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Wall Of Text, il muro su cui rompersi la testa

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view post Posted on 17/12/2018, 11:56
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Scrivere è qualcosa che fa bene, che può fungere da valvola di sfogo, sia che si pensi ad un pubblico sia che si tratti di qualcosa di privato come un diario. Nel primo caso però propone determinate problematiche sulle quali è un bene soffermarsi un attimo. Partendo dall'assunto che vomitare insulti e sproloqui sui social è qualcosa di evidentemente sbagliato e da evitare, ci sono diverse trappole nelle quali è facile cadere quando si scrive pensando ad un pubblico. Uno dei più comuni è l'autocompiacimento che porta quasi a scrivere tanto per farlo, con una prolissità smisurata che ha un ottimo termine di paragone nell'oratore che ammorba l'uditorio con degli interminabili monologhi. Nel caso dell'oratore è più difficile per il pubblico sottrarsi, solitamente si scivola via usando il passo del granchio o del gambero, e mai in gruppo. Nel caso dello scrittore prolisso è molto più semplice: basta smettere di leggere.
E allora come fare per tenere incollato il lettore? Uno dei trucchi principali sta nel tenerlo sul filo del rasoio, come nella tradizione del romanzo giallo. Perché così gli rimane sempre la curiosità di vedere dove si vuole andare a parare, posto ovviamente che l'argomento in questione lo interessi. Rimane però un problema grande, forse il problema per antonomasia, quello conosciuto come muro di testo o wall of text (da cui l'acronimo WOT, con il quale viene spesso indicato). Si tratta di quel vero e proprio muro di parole, un blocco granitico senza via d'uscita che riesce a scoraggiare anche il lettore più accanito.
Ho già trattato in un articolo precedente sui suggerimenti per la composizione di un articolo, tra cui anche le scappatoie per evitare di creare un WOT, che in quel caso sono sostanzialmente dei trucchi di stile, come l'inserimento di immagini che spezzino un po' il testo e l'utilizzo di frasi brevi e frequenti a capo. Sostanzialmente si tratta di qualcosa di simile al romanzo con capitoli di poche pagine rispetto al romanzo con capitoli lunghi o addirittura completamente privo degli stessi.
Il problema principale del WOT non sta nello stile di scrittura, perché la scrittura può essere molto scorrevole e godibile alla lettura, ma sta principalmente nel come si presenta graficamente. In altre parole bisogna pensare ad una pagina come un quadro o un disegno, nella quale le parole altro non sono che i tratti di pennello o matita. Il che, in buona sostanza, è un bel rompicapo per chi scrive, che non solo deve curare il contenuto di quanto scrive e la sua forma (cioè la correttezza grammaticale in primo luogo), ma anche l'aspetto, che per quanto marginale rischia di inficiare tutto il resto. Un articolo ben scritto che tratta in maniera ottimale un argomento interessante diventa infatti inutile se per la forma in cui è presentato non viene letto da nessuno.
È importante dire, arrivati a questo punto, che una vera soluzione per questo problema, ammesso che ci sia, io non ce l'ho. Insomma, oltre a curare l'argomento in oggetto e la forma scritta, curando molto l'ortografia, in maniera particolare la punteggiatura, non trovo suggerimenti di sorta. A parte la cura del disegno di cui parlavo in precedenza, l'uso di frasi il più semplice possibile, senza periodi troppo complessi. Perché uno scritto ricco di subordinate riesce meno leggibile, specialmente se si utilizza un registro troppo elevato. A prescindere dal pubblico al quale ci si rivolge, è preferibile sempre utilizzare un registro semplice, in modo che riesca accessibile a tutti, anche a chi non è direttamente pensato come destinatario.

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Camera con vista
 
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