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| Dopo il passo indietro di due giorni fa e le conseguenti manifestazioni spontanee di giubilo, Berlusconi torna all'attacco nel solito modo, diramando un videomessaggio agli italiani. Il succo del discorso è qualcosa di vecchio: nonostante il buon governo ha rassegnato le dimissioni anche in mancanza di un voto di sfiducia, e dopo aver approvato la manovra economica con i voti della propria maggioranza, che ancora sussiste in parlamento. La realtà si figura differente però: la maggioranza "coesa" non ha sostanzialmente governato negli ultimi mesi, afflitta da diaspore interne, che l'hanno portata a diverse sconfitte in più votazioni (stranamente solo quando era in ballo la fiducia al governo la compattezza della maggioranza era assoluta). Il voto di sabato scorso è riuscito ad essere positivo solo in virtù dell'astensione delle opposizioni, pronti alla mozione di sfiducia nel momento in cui non ci fosse stato un passo indietro del premier. Ma non è stata l'opposizione a far cadere il governo, né tantomeno le proteste di piazza che infuriano nella penisola da un anno o più. A tagliare le gambe all'esecutivo sono stati i mercati, che hanno bocciato una politica economica assolutamente inconsistente, accompagnata da una mancanza di fiducia mai così esasperata nei confronti della nostra classe dirigente. E così l'Italia commissariata non poteva permettersi nemmeno il "lusso" di andare a nuove elezioni, perché perdere altri mesi nell'incertezza avrebbe voluto dire rischiare il fallimento. Sì, default, spread i termini che hanno tormentato le cronache politico-economiche degli ultimi mesi. Perché se il default dell'Italia è apparso a tutti poco probabile, essendo un paese con un'economia di un certo rilievo nonostante tutto, lo spread, ovvero la differenza di punti di interesse tra i buoni del tesoro tedesco (punto di riferimento dell'area euro) e quelli italiani, è arrivato a dei livelli da far tremare i polsi. Perché pagare più interessi a chi detiene i nostri buoni del tesoro (in buon sostanza a chi ci fa credito) significa avere sempre meno risorse a disposizione e minori possibilità di abbassarlo il famoso debito. Perché un paese normale dovrebbe avere un debito pubblico inferiore al proprio prodotto interno lordo (ovvero la ricchezza che produce), altrimenti, anche per un'economia "forte", il rischio di fallimento è vicino. Come si è arrivati a questo punto? Negli ultimi anni il problema principale degli italiani sembrava essere la giustizia, con processi che non potevano durare più di un certo periodo (come se la lunghezza dei processi fosse figlia solo della lentezza della magistratura, mentre in gran parte è responsabilità delle difese, che si avvalgono di tutte le loro garanzie per rinviare i processi) e altri che non andavano celebrati, perché alcuni reati venivano depennati dal codice. Read the whole post...
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