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B_NORM    
view post Posted on 2/10/2014, 11:06 by: MorrisReply
fahrenheit-451
Fahrenheit 451 di François Truffaut, come l'omonimo romanzo di Ray Bradbury dal quale è tratto, ci presenta un futuro (rapportato all'epoca, il libro è del 1953, il film del 1966) possibile (o alternativo) di un mondo dal quale sono banditi i libri. La motivazione è tanto semplice quanto inquietante: i libri sono uno strumento di pensiero, aprono la mente dell'individuo, che ragiona aldilà di schemi prefissati, sfuggendo così al controllo. In tale mondo ad imperare è la televisione, grazie alla quale il potere esercita il controllo sui cittadini. Emblema di questo potere sono le programmazioni televisive, che sono l'unico punto di riferimento ad ogni livello per i cittadini, in particolare La grande famiglia, una sorta di recita collettiva mediante mezzo audiovisivo, che in qualche modo anticipa le moderne tecnologie, anche se nel film è soltanto un altro metodo di alienazione delle menti. Protagonisti di questa epoca sono i pompieri, il cui compito non è quello di spegnere gli incendi, ma di stanare chi nasconde dei libri, in modo da poterli distruggere con il fuoco. La caccia ai libri avviene perché secondo il potere essi non hanno nulla da dire e parlano di gente che non esiste, causando in chi li legge insoddisfazione e desiderio di una vita diversa. Per questo viene invece enfatizzato il potere mediatico della televisione, che induce i cittadini ad una sudditanza nei confronti del potere, che così riesce ad ottenere il pieno controllo. A sfuggire a questo schema sono poche sacche di resistenza, persone che si ostinano a conservare e a leggere dei libri, tenendoli nascosti e prendendosene cura come fossero il bene più prezioso. Tra questi spiccano gli uomini-libro (da notare che in latino liber, che significa anche libro, è l'aggettivo libero), comunità di persone disposte a tutto per di conservare il sapere contenuto nei libri, arrivando perfino ad impararli a memoria e ad assumere delle nuove personalità, prendendo i loro titoli come nome.
Ed è proprio uno dei nemici più acerrimi dei libri, un pompiere che crede fermamente nel dovere che è chiamato a compiere, che vive il processo di evoluzione e cambiamento che lo porta ad avvicinarsi ai libri. Spinto dalla curiosità, Montag legge il suo primo libro, David Copperfield di Charles Dickens, che lo induce a proseguire questa esperienza e lo porta ad essere sempre più avido di nuove letture. Il percorso che segue Montag lo porta a vedere la luce dentro il buio creato dalla società in cui vive, un buio del quale lui stesso era stato portatore fino ad allora.

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Tags:
Effetto notte,
Film
Comments: 0 | Views: 53Last Post by: Morris (2/10/2014, 11:06)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/10/2014, 12:31 by: MorrisReply
Questo libro è un romanzo, anche se in realtà non lo è. Potrebbe essere un insieme di romanzi, pur non essendolo. Potrebbe addirittura definirsi una sorta di romanzo cornice (come il Decameron di Boccaccio), ma nemmeno questa sarebbe una definizione pienamente giusta di quest'opera di Calvino. Questo è il romanzo dell'incertezza che prende il lettore (e non a caso è un Lettore, con la l maiuscola, il protagonista) durante la lettura di un libro. Mentre ci si appassiona alla trama della vicenda narrata, sorgono mille domande: Cosa succederà? Quale sviluppo inaspettato si cela dietro l'angolo? Come reagirà il tale personaggio al comportamento di quell'altro? Domande alle quali ci si aspetta la risposta, che non sempre arriva, o, per meglio dire, non arriva sempre nei termini che ci si aspetterebbe. Ma cosa succederebbe se quelle risposte che il lettore si aspetta non giungessero affatto? Come si sentirebbe il lettore di gialli che non scopre il nome dell'assassino perché qualcuno ha strappato l'ultima pagina del libro? In un certo senso Se una notte d'inverno un viaggiatore si presenta come l'incubo del lettore, costretto ad abbandonare il libro che stava leggendo perché questo è incompleto, perché manomesso. Ma questo non è un evento occasionale, ma diventa la prassi, succede con ogni libro. Si legge l'inizio di un libro per scoprire che ad un certo punto ne comincia un altro, andando alla ricerca dell'altro ci si imbatte in un terzo, poi un quarto e così via, quasi come perduti in una diabolica spirale. In sostanza questo libro di Calvino si presenta come qualcosa che il lettore terrà sempre presente, anche nelle letture successive: la conoscenza del finale non è scontata, così come nella realtà non è dato sapere cosa ci riserva il futuro e quali nuovi e strani sviluppi ha in serbo per noi.

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Invito alla lettura
Comments: 0 | Views: 55Last Post by: Morris (7/10/2014, 12:31)
 

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