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20/3 16:26: Morris in Guestbook
8/11 12:05: Morris in Nove anni insieme
8/10 13:58: Morris in Alla ricerca della balena bianca



B_NORM    
view post Posted on 17/10/2017, 14:10 by: MorrisReply
Un articolo di questo tipo era quanto meno inevitabile, dopo essere entrato nell'argomento trattando la figura del moderatore e quella dell'utente storico, oltre a parlare dell'importanza della reputazione. Devo dire che rispetto agli altri è un ruolo poliedrico, che presenta molteplici sfaccettature e comporta un impegno costante nel tempo ma sempre diverso nello svolgimento. A differenza del moderatore, il ruolo dell'amministratore non comporta solo dei compiti che, una volta appresi, vengono svolti in maniera piuttosto automatica. L'amministratore è il motore primo della community, e deve essere anche colui che porta le novità. Novità che però non devono (tranne rari casi) portare a degli stravolgimenti che possano far smarrire il senso acquisito dalla community nel corso del tempo, ma devono essere impulsi che consentano alla community stessa di evolversi, senza perdere la propria identità.
L'amministratore è in primo luogo il gestore del forum, ne è a volte il fondatore, ma prima di tutto è il leader dello staff. Ed è soprattutto quest'ultimo ruolo ad avere una preponderante importanza, dal momento che un progetto, per quanto buono possa essere, non riesce a partire o fallisce subito per la mancanza di leadership e di capacità di aggregazione e coesione. All'amministratore serve molto la capacità di raccogliere intorno al proprio progetto tutte le personalità che possano apportare dei vantaggi, ma soprattutto serve la capacità di mediare gli eventuali (o inevitabili, sarebbe meglio dire) attriti tra i suoi collaboratori, in modo da garantire un ambiente di lavoro sano e proficuo. L'amministratore deve inoltre riuscire ad educare i propri moderatori nel rapporto con l'utenza, onde evitare che un comportamento troppo tirannico (o troppo lassista) finisca per far fuggire i membri della community. Allo stesso modo, l'amministratore deve avere la capacità di scorgere le potenzialità delle persone e quella di persuasione per coinvolgere le persone valide nel proprio progetto.
Ovviamente oltre a queste capacità che consentono ad un amministratore di portare al successo il suo progetto, occorre anche altro, soprattutto a livello tecnico. Servono infatti capacità gestionali dei vari software utilizzati e capacità grafiche per migliorare l'aspetto esteriore del forum. Nonostante ciò, queste conoscenze possono anche non essere indispensabili quando si riesce a coinvolgere in maniera profonda persone che abbiano conoscenze tecniche e grafiche, dal momento che, in una community di una certa dimensione, anche laddove sia presente la figura centrale di riferimento, le varie competenze amministrative sono suddivise tra vari amministratori, proprio perché con il passare del tempo la gestione di uno solo diventa assolutamente complicata.

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Topic board
Comments: 3 | Views: 337Last Post by: Morris (22/10/2017, 19:22)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/9/2017, 15:34 by: MorrisReply
reading
Esiste un tempo giusto per ogni cosa, in genere forzare gli eventi porta ad un effetto contrario rispetto a quello voluto. C'è un tempo giusto per ogni libro e per ogni autore, prendere in mano un'opera nel momento sbagliato può creare un blocco nei confronti dell'opera stessa, se non addirittura verso il suo autore. Spesso ci viene in mente, quando apprezziamo notevolmente qualcosa, che il determinato autore andrebbe studiato a scuola. La cosa in sé potrebbe essere giusta, ma fino ad un certo punto.
Se un autore viene approfondito durante gli studi di letteratura generale è sicuramente un fatto positivo, dal momento che viene data a tutti l'opportunità di conoscerlo, offrendo così degli spunti a dei potenziali lettori. Se invece l'opera viene imposta e studiata nel particolare, come è il caso della Divina Commedia di Dante Alighieri e de I promessi sposi di Alessandro Manzoni, l'effetto non può che essere negativo. Queste sono forse le due opere più odiate dagli studenti italiani, proprio perché la loro conoscenza è forzata sia nei tempi che nei modi. Per fortuna una parte di questi studenti avrà in seguito la possibilità di accostarvisi nuovamente e di apprezzarle come meritano, ma per tutti gli altri rimarranno sempre come una specie di incubo incancellabile dei tempi della scuola.
Visto che al giorno d'oggi, complice la digitalizzazione di tutto quel che concerne il quotidiano, scrivere qualcosa è un evento piuttosto remoto lontano dai banchi di scuola, la lettura è il modo migliore per non scivolare nell'analfabetismo di ritorno, che è un pericolo più reale di quanto non si creda. A parte il fatto che molti giovani in età scolare o poco più che maggiorenni scrivono in maniera totalmente sgrammaticata, il fatto di non leggere li fa peggiorare sempre più. E le persone che non leggono hanno perso (o, peggio, non hanno mai sviluppato) la curiosità verso i libri, nella maggior parte dei casi proprio per colpa della scuola. Così come non siamo fisicamente tutti uguali e ci piacciono cibi diversi, allo stesso modo ognuno ha il suo particolare gusto anche per quello che riguarda la lettura. Quindi non ha senso proporre letture generalizzate, visto che ciascuno ha i suoi tempi per avvicinarsi ad un autore o ad un'opera.

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Invito alla lettura
Comments: 4 | Views: 133Last Post by: Morris (22/10/2017, 19:24)
 

B_NORM    
view post Posted on 30/5/2017, 14:15 by: MorrisReply
film-tv
Cinema e televisione sono nati con diverse destinazioni d'uso, oltre che in epoche diverse. Inizialmente il palinsesto televisivo era composto soltanto di programmi d'evasione, giochi a quiz e sceneggiati a puntate ispirati ai capolavori della letteratura. Poi, con l'allargarsi della programmazione, hanno cominciato a trovare spazio anche i film, con il classico appuntamento settimanale del lunedì.
L'avvento delle tv commerciali, in particolar modo la nascita di Mediaset, per anni unico vero antagonista della televisione pubblica, ha comportato un allargamento dell'offerta, causa di una vera e propria guerra a colpi di prime visioni, che portò addirittura ad un referendum che abrogasse la possibilità di interruzioni pubblicitarie all'interno dei programmi televisivi, votato l'11 giugno 1995 (con la clamorosa vittoria del NO con il 55%, ottenuta grazie ad una massiccia campagna portata avanti da Mediaset). La nascita delle televisioni a pagamento ha comportato invece una diminuzione del numero di film trasmessi, dal momento che i costi subirono un'impennata tale che non consentiva ai classici network di entrare in concorrenza. Ci fu così una sorta di marcia indietro, con il ritorno dei network tradizionali allo sceneggiato, che in parte richiamava quello del passato ed in parte si presentava come una contaminazione, traendo ispirazione da temi tipici delle soap opera. Come conseguenza è nata una nuova classe di attori (perlopiù derivanti dal mondo dello spettacolo), dediti esclusivamente alle fiction televisive e del tutto estranei al mondo del cinema.
Questo ha portato ad una certa scadenza del prodotto, fino a quando, almeno da parte della Rai, c'è stata una nuova inversione di tendenza: hanno visto la luce nuove serie televisive con un numero di puntate limitato (in genere da due a quattro) che risultano più dei film in parti che delle vere e proprie serie. La causa di questo nuovo processo potrebbe essere anche la sempre più massiccia importazione di serie tv straniere, in particolare americane. Da qui la necessità di diversificare il prodotto, dal momento che anche le serie televisive straniere sono diventate un prodotto ricercato come i film in prima visione. Un primo esempio di prodotto del genere è La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana del 2003, nato come fiction a puntate per la televisione e poi proiettato anche nei cinema.

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Effetto notte
Comments: 0 | Views: 87Last Post by: Morris (30/5/2017, 14:15)
 

B_NORM    
view post Posted on 27/3/2017, 14:42 by: MorrisReply
La pubblicità è, come si suol dire, l'anima del commercio, quindi anche gli sviluppatori di alcuni software ne permettono la libera distribuzione con degli annunci pubblicitari al suo interno. A volte però questi possono risultare decisamente invasivi e fastidiosi, forse anche per invogliare gli utenti all'acquisto della versione pro. Uno di questi caso è il client torrent più famoso ed utilizzato, µTorrent, del quale ho già redatto una breve guida. Nel caso in questione però non è strettamente necessario l'acquisto della versione a pagamento per eliminare i banner pubblicitari all'interno dello stesso programma. Seguendo il percorso Opzioni > Impostazioni > Avanzate, vi trovate davanti una schermata del genere:

torrent-banner


Selezionando le seguenti stringhe, è possibile dare loro il valore false, eliminando di fatto i banner all'interno del programma.

gui.show_plus_upsell
offers.sponsored_torrent_offer_enabled
offers.left_rail_offer_enabled
offers.sponsored_torrent_offer_enabled
gui.show_notorrents_node
offers.content_offer_autoexec
bt.enable_pulse


Per farlo è sufficiente cliccare due volte sulla stringa oppure selezionarla e mettere la spunta sul valore falso. Dopo averle modificate tutte, per confermare cliccare sul tasto OK per chiudere la finestra. Una volta svolta questa operazione, ad ogni avvio del programma non ci saranno più i fastidiosi banner pubblicitari.

Edited by Morris - 9/5/2018, 00:41

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Guide,
Nerd Herd
Comments: 0 | Views: 79Last Post by: Morris (27/3/2017, 14:42)
 

B_NORM    
view post Posted on 9/2/2017, 14:11 by: MorrisReply
C'era un tempo in cui non uscivo di casa se non avevo con me alcune cose specifiche: le chiavi di casa, una penna ed un pezzo di carta. Tutto il resto era abbastanza opzionale. Certo, era un'epoca molto diversa da quella attuale, non c'erano ancora i telefonini, i computer erano più rudimentali e li trovavi solo in alcuni uffici, mentre quelli che alcuni avevano in casa (gli home computer) erano più che altro delle console di gioco primordiali. Quando poi sono arrivati i cellulari ed i personal computer le cose non sono poi cambiate molto, alle tre cose di prima qualche volta (non sempre) aggiungevo il telefonino.
Poi sono arrivati gli smartphone, che in qualche modo hanno portato una piccola rivoluzione. Di fogli ormai non ne servivano più e la penna veniva ricordata solo quando effettivamente sapevo che mi sarebbe servita. Questo perché le piccole operazioni quotidiane che prima si facevano in modo analogico adesso si fanno in digitale. Per prendere un appunto, segnare un appuntamento o un numero di telefono, un indirizzo, una e-mail, non servivano più carta e penna, c'era lo smartphone, con un'app pronta per ogni eventualità.
Ed anche se tuttora mi capita di non trovare il cellulare, perché mi sono scordato dove l'ho messo, tuttavia è diventato un compagno inseparabile. Persistono le chiavi, almeno finché non ci sarà un'app che ti apre la porta di casa. E queste app sono talmente tante che è lecito chiedersi quante di esse siano realmente o potenzialmente utili. Per questo motivo, così come ho fatto per le estensioni dei browser, ho pensato di stilare una breve lista di suggerimenti, partendo comunque da un presupposto: lo smartphone resta comunque un telefono, il cui utilizzo primario è quello di chiamare altri telefoni, tenere gli occhi sullo schermo sempre è comunque deleterio, così come rinchiudersi in un bagno a farsi gli autoscatti.
Detto questo, nella lista sono presenti alcuni elementi sono a mio modo di vedere indispensabili in uno smartphone. Ed è ironico che per scrivere quest'articolo sia tornato alle abitudini di quando scrivevo su per una rivista mensile, con la penna sul foglio per poi ribattere il tutto a macchina (anche se questa volta ho battuto al computer). L'utilizzo delle nuove tecnologie non deve privarci delle capacità preesistenti, che vanno comunque esercitate.

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Nerd Herd
Comments: 0 | Views: 76Last Post by: Morris (9/2/2017, 14:11)
 

B_NORM    
view post Posted on 4/2/2017, 17:07 by: MorrisReply
In molte community, specie in quelle più grandi, esiste una figura molto particolare di utente, che è una sorta di ibrido tra un utente medio ed un membro dello staff, cioè il cosiddetto utente storico. Ho già in passato trattato in parte l'argomento nell'articolo sulla reputazione all'interno di una community, ma mentre in quel caso si trattava di reputazione di un utente (che per ovvie ragioni non può che essere soggettiva), qui si vuole parlare di una tipologia con una sorta di riconoscimento ufficiale. In molti casi, infatti, nei forum è presente un gruppo (o anche più) destinato a quegli utenti ritenuti meritevoli da parte dello staff (non sono il caso dei gruppi nei quali l'utente si può inserire da solo). La funzione di questi gruppi è quella di indicare agli altri utenti quali sono per lo staff i modelli da seguire, offrendo loro anche una specie di obiettivo diverso da quello usuale di discutere argomenti d'interesse specifico.
Ma chi sono questi utenti? Si tratta effettivamente di casi borderline, nel senso che possono essere persone che hanno fatto parte dello staff per periodi più o meno lunghi (anche più volte), ma possono essere anche persone che non ne hanno mai fatto parte. In questi ultimi casi non è raro trovare persone alle quali è stato proposto di entrare nello staff. Perché questo? Solitamente questi utenti ritenuti importanti e meritevoli dallo staff sono in primo luogo persone che rispettano il regolamento della community ed i suoi membri, che animano le discussioni e le chat, rendendo a tutti gli effetti più vivo un forum.
Spesso si verifica che l'utente storico sia anche quello che gode di grande reputazione presso gli altri utenti, cosa che lo pone sotto i riflettori, generando comportamenti non molto consoni per una community, come la mitizzazione della sua figura o l'adeguamento del proprio pensiero a quello del beniamino di turno, invitato di volta in volta a dire la sua sul nuovo argomento di discussione. Addirittura questo processo di idealizzazione può avvenire in proprio, senza nemmeno la conoscenza diretta del proprio idolo: succede nei casi in cui l'oggetto delle adulazioni sia ormai fuori dalla community e lo si conosca solo attraverso i post che ha lasciato nel forum. Ma non è solo questo il rovescio della medaglia: c'è anche il caso di delirio di onnipotenza da parte dell'utente, che, in virtù di questo "status" raggiunto, assume atteggiamenti antitetici con il ruolo che in realtà dovrebbe impersonare. Questo in verità capita solo quando le persone sono sopravvalutate dallo staff o dall'utenza, ed il loro apporto al forum aveva come unico scopo raggiungere quel determinato livello (e, in buona sostanza, siamo agli stessi punti analizzati per la reputazione).

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Comments: 3 | Views: 199Last Post by: Loraes (5/2/2017, 17:25)
 

B_NORM    
view post Posted on 19/1/2017, 15:08 by: MorrisReply
la-corazzata-potemkin
Prima di parlare di questo film nello specifico, è d'uopo fare un paio di considerazioni, tanto per sfatare qualche piccolo mito sulla pellicola. In verità più che di mito si tratta di chiarire alcune inesattezze dovute ad una rilettura in chiave comica del film. Per molti il film è noto solo per la parodia che ne fa Paolo Villaggio ne il secondo tragico Fantozzi. In realtà il famoso film che Fantozzi ed i suoi colleghi sono costretti a vedere è La corazzata Kotiomkin del regista Serghei M. Einstein, della durata di circa 4 ore e mezza. Si tratta di una pellicola inventata le cui scene furono girate dal cast del film, ricalcando alcune delle scene principali della pellicola di Ejzenstejn (che invece dura circa 75 minuti).
Detto questo c'è da dire che è stupido etichettare un film come capolavoro perché parte della storia del cinema, così come apostrofarlo come noioso solo perché si tratta di un film muto. Un giudizio su un film è possibile solo dopo averlo visto, così come un giudizio su un libro è possibile solo dopo averlo letto.
Innanzitutto, specie per opere di questo tipo, bisogna considerare l'epoca nella quale è stata realizzata, quindi le possibilità e soprattutto i limiti tecnici. Il film è del 1925 e rievoca in maniera romanzesca i fatti della rivoluzione del 1905 svoltisi nella città di Odessa (in Ucraina), con protagonisti i marinai dell'equipaggio della Potemkin, che si ammutinarono dopo aver scoperto che le razioni di cibo che avevano ricevuto erano avariate. Nel clima di scontri di protesta che coinvolsero la città, si materializzò una dura repressione dall'esercito zarista, con l'equipaggio della Potemkin pronto ad ingaggiare una battaglia nelle acque di Odessa e gli equipaggi delle altri navi che si rifiutarono di combattere e aprirono loro una via di fuga.
Aldilà della storia, che ha soprattutto intenti celebrativi per il ventennale della prima rivolta al dispotismo zarista, quello che rende meritevole di menzione il film è soprattutto la regia di Ejzenstejn, che già si era distinto nella sua opera prima dell'anno precedente, Sciopero! (Stačka!), anche perché l'impianto del film è basato principalmente sulla sua capacità di dirigere gli attori (non professionisti) e creare le sequenze sceniche.

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Effetto notte,
Film
Comments: 0 | Views: 53Last Post by: Morris (19/1/2017, 15:08)
 

B_NORM    
view post Posted on 4/11/2016, 09:32 by: MorrisReply
Sei anni sono veramente tanti. Soprattutto pensando allo spirito con il quale questo blog era nato, sostanzialmente un archivio di tutto un po' o, in parole forti e schiette, una discarica di appunti. Con il tempo si è guadagnato la sua dignità, acquisendo il suo diritto allo status di mia creatura assolutamente indipendente dagli altri blog, arrivando forse ad essere tra i tre il più importante. Sicuramente ha giovato la struttura definitiva delle rubriche, anche se quest'anno la media degli articoli si è abbassata a causa di problemi logistici che mi hanno impedito di pubblicare per un paio di mesi. Per il futuro direi di partire guardando all'anno appena trascorso, che ha visto la mancanza di articoli per la rubrica sui libri (che peraltro necessita di una buona revisione): un buon punto di partenza è quello di cominciare a ripubblicare articoli anche lì, anche se l'ampiezza della rubrica Camera con vista facilita la pubblicazione di articoli in quel campo, magari penalizzando gli altri. È anche a causa di questo che ho deciso di creare un sommario, dal momento che gli articoli cominciano ad accumularsi gli uni sugli altri e diventa sempre più difficile andare a ritrovare un articolo specifico.
Novità all'orizzonte non ce ne sono, come ho sempre detto la grafica scelta all'inizio è quella definitiva, dubito che verrà mai cambiata, se non in piccoli particolari (il logo negli anni ha subito dei mutamenti via via più piccoli), nuove rubriche non credo sia possibile aprirle, in quanto sarebbe inutile aumentare la mole di lavoro andando ad inficiare la qualità. Ho sempre pensato alla mia grande passione che qui non ho coltivato se non marginalmente, ossia il calcio: molte volte ho immaginato una rubrica su di esso (o sullo sport in generale), ma purtroppo una cosa del genere oltre alle problematiche già citate comporterebbe anche la necessità di una cadenza periodica fissa. Mentre gli altri argomenti trattati hanno una validità assoluta, parlare di sport comporta l'indagine dell'immediato. Non ha alcun senso ad esempio parlare degli ultimi mondiali a due anni di distanza, se non sotto altri aspetti che prescindono da quello squisitamente sportivo. Quindi per ora niente novità, seguendo il motto fondativo di questo blog, ossia navigazione a vista, con l'augurio di ritrovarci ancora in queste acque tra un anno.

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Archivio
Comments: 0 | Views: 28Last Post by: Morris (4/11/2016, 09:32)
 

B_NORM    
view post Posted on 20/10/2016, 14:54 by: MorrisReply
il-giorno-degli-zombi
All'uscita di questo film, nel 1985, nelle intenzioni del regista George Romero doveva concludersi la trilogia dedicata agli zombi, che poi in effetti verrà seguita dopo vent'anni da una nuova serie di tre film. Ne Il giorno degli zombi si è perso quel senso di straordinarietà della situazione, perché, per quanto possa sembrare surreale, la realtà dell'invasione è ormai una routine. Non si vive più una situazione d'emergenza, ma un quotidiano organizzato in tutti i suoi aspetti. E in mezzo a questa organizzazione, fanno la comparsa i classici gruppi militari che ostacolano i protagonisti. Dopo il film dello sconcerto iniziale e quello delle prime organizzazioni di piccoli gruppi, questo è il film del contrasto tra i diversi modi di reagire ad una catastrofe. Da una parte chi tenta di spiegare il fenomeno e di cercare una soluzione integrativa, dall'altra chi invece cerca di salvaguardare il proprio interesse auspicando una soluzione finale per il problema. Qui per la prima volta c'è un'interazione tra le due parti in lotta che va aldilà del disgusto e dell'orrore. Il principio non è più quello di distruggere totalmente il nemico, ma si cerca un dialogo. E questo, che sarà il punto sul quale si svilupperanno i successivi film, risulta possibile. Gli zombi non sono più una massa informe spinta dall'istinto, ma possono ritornare in qualche modo umani.
La lotta è ormai impari, gli zombi hanno preso il sopravvento, inoltre ogni persona che muore diventa zombi a sua volta, per cui lo squilibrio è destinato ad aumentare. Per questo c'è la scelta di alcuni di cercare un punto d'incontro, di non vedere solo le differenze, ma di trovare le analogie con quelli che una volta erano umani e, per certi versi, possono esserlo ancora. Da contraltare a questo spirito di pace, la cieca volontà di supremazia, che impone la distruzione dell'altro, del mostro. Ma alla fine chi è il mostro tra lo zombi dagli atteggiamenti umani e l'uomo privo di qualsiasi scrupolo pur di perseguire il proprio interesse?
Il cambio di registro rispetto ai due film precedenti rappresenta il salto di qualità dell'universo raccontato: la realtà immaginata non è più lo specchio della società americana (ed occidentale in genere), ma della situazione mondiale che vive il periodo della guerra fredda, con una pace armata fatta di scaramucce tese ad avvantaggiarsi nei confronti del nemico, piuttosto che cercare un vero dialogo costruttivo.

Edited by Morris - 9/5/2018, 01:03

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Effetto notte,
Film
Comments: 8 | Views: 285Last Post by: Morris (3/11/2017, 01:36)
 

B_NORM    
view post Posted on 5/10/2016, 13:27 by: MorrisReply
Il prossimo 4 dicembre si apriranno le urne per un nuovo referendum, che, senza voler nulla togliere agli ultimi quesiti proposti (che non hanno raggiunto il quorum), si profila come uno dei più importanti della nostra storia repubblicana. Prima di analizzare il significato del voto, sarebbe opportuno fare qualche appunto, specificando in primo luogo cosa questo referendum non è. Il referendum non è un plebiscito in favore (o contro, fate voi) dell'attuale governo, la cui vita non dipende automaticamente dal risultato. Nonostante il Presidente del Consiglio abbia in passato dichiarato che una vittoria del NO avrebbe posto fine al suo governo, può tranquillamente rimangiarsi tutto, accollandosi le conseguenze politiche. Il quesito non riguarda inoltre in alcun punto la nuova legge elettorale denominata Italicum, con la quale voteremo alle prossime politiche se prima di allora non verrà modificata o dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale.
Il disegno di legge Renzi-Boschi prevede disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione.
Per quanto possa sembrare un po' lungo e corra il rischio di diventare un muro di testo, trovo tuttavia essenziale analizzare singolarmente i diversi articoli di questa legge. Prima di farlo, penso sia naturale un'analisi tout court del quesito, che in sostanza chiede di ratificare o meno questa legge di modifica costituzionale. Come un po' tutte le cose, anche questa legge ha degli aspetti positivi e degli aspetti negativi.
Tra gli aspetti positivi sono sicuramente le modifiche apportate al quorum dei referendum e al quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica. Nel primo caso è un modo per superare la beffa in cui si risolvono negli ultimi anni i quesiti, con i fautori del NO che cavalcano l'astensione per avocare a sé anche il non voto dei disinteressati. In tal modo tutti gli interessati sarebbero costretti ad esprimere il proprio SI o il proprio NO. L'elezione del Presidente della Repubblica con una maggioranza più qualificata potrebbe portare a convergere su nomi che riescano ad unire maggiormente le fazioni in campo, portando all'elezione di un arbitro che sappia essere terzo in tutte le situazioni.
Aspetti positivi sono anche l'abolizione del CNEL e delle Province, il primo perché rivelatosi negli anni un ente pressoché inutile, le seconde perché frutto di un equivoco giuridico. Nonostante storicamente (e non solo in riferimento alla Repubblica ed al Regno d'Italia, ma anche ai regni indipendenti precedenti) le province siano la divisione amministrativa tipica dell'Italia, con la costituzione delle regioni nel 1970, tale istituto andava soppresso. Non si sa bene perché (o forse lo si sa troppo bene), ma questo non è avvenuto in un primo momento per rendere il passaggio amministrativo più dolce. In seguito poi non si è mai provveduto alla cancellazione dell'ente superfluo perché bacino di favori clientelari. Sostanzialmente essendoci già le regioni è assolutamente inutile avere anche le province.
Si riducesse a questo, il quesito sarebbe una delle migliori leggi degli ultimi decenni, da votare assolutamente. Purtroppo c'è un grosso MA. In primo luogo sembra una riscrittura della cosiddetta legge Lorenzago del 2006, una sorta di ampliamento della Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (confermata con il referendum costituzionale del 7 ottobre 2001), che intendeva convertire l'Italia in una vera e propria repubblica federale sul modello tedesco. In quel caso il referendum costituzionale del 25 e 26 giugno 2006 ha bocciato la legge. Questa volta la legge mantiene un profilo più basso, andando ad intaccare soltanto le due camere, depauperando in sostanza il Senato delle sue attuali funzioni. Il nostro bicameralismo perfetto è figlio di un'Italia uscita da una guerra e da una dittatura che hanno devastato il paese. I padri costituenti hanno perciò ritenuto necessario creare un equilibrio di poteri tra legislativo, esecutivo e giudiziario che scongiurasse il pericolo di un ritorno al passato. La riforma di fatto consegna il potere legislativo nelle mani dell'esecutivo, che, complice il nuovo sistema elettorale, garantisce al governo una maggioranza solidissima. Il sistema del bicameralismo perfetto viene superato inseguendo una riforma federale che non fa al caso delle divisioni amministrative del nostro paese, dal momento che le autonomie delle regioni non sono equiparabili a quelle di stati federati. Inoltre viene impoverita la rappresentanza elettorale, mascherandola da risparmio, mentre la cosa più naturale sarebbe non diminuire il numero dei parlamentari, ma piuttosto diminuire i loro emolumenti, dal momento che anche il 50% del loro attuale stipendio è in grado di garantire un tenore di vita più che dignitoso. Senza contare che già il sistema elettorale di fatto impone di scegliere solo le liste e non i candidati, con la nuova legge al Senato non si voterebbe affatto, poiché a votare sarebbero i consiglieri regionali.
Nonostante i tanti aspetti positivi che la legge potrebbe avere (e che potevano benissimo essere scorporati e allestiti in una legge apposita), io ritengo che la cosa più naturale e sensata sia votare NO a questo quesito referendario. Ed è un NO che prescinde la fazione politica di appartenenza, che nasce nel merito della questione e non risponde al gioco di chi cavalca un facile populismo. Io voto NO perché penso che sia giusto preservare le istituzioni da modifiche dannose e perché il bene della Repubblica viene prima di qualsiasi cosa, anche degli interessi di partito e di credo politico.

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Camera con vista,
Politica
Comments: 7 | Views: 161Last Post by: kostaki (16/12/2016, 21:40)
 

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