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Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla vostra sete di totale devastazione andate a frugare anche il mare. Avidi se il nemico è ricco e arroganti se è povero. Gente che né l'oriente né l'occidente possono saziare. Solo voi bramate possedere con pari smania ricchezza e miseria. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano impero. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano nuovo ordine. Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace. Publio Cornelio Tacito (Vita di Agricola) Secondo il dizionario Treccani, la geopolitica è lo studio delle influenze che la collocazione geografica di un popolo, di una nazione, di uno stato ha sulla sua storia politica. In altre parole, si tratta dello studio delle relazioni tra la geografica fisica, la geografia politica e la geografia umana di un territorio, cioè la sua struttura fisica, la sua organizzazione politica e la popolazione che lo abita. L'importanza di questa disciplina al giorno d'oggi è dimostrata dalla sempre più veloce obsolescenza dei libri di geografia e degli atlanti geografici. Provate a prendere un atlante di qualche anno fa, confrontandolo con la situazione odierna avrete una visione chiara di quante siano le differenze. E non è un fenomeno limitato alle sole zone del cosiddetto Terzo Mondo, in quanto anche il vecchio continente ha subito delle modifiche non da poco. C'è l'attuale situazione incerta al confine tra Ucraina e Russia, che ha visto il passaggio (non ancora riconosciuto in ambito internazionale) della penisola di Crimea dalla prima alla seconda, c'è stato il boom dell'ultimo decennio del novecento, che ha visto la riunificazione della Germania, lo smembramento di Jugoslavia e Cecoslovacchia e la dissoluzione dell'Unione Sovietica. E poi c'è il resto del mondo, laddove si fiondano i predatori di cui già parlava Tacito: la politica interna di un determinato paese non è mai scevro dalla politica estera degli altri, in particolar modo quando si tratta di un paese in posizione strategica e ricco di risorse naturali. In questi casi ogni mossa di politica interna è attentamente osservata dalle potenze straniere, pronte ad intervenire appena i propri interessi lo richiedano. Spesso causando più male che bene. Basti pensare ai focolai esistenti ad oggi, figli di situazioni create in passato dalle potenze occidentali. Come la fine di Saddam Hussein, prima baluardo contro l'estremismo islamico iraniano, poi nemico numero uno di ben due guerre. Oppure quella di Muhammar Gheddafi, interlocutore privilegiato per le comunicazioni tra Occidente ed Oriente poi diventato, quasi per caso, un dittatore sanguinario. La sostanza dei fatti è che questi personaggi hanno avuto i loro pregi e i loro difetti sempre, ma sono stati enfatizzati gli uni o gli altri a seconda della convenienza del momento. Così come adesso sembra che l'Iran (uno degli stati dell'Asse del male, secondo la teoria di George W. Bush jr.) stia per diventare un paese amico, una sorta di nuova porta per l'Oriente.Read the whole post...
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