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8/10 13:58: Morris in Alla ricerca della balena bianca



B_NORM    
view post Posted on 3/6/2015, 13:07 by: MorrisReply
La guerra dei browser è quel conflitto commerciale che si alimenta con la rivalità tra i diversi produttori di browser web. Fatta eccezione per la breve disputa tra il colosso della Microsoft Internet Explorer ed il primo browser free Netscape navigator, la vera guerra inizio con la nascita del 2004 del primo vero concorrente di Explorer, Mozilla Firefox. Il browser multipiattaforma ed open source della Mozilla foundation ha rosicchiato sin dai primi anni di vita una buona fetta di mercato, arrivando a conquistarne circa un quarto. Ma la vera guerra alla Microsoft poteva portarla solo un altro colosso, ossia Google, con il lancio del proprio browser web Chrome nel 2008. In verità la corsa era già diventata a tre con il lancio nel 2007 di Safari da parte della Apple, ma il browser del colosso di Cupertino è stato sviluppato e pensato sostanzialmente per la piattaforma proprietaria, nonostante sin dal 2008 sia stata lanciata una versione per i sistemi operativi Windows. Altri browser, anche alcuni con potenzialità notevoli come Opera, non sono mai riusciti ad entrare in maniera importante nel mercato, rimanendone ai margini e riuscendo ad ottenere dei numeri molto limitati.
Con la nascita di Chrome la guerra dei browser conosce una fase decisiva: come illustrato nei grafici che seguono, la scalata del browser targato Google è inarrestabile, così come sembra senza fine il crollo di Explorer. Il primo si presenta come un concorrente forte gestito da un colosso del settore, mentre il secondo perde il suo appeal sul mercato dovuto in gran parte alla presenza da più tempo e al fatto di essere il programma di default su gran parte dei dispositivi. Queste due caratteristiche, che hanno consentito al browser Microsoft di limitare l'avanzata di Firefox, non gli consentono di competere però con l'ascesa di Chrome, anche a causa di alcune scelte discutibili dei programmatori. Il browser infatti non è pienamente compatibile con buona parte dei siti web, la cui visualizzazione è errata. Quando anche Explorer si adegua agli standard adottati dagli altri concorrenti, ormai la frittata è fatta, con il sorpasso avvenuto.
La continua ascesa di Chrome accompagna il declino di Explorer fino ai nostri giorni, quando sembra che ormai le posizioni si siano assestate (come mostra il grafico 4), ma la Microsoft ha ancora un asso da giocare: con la prossima versione del suo sistema operativo, Windows 10, Explorer sarà soppiantato dal nuovo browser Edge, che potrebbe scompigliare le carte e consentire alla casa di Albuquerque di scrivere un nuovo capitolo della guerra dei browser.

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Browser,
Nerd Herd
Comments: 0 | Views: 82Last Post by: Morris (3/6/2015, 13:07)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/5/2015, 13:15 by: MorrisReply
Questa frase è ripresa dalla firma di un utente, nella citazione di un post che ho scritto. A rileggere quelle parole (aldilà del loro contesto, nel quale avevano un significato preciso), mi si è riempita la testa di pensieri e di dubbi. È come se, rileggendo quanto scritto, questa frase mi si fosse parata innanzi evidenziata rispetto al resto. Non per il contesto, ripeto, ma per il senso assoluto di quelle parole. Sarà vero che il valore di quanto uno scrive sta nel giudizio di chi legge? Non ne sono poi così sicuro.
Questo può essere vero per coloro che scrivono per professione, gli scrittori, i giornalisti e tutti quelli che hanno, per forza di cose, bisogno di rapportarsi con un pubblico ipotetico di lettori, dal momento che il fatto che ci sia chi legga i loro scritti ed esprima un giudizio (che sia positivo o negativo) è la colonna portante del loro lavoro. Difficile essere uno scrittore di professione o un giornalista, se nessuno legge quello che scrivi e compra (nell'accezione più positiva del termine) il frutto del tuo lavoro. In questi casi può essere che sia chi legge a dare un valore, con il proprio giudizio, a quello che è scritto.
Ma questo non vuol dire che chi non ha pubblico (perché non riesce ad ottenerlo o magari perché nemmeno lo cerca) scriva cose prive di valore. Forse sarebbe più corretto dire che il valore di quanto uno scrive sta negli occhi di chi legge. Perché se è vero che chi scrive è il primo pubblico di se stesso, il suo giudizio è sempre fuorviante, risultato di una sopravvalutazione o di una sottovalutazione del proprio lavoro e delle proprie capacità. Ai suoi occhi però, qualunque sia il giudizio a riguardo, quello che ha scritto ha un valore. Una cosa che succede, in parte, anche a chi legge, il cui giudizio è fortemente influenzato dalla conoscenza dell'autore di uno scritto. La stessa cosa, scritta da un autore che si apprezza, non induce allo stesso giudizio che si formerebbe se a scrivere fosse stato uno che si detesta.
Ma ciò che uno scrive ha anche un valore assoluto, che è forse quello più importante: perché semplicemente è uno scrivere per scrivere, il soddisfacimento di un bisogno essenziale, quello di esprimere qualcosa che viene da dentro. O qualcosa che in realtà non viene da noi stessi, ma, come sosteneva il poeta francese Arthur Rimbaud, un rubare il fuoco, quasi come se il poeta (ma anche lo scrittore in genere) sia un semplice tramite tra questo ed un altro universo, una sorta di veggente. Un po' come Giuseppe Ungaretti ed il porto sepolto: Vi arriva il poeta / e poi torna alla luce con i suoi canti / e li disperde. / Di questa poesia / mi resta / quel nulla / d’inesauribile segreto.

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Camera con vista
Comments: 0 | Views: 77Last Post by: Morris (8/5/2015, 13:15)
 

B_NORM    
view post Posted on 25/4/2015, 17:41 by: MorrisReply
La Resistenza, periodo storico italiano della seconda guerra mondiale, viene definito a ragione come il secondo Risorgimento italiano. Tuttavia è fuorviante parlare di resistenza, dato che non fu un processo unico, ma piuttosto una sequenza di processi diversi sviluppatosi nelle varie aree territoriali che avevano vissuto esperienze sostanzialmente diverse. Si può collocare l'inizio della Resistenza nella data dell'armistizio che il re Vittorio Emanuele III e il maresciallo Pietro Badoglio, capo del governo succeduto al destituito Mussolini, firmarono con gli anglo-americani: l'8 settembre del 1943. In quella data il re ed i rappresentanti del governo fuggirono a Brindisi, senza che le truppe fossero correttamente informate della novità. I militari italiani furono quindi vittime delle rappresaglie degli ex Alleati, come quella avvenuta a Cefalonia, dove gli italiani furono disarmati dai tedeschi e fucilati. Il termine del periodo storico della Resistenza è collocato nella data dell'inizio dell'insurrezione a Milano, che sancì l'effettiva fine della guerra in tutta la penisola: il 25 aprile del 1945.
Eppure la guerra non ebbe gli stessi sviluppi ovunque: il sud Italia rimase quasi totalmente fuori da questo contesto, poiché già nell'estate del 1943 gli Alleati erano sbarcati in Sicilia ed avevano occupato l'isola, risalendo poi la penisola fino a Salerno, dove il 9 settembre dello stesso anno ci fu un nuovo sbarco degli anglo-americani, che consentirono al re ed al governo di rifugiarsi in città, capitale provvisoria del regno. A Napoli l'occupazione tedesca durò molto poco, in quanto già alla fine del mese di settembre, nelle gloriose quattro giornate celebrate anche dai film 'O sole mio di Giacomo Gentilomo (1945) e Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy (1962), l'insurrezione della popolazione portò alla fuga dei tedeschi e alla conseguente occupazione della città da parte degli Alleati, che la "conquistarono" senza dover sparare un colpo.
Situazione molto diversa vivevano invece le zone del centro e del nord: al centro le città principali erano occupate dall'esercito tedesco, che aveva posto dei distaccamenti con un nutrito numero di truppe schierate nelle città, che per questo motivo dovettero subire il continuo bombardamento degli Alleati; al nord Mussolini, liberato dalle truppe tedesche, aveva creato la Repubblica di Salò, richiamando a sé le truppe rimaste fedeli al fascismo.

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Camera con vista,
Storia
Comments: 0 | Views: 61Last Post by: Morris (25/4/2015, 17:41)
 

B_NORM    
view post Posted on 26/3/2015, 17:01 by: MorrisReply
La citazione è, secondo il dizionario Treccani, una ripresa di motivi già noti, riecheggiamento di luoghi, passi, temi, situazioni, motivi di altre opere precedenti, in un’opera non solo letteraria ma anche musicale o scenica, in un film, in un’opera d’arte figurativa. Secondo il parere di taluni, usare le citazioni nel discorso è un modo snob di darsi un'aria colta o di far notare di aver letto questo o quel libro o di conoscere in maniera approfondita un determinato autore. L'accezione del citazionismo è in questo caso decisamente negativa. È infatti vero, come scriveva il poeta polacco Stanislaw Jerzy Lec che "taluni escono di scena quando esauriscono le parole scritte da altri" o come diceva l'attore Groucho Marx "alcuni smettono di parlare quando finiscono le parole dette da altri". Ma la citazione non è solo una vuota ostentazione di sapere più o meno detenuto; la citazione è anche un invito, non a caso molto spesso nelle recensione o nella quarta di copertina di un libro troviamo degli estratti dell'opera. Perché il passaggio bello, pregnante, risulta allo stesso tempo accattivante. Quindi, a ben ragione, la citazione è anche un invito alla lettura. È un po' come il singolo di lancio di un album musicale: con pochi passaggi si tenta il traino per l'opera completa. Ed è per questo che è importante (basta non farlo a sproposito e di continuo) riportare le parole degli altri, offrendo la possibilità di creare una sorta di legame con un determinato autore che spinga a leggerlo. E magari sboccia un vero amore.

Nessun uomo per un tempo considerevole può portare una maschera per sé e un'altra da mostrare agli altri senza alla fine rimanere perplesso su quale sia quella vera.
Nathaniel Hawthorne

Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati... Un bastone marcio per lui è sufficiente. A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido... Se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone possono farti sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire... Straordinario?
John Grogan

Le belle si conquistano con la poesia, le avide con il denaro.
Ligdamo [Corpus Tibullianum]

Tutti sono autori del proprio destino. Perciò non guardare con tristezza al passato. Perché non tornerà.
Henry Wadsworth Longfellow

Ieri è storia. Domani è un mistero. Oggi è un dono. Per questo si chiama presente.
Alice Morse Earle

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Citazioni,
Invito alla lettura
Comments: 3 | Views: 119Last Post by: LordAndrew (21/6/2015, 23:13)
 

B_NORM    
view post Posted on 14/3/2015, 21:09 by: MorrisReply
Ogni tanto, girando nel pannello amministrativo di forumfrì, mi imbatto in qualche nuova e succulenta funzione. Oddio, la funzione non è sempre nuova, alcune volte le scopro dopo mesi oppure scopro delle chicche di funzioni già note. Tralasciando l'utilità di molte funzioni presunte inutili che magari giovano a qualcun altro, ce ne sono alcune che possono addirittura rivelarsi dannose. Nella homepage di forumfrì c'è tra gli altri un pannello dal vago sapore social, ossia Siti web suggeriti. Una funzione simile a quella presente su facebook, che suggerisce amici, pagine da seguire, gruppi che potrebbero interessare, etc. Ebbene, il problema è sostanzialmente fatto di due punti: in primo luogo facebook ha un'abbondanza di dati a cui rifarsi per capire le cose che potrebbe suggerirmi e potrebbero interessarmi, senza contare che magari il codice di facebook è un'attimino più complesso e magari anche migliore; in secondo luogo quando una piattaforma di forum gioca a fare il social network, la frittata è pronta per essere servita. Cosa ci sarà mai tra i siti consigliati da forumfrì al sottoscritto?
• Su Forumfree i siti suggeriti sono un forum di calcio, un forum di prova per League of Legends (ma che roba è?), un forum di evangelisti o testimoni di Geova, un GDR fantasy e un forum di previsioni del lotto. In tutti i casi forum che non mi interessano, perché gli argomenti non mi piacciono o perché (nel caso del calcio) mi tengo alla larga dai forum su determinati argomenti. Peraltro nei forum frequentati (quelli cioè dove ho scritto, che sono sempre gli stessi) non c'è nulla di simile, non si capisce da dove venga il suggerimento.
• Su Forumcommunity i siti suggeriti sono un forum di softair, un forum di anime (mai sentito né visitato però), un forum di calcio, un forum di cinema ed un forum di pokémon. Lo stesso discorso fatto in precedenza vale qui, anche per il cinema non mi interessa seguire i forum, al massimo qualche blog.
• Su Blogfree bisogna fare un discorso a parte. Ed è proprio quest'ultimo che mi ha spinto a scrivere queste righe. Il sito suggerito è uno solo, un forum porno, a giudicare dai titoli dei topic linkati che metto sotto spoiler perché decisamente espliciti:
Cavalcata erotica
Barbara, Una Moglie Tettona - Il Maiale Che Guarda
Antonio mi ha rotto il culo
Mio cugino mi sborra nella figa depilata
Una bocchinara molto troia

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Forumfrì
Comments: 0 | Views: 55Last Post by: Morris (14/3/2015, 21:09)
 

B_NORM    
view post Posted on 8/3/2015, 10:56 by: MorrisReply
Mi sembra giusto celebrare in modo diverso la festività odierna, ricordando una scrittrice che può essere definita un'icona del femminismo nella sua fase embrionale. Virginia Woolf è vissuta a cavallo tra ottocento e novecento, scrivendo romanzi e saggi, ma soprattutto dedicandosi all'emancipazione delle donne. Tra le varie opere, un breve saggio del 1929 merita un'attenzione particolare, soprattutto in un giorno come questo. Una stanza tutta per sé è la sintesi di un'ideale della scrittrice, secondo la quale ci sono dei parametri non prescindibili che consentono ad una donna di poter intraprendere la carriera di scrittrice. Tra questi, l'indipendenza economica e la possibilità di un proprio angolo personale (la stanza tutta per sé) nel quale potersi dedicare ai propri studi, non identificabile con gli ambienti tradizionalmente riservati alle donne, come la cucina, il salotto o la camera da letto. Perché se la poesia nasce dall'indipendenza intellettuale, quest'ultima dipende dalle cose materiali. La lotta della Woolf era tesa all'emancipazione delle classi lavoratrici, con lo scopo di renderle autonome e non subordinate alla borghesia capitalista, ma un occhio particolare ha dedicato proprio all'emancipazione femminile. L'idea enunciata nel saggio è quella di facilitare l'accesso alla cultura anche alle donne, che, anche per colpe proprie dovute all'educazione patriarcale e profondamente maschilista ricevuta, nella storia hanno potuto ricoprire un ruolo marginale. Per farlo quindi è necessario l'emancipazione, che passa innanzitutto per l'indipendenza economica, capace di garantire alla donna l'autonomia dal ricatto finanziario della figura maschile, che sia un padre, un fratello o un marito. Per questo bisogna scontrarsi contro i pregiudizi figli di secoli di subordinazione, dalla quale l'emancipazione dovrà essere totale: la donna scrittrice deve liberarsi anche dal peso psicologico del giudizio maschile sulla propria opera, quello che sarà poi chiamato complesso di Cenerentola.
Nel saggio la Woolf traccia per prima cosa una storia sociale della donna, per sottolineare quanto sia presente solo come oggetto di attenzioni da parte dello scrittore-uomo, per poi enunciare i passaggi della genesi di una scrittrice, che inizia appunto con una stanza tutta per sé. La scrittrice sottolinea anche l'importanza che dovrebbe ricoprire una tradizione letteraria femminile, con un suo linguaggio ben definito. Infine c'è l'invito a lasciarsi alle spalle le esistenze grigie vittime dei pregiudizi del tempo, per poter udire, attraverso un duro scavo interiore, il canto del mondo reale.

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Invito alla lettura
Comments: 0 | Views: 60Last Post by: Morris (8/3/2015, 10:56)
 

B_NORM    
view post Posted on 6/3/2015, 15:49 by: MorrisReply

risiko


Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla vostra sete di totale devastazione andate a frugare anche il mare.
Avidi se il nemico è ricco e arroganti se è povero. Gente che né l'oriente né l'occidente possono saziare. Solo voi bramate
possedere con pari smania ricchezza e miseria. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano impero.
Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano nuovo ordine. Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace.

Publio Cornelio Tacito (Vita di Agricola)


Secondo il dizionario Treccani, la geopolitica è lo studio delle influenze che la collocazione geografica di un popolo, di una nazione, di uno stato ha sulla sua storia politica. In altre parole, si tratta dello studio delle relazioni tra la geografica fisica, la geografia politica e la geografia umana di un territorio, cioè la sua struttura fisica, la sua organizzazione politica e la popolazione che lo abita. L'importanza di questa disciplina al giorno d'oggi è dimostrata dalla sempre più veloce obsolescenza dei libri di geografia e degli atlanti geografici. Provate a prendere un atlante di qualche anno fa, confrontandolo con la situazione odierna avrete una visione chiara di quante siano le differenze. E non è un fenomeno limitato alle sole zone del cosiddetto Terzo Mondo, in quanto anche il vecchio continente ha subito delle modifiche non da poco. C'è l'attuale situazione incerta al confine tra Ucraina e Russia, che ha visto il passaggio (non ancora riconosciuto in ambito internazionale) della penisola di Crimea dalla prima alla seconda, c'è stato il boom dell'ultimo decennio del novecento, che ha visto la riunificazione della Germania, lo smembramento di Jugoslavia e Cecoslovacchia e la dissoluzione dell'Unione Sovietica. E poi c'è il resto del mondo, laddove si fiondano i predatori di cui già parlava Tacito: la politica interna di un determinato paese non è mai scevro dalla politica estera degli altri, in particolar modo quando si tratta di un paese in posizione strategica e ricco di risorse naturali. In questi casi ogni mossa di politica interna è attentamente osservata dalle potenze straniere, pronte ad intervenire appena i propri interessi lo richiedano. Spesso causando più male che bene. Basti pensare ai focolai esistenti ad oggi, figli di situazioni create in passato dalle potenze occidentali. Come la fine di Saddam Hussein, prima baluardo contro l'estremismo islamico iraniano, poi nemico numero uno di ben due guerre. Oppure quella di Muhammar Gheddafi, interlocutore privilegiato per le comunicazioni tra Occidente ed Oriente poi diventato, quasi per caso, un dittatore sanguinario. La sostanza dei fatti è che questi personaggi hanno avuto i loro pregi e i loro difetti sempre, ma sono stati enfatizzati gli uni o gli altri a seconda della convenienza del momento. Così come adesso sembra che l'Iran (uno degli stati dell'Asse del male, secondo la teoria di George W. Bush jr.) stia per diventare un paese amico, una sorta di nuova porta per l'Oriente.

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Camera con vista
Comments: 2 | Views: 77Last Post by: Morris (18/3/2015, 11:31)
 

B_NORM    
view post Posted on 26/2/2015, 14:35 by: MorrisReply
il-vangelo-secondo-matteo
Nell'iconografia ufficiale, così come nelle statue e nei dipinti presenti nelle chiese, la figura di Gesù di Nazareth è molto simile a quella di Robert Powell, l'attore che impersonava la parte nello sceneggiato Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli del 1977. Volto emaciato, occhi azzurri, capelli lunghi color castano chiaro, questa è la figura più evocativa, nonostante l'apostolo Giovanni (Apocalisse 1, 14-15) ne dia tutt'altro ritratto: I capelli della testa erano candidi, simili a lana candida, come neve. Aveva gli occhi fiammeggianti come fuoco, i piedi avevano l'aspetto del bronzo splendente purificato nel crogiuolo. Sicuramente la figura di Enrique Irazoqui, protagonista de Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, è più vicina a quella descrizione. Aldilà dell'aspetto fisico, il Gesù di Pasolini non è un predicatore trasognato con lo sguardo perso nel vuoto, ma è un vero arringatore di folle e fustigatore dei cattivi esempi, avversario di chi predica il bene senza applicarlo nella pratica e di chi giudica senza voler essere giudicato. Più che dalla beatitudine, questo Cristo sembra pervaso dalla volontà di compiere la propria missione sulla Terra, una figura polemica e combattiva nel suo scopo pedagogico. Efficace anche il movimento di macchina, che non segue la figura del Cristo parandosi di fronte a lui, ma ponendosi alle sue spalle, in mezzo ai discepoli. L'incipit è molto particolare, abbastanza inusuale per film del genere: ci si trova in medias res, con la prima scena che propone una giovanissima Maria (la cui età adolescenziale è accennata solo nei cosiddetti Vangeli apocrifi) di fronte ad un Giuseppe ormai avanti negli anni che rimane sconcertato al suo ritorno, quando ritrova la moglie incinta. Lo sgomento di Giuseppe è sia quello dello sposo fedele che si sente tradito che quello dello sposo che dovrebbe ripudiare la moglie contro la propria volontà. Da Maria nessuna parola, nessuna giustificazione, sarà la figura dell'angelo a fungere da deus ex machina, per svelare a Giuseppe il disegno divino. Particolare anche la scena finale, nella quale non c'è il ritorno di Gesù dopo la resurrezione, ma soltanto l'apertura della sua tomba e l'annuncio della sua resurrezione a Maria da parte dell'angelo, che richiama in qualche modo la scena iniziale, quasi a chiudere un circolo.
Altro carattere preminente di questa pellicola è l'accento che viene spostato dalla figura del Cristo, del martirio, della resurrezione, alla parola. È un Gesù che insegna quello di Pasolini, un maestro che indottrina i propri discepoli sulla parola di Dio, piuttosto che l'agnello sacrificale proposto nella stragrande maggioranza delle rappresentazioni.

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Effetto notte,
Film
Comments: 0 | Views: 58Last Post by: Morris (26/2/2015, 14:35)
 

B_NORM    
view post Posted on 3/2/2015, 17:01 by: MorrisReply
In questi giorni, in cui il dibattito politico si è incentrato molto sull'elezione del Presidente della Repubblica, ho avuto modo di notare quanto sia diffusa l'ignoranza a riguardo non solo tra la gente comune, ma addirittura tra la classe politica, nella quale molti esponenti non sono stati in grado di elencare i presidenti della Repubblica. Eppure non dovrebbe essere complicato, dato che la nostra storia repubblicana è piuttosto recente, specie se paragonata a quella degli Stati Uniti d'America.
Il Presidente della Repubblica viene eletto dal Parlamento in seduta comune, nel quale i deputati, i senatori e 58 delegati regionali (tre per ogni regione, uno per la Valle d'Aosta) votano con scrutinio segreto. Nei primi tre scrutini sono richiesti per l'elezione i due terzi dei voti dell'assemblea, mentre a partire dal quarto scrutinio viene eletto chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti. La carica dura sette anni e non è soggetta ad alcuna crisi, il Presidente decade al termine del mandato, in caso di dimissioni volontarie oppure nel caso in cui venga accusato di alto tradimento o di attentato alla Costituzione e dichiarato destituito con un voto del Parlamento. Il Presidente della Repubblica ha il potere di ricevere funzionari diplomatici e può ratificare trattati e dichiarare lo stato di guerra con il consenso delle Camere. Può nominare fino a cinque senatori a vita, anche se la Costituzione non chiarisce se può nominarne cinque durante il mandato oppure se cinque è il limite di senatori a vita presenti nel Parlamento; alla fine del proprio mandato, in base all'articolo 59 della Costituzione diviene senatore a vita di diritto. Fatta eccezione per l'ultimo semestre del mandato (detto semestre bianco), il Presidente ha la facoltà di sciogliere le camere e di indire nuove elezioni. Dopo aver consultato i vari gruppi parlamentari di Camera e Senato, nomina il Presidente del Consiglio, su indicazione del quale nomina i vari ministri, che devono poi giurare sulla Costituzione in sua presenza. Il Presidente della Repubblica promulga le leggi approvate in Parlamento, con la facoltà di rinvio alle Camere con una richiesta di modifica, che però non può essere applicata se una legge viene approvata nuovamente. Ha il potere di emanare decreti del Governo ed indice i referendum. Il presidente presiede il Consiglio supremo di difesa, composto dal Presidente del Consiglio, il Ministro degli Esteri, il Ministro della Difesa, il Ministro dell'Interno, il Ministro dell'Economia, il Ministro dello Sviluppo Economico e il Capo di Stato Maggiore della Difesa; e il Consiglio Superiore della Magistratura, governo autonomo della magistratura. È il capo supremo delle forze armate ed ha il potere di concedere la grazia ad un condannato, inoltre conferisce le onorificenze della Repubblica.

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Camera con vista,
Politica,
Storia
Comments: 0 | Views: 73Last Post by: Morris (3/2/2015, 17:01)
 

B_NORM    
view post Posted on 13/1/2015, 11:36 by: MorrisReply

La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo
senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. È l'oppio dei popoli.

Karl Marx (Critica della filosofìa hegeliana del diritto pubblico)


È ormai da qualche anno che il mondo si ritrova a vivere in una sorta di medioevo islamico, un insieme di situazioni non troppo dissimili da quelle vissute nel medioevo dei cristiani, quando si faceva la guerra santa e si istituivano tribunali religiosi per giudicare eretici ed infedeli. Sembrerebbe semplicemente uno dei tanti corsi e ricorsi della Storia, che ripropone ciclicamente delle situazioni analoghe. Eppure non è solo nei mezzi più evoluti la differenza in questa cosiddetta guerra santa, che fa inorridire oggi anche chi qualche secolo fa la praticava. Il problema non consta soltanto nell'oppio religioso, che allora come oggi induce ad una guerra che in realtà nasconde altri scopi. Le crociate non erano soltanto un tentativo di riconquista della città santa di Gerusalemme, così come oggi la lotta non è solo contro gli infedeli. A muovere le masse con il pretesto della religione è soprattutto chi detiene il potere, tanto è vero che in occidente con la fine effettiva dello stato religioso per eccellenza, lo Stato della Chiesa, al quale è rimasto il solo potere spirituale, sono scemate le lotte di questo tipo. Ad oriente il processo è ancora in essere, poiché i capi religiosi continuano ad esercitare anche un potere temporale, in veste di sceicchi, dittatori e quant'altro. Ma non è nemmeno questo il punto, perché bisogna capire che non è possibile lottare per una religione. La fede è soprattutto qualcosa di intimo e personale, non ha alcun senso quel che facevano i cristiani nel medioevo e quel che fanno alcuni islamici oggi, con le conversioni forzate e le persecuzioni. È anche vero che è più facile stimolare l'odio verso il diverso, chi ha un'origine o una religione differente dalla propria è facilmente indicabile come un potenziale nemico, cosa che in molti casi (vedasi i regimi dittatoriali africani come esempio) funge anche da specchietto per le allodole per le popolazioni, una facile scusa per un potere corrotto che si regge principalmente grazie all'odio comune della popolazione verso il nemico. Inoltre il gioco è reso molto facile da chi viene etichettato facilmente come provocatore: è il caso della rivista francese Charlie Hebdo o della pellicola Innocence of Muslims. Questi due casi sono fondamentalmente diversi, nonostante abbiano portato ad un'analoga situazione.

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Camera con vista
Comments: 0 | Views: 48Last Post by: Morris (13/1/2015, 11:36)
 

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