manifestazioni, il giornalino L'idea socialista) spicca la creazione di Radio Aut, della quale lui stesso è il principale speaker e dove mette in scena una pungente satira sui mafiosi locali e i loro conniventi. La storia di Peppino si conclude, come spesso accade in questi casi, in maniera tragica: viene aggredito e fatto saltare in aria sui binari della ferrovia. La cosa più importante del film non è la storia, l'ambientazione o l'interpretazione dei personaggi, bensì il messaggio che viene comunicato, l'essenza di quello per cui Peppino aveva lottato ed è morto. Ovviamente non mancano gli orpelli e i ricami alla trama, ma sostanzialmente segue in maniera piuttosto fedele i fatti. L'interpretazione del cast (così come la regia) è decisamente magistrale, spiccano tra tutte le performances di Luigi Lo Cascio (Peppino Impastato) e Lucia Sardo (Felicia Impastato), che rendono al meglio la carica emotiva dei due personaggi da loro interpretati. Anche la colonna sonora (che vive in gran parte di canzoni dell'epoca, a cavallo tra gli anni '60 e gli anni '70) si inserisce nella trama a scandirne i passaggi più importanti: si passa da House of the rising sun degli Animals durante la genesi di Radio Aut alla struggente Summertime di Janis Joplin nella notte dell'agguato, senza scordare la theme song A whiter shade of pale dei Procol Harum, che ricorre più volte nel corso del film. Read the whole post...
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