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20/3 16:26: Morris in Guestbook
8/11 12:05: Morris in Nove anni insieme
8/10 13:58: Morris in Alla ricerca della balena bianca



B_NORM    
view post Posted on 2/10/2016, 13:59 by: MorrisReply
A distanza di un anno e poco più, mi ritrovo a dover trattare un argomento quanto meno spinoso. Lo faccio per un motivo molto semplice, io credo che alle persone sia dovuto sempre e comunque un rispetto dal punto di vista umano, che prescinde il rispetto per le persone in base al rapporto che si ha con esse. La lunga premessa è dovuta, per chiarire, se ce ne fosse bisogno, qualche punto oscuro della vicenda.
In primo luogo io ho smesso di frequentare il FFMagazine in qualità di utente (cosa che ho fatto per diversi anni) a causa di divergenze di vedute con il nuovo corso degli eventi determinato dallo staff. Aggiungendo a questo il fatto che ormai il forum aveva perso quella funzione originaria che mi ci aveva portato (ossia lo status di magazine del circuito), i motivi per frequentarlo allo stesso tempo venivano meno. Dal momento che c'erano e (francamente non lo so questo) credo che ci siano ancora molte persone che nel corso del tempo ho avuto modo di apprezzare, decisi di partecipare soltanto alle discussioni che mi interessavano, come succedeva quando ho iniziato a seguire il forum. Tuttavia nemmeno questo è stato possibile, sempre in virtù del nuovo corso degli eventi. Mi sono trovato quindi nella situazione di tornare al mio status pre-magazine, cioè nel mio arcipelago felice dei blog.
Ho già trattato ampiamente l'argomento in passato, quindi credevo non fosse necessario parlarne di nuovo, ma visto che alcuni (tipo Milo) mi chiedono spesso torna o cose del genere, io non posso che rispondere che la vedo dura. Nel senso che il tempo a disposizione per i miei blog è veramente poco (ed in particolare Anygame ne sta soffrendo), quindi dedicare del tempo ad altro è abbastanza complicato. Inoltre, se non bastassero i motivi di un anno fa, perché dovrei fare adesso il facile profeta, tornando nel deserto?
Quindi, pur ringraziando chi si prodiga in nuovi tentativi anche fantasiosi (tipo la petizione su Change.org), devo rifiutare. Peraltro non posso essere utile in alcun modo a cambiare il destino, visto che non ho mai chiesto di entrare nello staff ed ho sempre rifiutato le varie proposte che ho ricevuto. Un anno fa c'erano ancora tanti Soloni con la soluzione in tasca, è compito loro occuparsi del magazine. Per me è una parentesi bella, ma che ormai appartiene al passato.

Edited by Morris - 30/10/2017, 12:21

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forumfri
Comments: 43 | Views: 1,537Last Post by: Morris (8/2/2018, 15:11)
 

B_NORM    
view post Posted on 26/9/2016, 10:05 by: MorrisReply
Per quanto possa sembrare strana, dal momento che di solito si tende (giustamente) a rimuovere i programmi che partono all'avvio del computer, questa cosa può tuttavia tornare molto utile. In genere i programmi che hanno bisogno di partire insieme al computer (tipo gli antivirus) durante il procedimento di installazione procedono automaticamente a questa impostazione, tuttavia in casi molto particolari vi può servire che il programma si avvii da solo ad ogni accensione.
Il sistema è piuttosto semplice: basta creare un collegamento del file exe del programma in questione (il cosiddetto eseguibile) e copiarlo nella cartella C:\ProgramData\Microsoft\Windows\Start Menu\Programs\Startup oppure nella cartella Esecuzione automatica presente nel menu Start (cliccando su Tutti i programmi). Qualora il lancio automatico non dovesse servire più, basterà cancellare il collegamento dalla cartella oppure utilizzare un programma di pulizia apposito, tipo cCleaner.

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Guide,
Nerd Herd
Comments: 2 | Views: 99Last Post by: Morris (1/10/2016, 22:57)
 

B_NORM    
view post Posted on 9/6/2016, 14:14 by: MorrisReply

La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata,
non dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale... un po' più in basso
del braccio per essere protetta, e dal lato del cuore per essere amata.

Talmud



Ogni uomo uccide ciò che ama, recitava Oscar Wilde in un famoso verso che poi ha ispirato la nota canzone cantata da Jeanne Moreau, ma veniva inteso in tanti sensi. Si può uccidere smettendo d'amare, la persona non più amata ne soffrirà come se fosse morente, si può uccidere lentamente aggiungendo del veleno al proprio amore, avvelenando la persona amata fino a quando ogni traccia d'amore sarà scomparsa. Ma generalmente il senso della frase è inteso in maniera brutalmente (e l'avverbio non è casuale) letterale: l'uomo che uccide la donna amata. Da un punto di vista squisitamente linguistico quest'ultima frase è un vero e proprio ossimoro. Verso una cosa amata (e ancor più una persona) non può esserci desiderio di distruzione. Non è forse con troppa facilità che viene usata la parola amore? Per la salvezza di ciò che si ama non si esita a mettere in gioco la propria stessa vita, quindi non può esistere un concetto di distruzione. Non è amore, neanche nell'accezione data da un noto programma televisivo (che aveva questa canzone come sigla) di amore criminale, perché sono sentimenti antitetici.
Qualcuno potrebbe tirare in ballo il carme 85 di Catullo nel quale il poeta recita "Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior"(Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai. Non lo so, ma sento che accade, e mi tormento), ma non è la stessa cosa il sentimento travagliato che va dall'amore spassionato al finto odio nei confronti della persona che non ricambia e la voglia di distruggere ciò che si pensa di amare. I numerosi casi di cronaca che hanno portato alla creazione di un orribile neologismo come femminicidio nascono dall'odio e dalla gelosia figli del desiderio di possesso. Amare una persona non significa possederla, come una proprietà, ma significa anteporre il suo bene al proprio, quindi, in extrema ratio significa anche lasciarla andare, se il suo desiderio è quello.

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Camera con vista
Comments: 0 | Views: 81Last Post by: Morris (9/6/2016, 14:14)
 

B_NORM    
view post Posted on 18/4/2016, 17:11 by: MorrisReply
Dopo il naufragio del referendum, non si placano le polemiche sulla questione trivelle, ma soprattutto si continuano a raccontare delle vere e proprie favole. Passata la campagna elettorale, sarebbe opportuno che la politica metta da parte le armi e che anche il giornalismo di parte riprenda a fare una parvenza di informazione. Ma in questo caso non accade. Senza farsi venire il mal di testa per capire il perché, analizziamo gli scenari futuri.
Dato che il referendum è fallito, non viene abrogata la norma che consente alle piattaforme di avere una vita sostanzialmente infinita. Sta alle società titolari di concessioni decidere fino a quando estrarre petrolio e gas naturale dalle piattaforme e soprattutto se e quando smantellare le piattaforme stesse. Perché il problema non sta nei posti di lavoro (che non sono legati alle piattaforme, in quanto gli operai lavorano per la società e non per una singola piattaforma) salvaguardati né nel fatto che si possa estrarre materiale senza una scadenza, ma piuttosto nell'ipotesi che queste piattaforme di fatto non verranno mai più smantellate.
Che le piattaforme siano un problema è certificato anche dal decreto legislativo 152 dell'aprile 2006, che ha sancito la fine delle concessioni per le trivellazioni in mare a meno di 12 miglia dalle coste. Il decreto consentiva alle piattaforme già esistenti di continuare la loro vita naturale fino alla scadenza, consentendo quindi di continuare ad estrarre (presumibilmente fino all'esaurimento del giacimento) prima di dover smantellare il tutto. Perché un giacimento come quelli di cui si parla difficilmente ha una vita più lunga della concessione. Così facendo, in teoria le società potrebbero mantenere attive quelle piattaforme per sempre, che in pratica non verranno mai smantellate, in barba proprio a quel decreto che ne vieta la costruzione di nuove. E qui viene fuori l'altra inesattezza: la stragrande maggioranza ha pensato (e pensa tuttora magari), che una vittoria del SI avrebbe portato all'immediata chiusura. Insomma, secondo tanti oggi una vittoria del SI avrebbe dato il via allo smantellamento delle trivelle, cosa che invece sarebbe stata molto graduale e sarebbe durata una ventina d'anni. E soprattutto, va smentita l'altra grande bugia sull'importanza delle estrazioni di idrocarburi per il nostro fabbisogno di energia. Fermo restando che le società concessionarie sono in buona parte estere e che non apportano nulla al nostro paese né in termini di PIL né in termini di manodopera, il frutto delle estrazioni equivale all'1% del fabbisogno di petrolio ed al 3% di quello di gas naturale. Per non parlare dei benefici dell'indotto tanto decantati, che non si sa da cosa derivino, visto che gli operai vivono e lavorano sulle piattaforme.

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Camera con vista
Comments: 0 | Views: 59Last Post by: Morris (18/4/2016, 17:11)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/4/2016, 16:21 by: MorrisReply
palm-oil
Una delle battaglie che tanto piacciono alla rete e che appassionano gli internauti è sicuramente quella derivante dal dibattito sull'olio di palma. Negli ultimi tempi, a causa delle tante campagne che incitavano al boicottaggio di questo prodotto, l'olio di palma è sbarcato anche sulle reti televisive, con uno spot dell'Unione Italiana per l'olio di palma sostenibile. A seconda delle fazioni, l'olio di palma è dannoso per la salute oppure è un ottimo alimento completamente naturale, è sostenibile perché ha una produzione per ettaro maggiore rispetto ad altri tipi di olio oppure è insostenibile perché spinge i coltivatori a piantare nuove palme abbattendo le foreste. La verità, come sempre, si trova nel mezzo.
Sarebbe bene iniziare dicendo, con buona pace dei detrattori, che l'olio di palma non è assolutamente nocivo per la salute. Nelle zone d'origine come l'Africa occidentale o l'Asia sud-orientale viene da sempre utilizzato a scopi alimentari, né più né meno come l'olio d'oliva o di semi in Europa. Il problema è sorto quando, grazie al costo di produzione decisamente conveniente, l'olio di palma si è imposto come ingrediente principe di svariati prodotti, dagli alimenti fino ai biocarburanti. E quindi l'aumento della richiesta ha portato anche ad un incremento delle coltivazioni, a scapito di altre meno redditizie o addirittura mediante la creazione di nuovi terreni con l'abbattimento di foreste. E qui sono nati i problemi derivanti dall'olio di palma: deforestazione incontrollata che mette in pericolo la fauna, coltivazioni intensive che depauperano altri tipi di colture e spingono l'agricoltura delle zone di produzione verso la politica del monoprodotto, sfruttamento della manodopera, anche infantile. È vero come sostengono i sostenitori dell'olio di palma che la resa è decisamente maggiore rispetto ad altri prodotti simili, ma è anche vero che il prodotto è utilizzabile in più campi e che quindi la richiesta crescente richiede in ogni caso un incremento della produzione, comportando quindi un danno ambientale. Inoltre, come insegna la storia dell'America Latina, agganciare la propria politica economica, basata principalmente sull'esportazione agricola, ad un solo prodotto comporta dei rischi enormi per qualsiasi paese.

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Camera con vista
Comments: 6 | Views: 93Last Post by: Morris (27/5/2016, 09:26)
 

B_NORM    
view post Posted on 2/4/2016, 15:14 by: MorrisReply
Come ormai sapranno anche i sassi, il prossimo 17 aprile si voterà un referendum. Prima di entrare nel merito del quesito, è lecito chiedersi in particolare due cose: perché indire un referendum in una data differente da una consultazione elettorale che si svolgerà meno di due mesi dopo? Perché invece dei canonici fronti del SI e del NO ci sono quello del SI e quello dell'astensione? Per entrambe le domande, la risposta è una sola: il referendum è qualcosa di scomodo che va fatto fallire, puntando a non fargli raggiungere la fatidica soglia della maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto. Questo perché il costume politico nazionale si è indirizzato ormai da anni (sin dal famigerato Porcellum) alla delega assoluta sulle decisioni, ai cittadini viene chiesto di limitarsi a mettere la croce su un simbolo, tutto il resto deve essere appannaggio dei vari capi di partito e di movimento. Per questo motivo viene malvista una consultazione popolare che possa modificare delle decisioni già prese, arrivando ad aumentare i costi (che praticamente raddoppiano rispetto ad un accorpamento alle comunali) e a sfruttare il disinteresse di chi non andrebbe a votare a prescindere. Qualcosa di estremamente antidemocratico insomma.
Ma andiamo al nocciolo della questione, ossia l’abrogazione dell’articolo 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale). Nell'articolo di questo decreto viene stabilito che non sarà più possibile ottenere concessioni governative per trivellazioni in mare per sfruttamento di giacimenti petroliferi o di gas naturale entro le 12 miglia marine (22,224 km) dalla costa. Le concessioni in essere quindi non possono più essere rinnovate, e le strutture devono essere smantellate alla scadenza. Il referendum riguarda la cancellazione di un'aggiunta a quest'articolo, datata 24 giugno 2014, che consente lo sfruttamento dei giacimenti presenti entro le 12 miglia dalla costa non fino alla scadenza della concessione, ma fino all'esaurimento del giacimento stesso. In numeri si parla del 3% del fabbisogno nazionale di gas naturale e dell'1% del fabbisogno di petrolio. In buona sostanza nel giugno del 2014 c'è stato un cadeau governativo agli enti che gestiscono le piattaforme.

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Camera con vista
Comments: 4 | Views: 108Last Post by: Morris (17/4/2016, 12:41)
 

B_NORM    
view post Posted on 16/3/2016, 14:01 by: MorrisReply
Per la salvaguardia del proprio pc le precauzioni non sono mai troppe. Per questo motivo io utilizzo (e consiglio) sia un antivirus (va bene anche uno gratuito, ma che sia affidabile) che un anti-malware generico. Senza entrare in guerre di marchi, ce ne sono molti di queste due categorie che sono molto validi. Tuttavia a volte questo non basta: a volte non è sufficiente tenere costantemente aggiornati i propri software di protezione e provvedere a scansioni periodiche, perché alcune minacce potrebbero entrare lo stesso. Ed in questi casi entrano in scena i programmi salvavita come Combofix.
Quando cioè non si risolve con una pulizia di file temporanei o del registro e non portano a nulla le scansioni antivirus ed anti-malware, allora abbiamo bisogno di qualcosa che vada oltre. Ed effettivamente Combofix è in grado di risolvere problemi derivanti da malware (in particolar modo i rootkit, cioè quei virus che si annidano nel sistema operativo sotto forma di processo, file o chiave di registro) che in altro modo sembrano irrisolvibili. Il programma è assolutamente aggressivo ed è la classica ultima spiaggia, dal momento che, una volta lanciato, l'utente non può far altro che attendere la fine del processo. L'applicazione infatti agisce in maniera automatica, cercando ogni cosa sospetta e distruggendola. Il metodo piuttosto brutale è in genere efficace, dal momento che, una volta terminata la scansione e riavviato il sistema (il tutto sempre in automatico), il computer torna a funzionare normalmente.
In ogni caso c'è sempre un paracadute in caso di problemi ulteriori: prima di cominciare il programma crea un punto di ripristino, in modo da rendere comunque reversibili le modifiche apportate. A causa del suo bisogno di grande libertà d'azione, Combofix richiede la disattivazione dell'antivirus per tutta la durata del processo.

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Software
Comments: 0 | Views: 50Last Post by: Morris (16/3/2016, 14:01)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/3/2016, 16:59 by: MorrisReply
Si è sempre creduto, come peraltro ho scritto anche io in un articolo di tre anni fa, che l'8 marzo fosse una ricorrenza in ricordo di una tragedia avvenuta in una fabbrica statunitense all'inizio del '900. La storia, assolutamente verosimile, raccontava delle condizioni disumane del lavoro femminile. La connotazione dell'8 marzo era quindi come una sorta di 1 maggio esclusivamente femminile. In realtà il significato va molto aldilà. Il giorno delle donne celebra i decenni di lotte per le conquiste femminile nel campo del lavoro e della vita da cittadine; non solo la lotta per una pari dignità come lavoratrici, ma anche per un'uguaglianza sociale con uguali diritti dei cittadini maschi, a cominciare dal diritto di voto. In Europa il problema venne sollevato dalla II Internazionale Socialista (tra i cui capi c'era peraltro una donna, Rosa Luxenburg), negli Stati Uniti dai sindacati, ma la prima grande protesta si ebbe con il grande sciopero delle lavoratrici russe dell'8 marzo 1917, che diede l'avvio alla rivoluzione di febbraio (secondo il calendario giuliano, adottato all'epoca in Russia, era il 23 febbraio), primo passo della caduta dell'Impero Russo e della conseguente nascita dell'Unione Sovietica. Quando l'ONU, nel 1972, sancì con una risoluzione che l'8 marzo diventasse a tutti gli effetti la giornata internazionale della donna, a tutti gli effetti la ricorrenza era celebrata già come tale in molte parti del mondo.
Aldilà del significato vero o presunto delle origini della festa, l'8 marzo è un giorno come gli altri. Perché non ha senso essere un gentiluomo oggi e diventare bestia domani. la donna ha pari dignità, pari diritti e merita lo stesso rispetto dell'uomo ogni giorno dell'anno. La donna non deve essere calpestata, violentata ed umiliata mai, questo è il vero significato dell'8 marzo. Perché la vera celebrazione sarebbe non aver bisogno di tutele legislative per ottenere che i propri diritti siano rispettati e riconosciuti. E la celebrazione maggiore sarebbe non aver bisogno di un giorno di festa che ce lo ricordi.

Edited by Morris - 11/3/2016, 17:52

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Camera con vista,
Storia
Comments: 0 | Views: 58Last Post by: Morris (8/3/2016, 16:59)
 

B_NORM    
view post Posted on 4/3/2016, 17:08 by: MorrisReply
umberto-eco-di-tullio-pericoli
Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito... perché la lettura è un'immortalità all'indietro.
Lo scorso 19 febbraio ci ha lasciato Umberto Eco, il grande intellettuale, professore e scrittore. A cosa servirebbe scrivere su di lui ora? A nulla, se l'intento fosse quello di stilare il classico coccodrillo. In realtà, queste righe che sono state rimuginate a lungo ed hanno dovuto lottare con la perenne presenza della caricatura di Tullio Pericoli che ammiccava dalla copertina de L'Espresso, non hanno questo scopo, né vogliono avere una valenza panegiristica. La notizia mi ha colpito la mattina in cui l'ho ascoltata in tv mentre sorseggiavo il thè, ma ho avuto bisogno di un po' di tempo per elaborare il lutto. E allora a cosa miro con queste righe? Prendere spunto per alcune riflessioni. Innanzitutto trovo la citazione a lato molto importante: l'intellettuale non è tale per un determinato atteggiamento, ma perché ha la capacità di cogliere il senso delle cose. E con uno straordinario dono della sintesi, ecco che Umberto Eco ci offre un punto di vista per certi versi inedito sul perché sia necessario leggere. Ma allo stesso tempo Eco ha anche capito un problema che a molti tuttora sfugge, ossia lo smarrimento del singolo nella rete virtuale. In molti casi ha puntualizzato come ormai la difficoltà non consista più nel trovare delle notizie, ma piuttosto nel fare una cernita dell'attuale overflow delle stesse. Al posto di overflow avrei dovuto forse usare il termine italiano traboccamento, ma questo mi da lo spunto per un'altra riflessione che premeva negli ultimi tempi al nostro scrittore, ossia l'utilizzo continuo di termini inglesi (spesso neologismi nati in rete) in luogo delle normali parole italiane, che suonerebbero magari meno musicali, ma sarebbero di gran lunga più comprensibili. Quello che una volta (e tuttora) si chiamava Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, oggi si definisce del Welfare; il pacchetto di leggi in merito alle tematiche del lavoro viene chiamato jobs act; la discussione sulla possibilità di offrire alla persona omosessuale il diritto di adottare il figlio del compagno viene definita stepchild adoption. L'intento è forse quello di far capire sempre meno e far scemare sempre di più l'interesse verso determinate cose. Anche a questo serve la lettura, per ampliare il proprio lessico e aprirsi a nuovi linguaggi.

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Camera con vista,
Citazioni
Comments: 0 | Views: 63Last Post by: Morris (4/3/2016, 17:08)
 

B_NORM    
view post Posted on 7/12/2015, 15:07 by: MorrisReply
In un sito web un elemento di grande importanza è il menu, in particolare quello orizzontale, che si posiziona sopra o sotto l'header. Grazie ad esso è possibile organizzare una serie di link importanti da inserire magari in tutte le pagine, facilitando la navigazione all'utente e migliorando la fruibilità del sito stesso. In blog, a mio parere, questa funzione ha un'importanza ancora maggiore, dal momento che trovare i vari elementi potrebbe risultare più complicato rispetto ad un forum ed è in sostanza il modo migliore possibile per mettere in evidenza determinati articoli. Ho già parlato di come realizzare un menu orizzontale con la grafica della barra utente, ma quando questa soluzione non basta (come nel caso di questo blog) perché si vogliono mettere in risalto molti elementi, allora è utile creare un menu drop-down, che consenta di avere anche delle voci secondarie che vengono visualizzate in cascata al passaggio del puntatore del mouse. Con questo procedimento si può realizzare in pochi passaggi un menu personalizzato che abbia la stessa grafica della barra utente.

CSS (amministrazione > grafica > colori e stili)
CODICE
#menu {padding: 0; margin: 0}
#menu ul {padding: 0; margin: 0}
#menu li {position: relative; float: left; list-style: none; margin: 0; padding: 0}
#menu li a {width: 100px; height: 30px; display: block; text-decoration:none; text-align: center; line-height: 30px; background-color: black; color: white}
#menu li a:hover {background-color: red}
#menu ul ul {position: absolute; top: 30px; visibility: hidden}
#menu ul li:hover ul {visibility:visible}

La voce #menu deve avere gli attributi di menuwrap (nel foglio di stile), le altre sono personalizzabili a piacere, trattandosi delle voci presenti nella cascata. Come si può vedere nel menu di questo blog, io ho scelto di utilizzare lo stesso colore. Sostituendo il position: absolute con un position: fixed si rende fisso il menu, variando la percentuale si può adeguare la lunghezza alla barra utente, se questa non copre l'intero schermo in larghezza, infine con il text-align si può stabilire l'allineamento dei vari link.

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Guide,
Nerd Herd
Comments: 7 | Views: 321Last Post by: Alessandro Diari Acustici (5/2/2017, 21:45)
 

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