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| Anche se questa rubrica si occupa più che altro di film, mi sembra opportuno fare una digressione anche nel campo del cinema non fiction, ossia il documentario. La riflessione (che sarà di ampio respiro e si svilupperà in più articoli) è sulla possibilità (o la liceità) di utilizzo del documentario come un documento storico a tutti gli effetti, così come i documenti scritti o i reperti di vario genere. Il problema sostanziale è che per sua natura il cinema (tale è il documentario) si presta alle manipolazioni più svariate, cosa che ne inficia l'attendibilità, anche se è vero che lo stesso problema c'è anche con gli scritti: l'attendibilità dell'autore è importante in entrambi i casi. Il dibattito sull’ammissibilità delle immagini in movimento come fonti storiche è tuttora acceso, anche se negli ultimi tempi molti storici hanno cominciato a studiare le immagini filmate. Si sta facendo strada, infatti, la teoria che vede nello strumento cinematografico una miniera di informazioni molto importanti per lo studio della storia contemporanea. Eric J. Hobsbawn, uno dei massimi storici della nostra epoca, si è servito per il suo Il secolo breve delle immagini filmate. Come sostiene egli stesso, è impossibile pensare di trattare la storia contemporanea senza l’ausilio delle immagini, poiché esse hanno avuto una parte importantissima nella storia stessa. Basta pensare all’apporto che hanno dato le immagini a momenti storici come la guerra nel Vietnam o in Corea o, in tempi più recenti, la guerra in Iraq. Anche Marc Bloch, nell’Apologia della storia o Mestiere di storico, dice: “Tutto ciò che l’uomo dice o scrive, tutto ciò che costruisce o tocca, può e deve dare informazioni su di lui” . In un’epoca nella quale i mass-media la fanno da padrone è assolutamente anacronistico pensare di escludere le immagini filmate dalla ricerca storica. Bisogna però precisare che i documenti filmati non sono sempre attendibili, visto che sono suscettibili di manipolazioni, dovute sia alla visione soggettiva degli eventi, sia alla faziosità e alla propaganda. Sulle immagini vanno dunque cercati dei riscontri e delle prove di attendibilità, cosa che per altro deve necessariamente avvenire anche per le fonti scritte, anche se è risaputo qual è l’attendibilità di alcuni storici dell’antichità, che non si preoccupavano minimamente di verificare le proprie fonti, uno su tutti lo storico greco Plutarco. Un altro punto molto importante è la distinzione tra le immagini documentarie e le immagini di fiction. È una consuetudine considerare le prime come vere e le seconde come inventate. Questo discorso è giusto solo in parte, poiché molti documentari sono poco attendibili, mentre altri sono assolutamente falsi, come il caso del documento filmato che mostrava un attacco su Londra da parte dello Zeppelin, in realtà mai avvenuto, oppure il documentario della Combat Film su un bombardamento americano su Pantelleria.Read the whole post...
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