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| Un tempo in ambito calciofilo si usava dire che il portiere era un uomo solo, avulso dal gioco della squadra (anche se nel calcio moderno le cose sono cambiate), questa definizione ben può adattarsi alla figura del blogger. Chi è questa figura apparsa in rete acquisendo uno spazio e un’importanza sempre maggiori? Il blogger è un po’ di tutto, apprendista scrittore, aspirante giornalista, semplice appassionato. Il ruolo e le peculiarità sono andati modificandosi nel tempo, all’inizio il blogger era semplicemente qualcuno che, invece di tenerlo nascosto in un cassetto, scriveva il proprio diario in rete, rendendolo accessibile a tutti. Quasi subito è arrivata la forma tematica, con persone che sceglievano di mettere in rete e condividere le proprie conoscenze. È proprio questo il punto fondamentale, la molla primaria che spinge il blogger: la volontà di condividere. Eppure il blogger è solo, non ha un vero punto di riferimento verso il quale rapportarsi. In un forum, come in ogni community in generale, un utente condivide con altri utenti rapportandosi con essi, tenendoli presente come punti di riferimento per i suoi contributi. Il blogger invece ha come punto di riferimento un ipotetico lettore, tutto da immaginare. Inoltre si parte dal presupposto che non ci siano contributi, al limite lo spunto offerto può dare spazio a dei commenti, che tuttavia non hanno nulla a che vedere con i post degli utenti di una community. E quindi il blogger si ritrova solo sempre più spesso, con l’unica consolazione dell’eventuale contatore visite, indice che, coscientemente o casualmente, qualcuno quantomeno visiona le pagine condivise. A differenza dell’utente di una community, il blogger deve quindi trovare nella passione, più che nel confronto costruttivo, gli stimoli per continuare a percorrere la sua strada. Sul finire del primo decennio di questo secolo si è avuta una sorta di esplosione di blog: tutti ne avevano uno, era diventata una sorta di moda. La nascita e il diffondersi dei social network ha invertito questa tendenza, con una notevole riduzione del numero di blog in rete, evento che personalmente giudico positivamente, poiché ha consentito una “scrematura” naturale e ha fatto in modo che rimanessero on line i blog con uno scopo reale e non nati semplicemente per seguire una moda passeggera. Read the whole post...
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