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Come scrivere un articolo, i suggerimenti e gli errori comuni

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view post Posted on 12/6/2018, 12:59
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come-scrivere-un-articolo
La scrittura è la forma dialogica più democratica, in quanto non consente la prevaricazione di qualcuno nei confronti di altri, cosa che invece può accadere in un normale dialogo tra persone. Con l'avvento di internet in questo modo è stata data sostanzialmente a tutti la possibilità di esprimere un'opinione, il che mi fa tornare anche in mente la frase di Umberto Eco "I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli. Prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l'invasione degli imbecilli." Ma direi che si tratta del classico rovescio della medaglia.
Però nelle parole di Eco si trova un punto focale, perché un conto e parlare (o chiacchierare al bar), un altro conto è scrivere qualcosa, anche perché, come recita un motto latino, le parole volano, quello che è scritto rimane (per i puristi della lingua, Verba volant, scripta manent). Quindi quando si scrive qualcosa bisognerebbe anche farlo con una certa cognizione di causa (che dovrebbe essere anche una prerogativa assoluta ogni volta che si parla), specie nella stesura di un articolo, che sia un post su un social o su un forum oppure un articolo su un blog o su un giornale. Si trovano in rete diversi articoli sul tema della stesura di un articolo (in particolare relativamente all'articolo per il blog), ma il mio intento è anche quello di analizzare gli errori più comuni, gli errori che secondo la prassi commetterei io e le ragioni delle mie scelte. Si tratta quindi non di tracciare delle vere e proprie linee guida, ma di analizzare delle linee personali.

■ Il punto di partenza, prima di scrivere un articolo, è farsi una domanda: Cosa voglio dai miei utenti? Per questo bisogna avere un'idea chiara degli obiettivi da raggiungere e soprattutto delle persone a cui ci si rivolge. C'è bisogno di capire se il messaggio che vuoi trasmettere sia comprensibile e, ancora più importante, se può essere davvero utile.
C'è però da considerare un altro fatto: a volte la scrittura non è solo una volontà di condividere qualcosa o di essere utile a qualcuno con dei suggerimenti: c'è anche il bisogno di scrivere, una cosa a metà tra la voglia di rendersi utili e una sfida con se stessi ed i propri limiti. È indubbio che anche scrivere aiuta a migliorare le proprie conoscenze. Quindi quanto detto prima è da prendersi in considerazione solo per chi voglia cercare il successo per i suoi testi, non per chi ha come molla primaria il bisogno di scrivere a prescindere da chi leggerà.

■ Il titolo dell'articolo deve essere accattivante, perché è soprattutto quello che spinge a leggere l'articolo, un po' come una bella copertina aiuta a vendere meglio un libro. La base del titolo deve essere una parola chiave intorno a cui ruota tutto l'articolo, e si può poi costruirlo con vari sistemi, molto comuni nei siti di clickbaiting, ossia quelli che guadagnano sulle visite alle proprie pagine ed hanno quindi bisogno di un forte incentivo al click ed alla diffusione di link che rimandino ai propri articoli.
Si può usare un titolo intimidatorio, tipo Credi che il tuo antivirus ti protegga davvero? Oppure un titolo didattico: Come scrivere un articolo, o ancora un titolo che ti elenchi dei trucchi o degli errori nel fare qualcosa: 5 modi per scaldare il cibo più velocemente oppure 10 errori in cucina da evitare.
L'importante è che il titolo sia accattivante e soprattutto lasci aperto uno spiraglio al lettore senza riassumere il contenuto dell'articolo. Un po' come trovare una porta semiaperta, che spinge a sbirciarci dentro, piuttosto di una porta spalancata che non stimola la curiosità.

■ È molto importante tenersi sempre sul pezzo, cercando di mantenere uno stile sintetico e chiaro, senza rimanere troppo asciutti ma evitando concetti superflui. È fondamentale mantenere una scrittura leggibile e chiara, senza periodi troppo complessi, che possano risultare eccessivamente pesanti e quindi spingere l'utente ad abbandonare la lettura.
Purtroppo questo è forse il mio tallone d'Achille. Come molti, tendo alla divagazione e spesso alla digressione, portando così l'analisi fuori dal tema in questione ed appesantendo il testo di appendici che forse potrebbero essere superflue. Il motivo però è presto detto: cerco di mantenere un registro quanto più ampio possibile, ed a volte tendo a divagare eccessivamente perché non do mai nulla per scontato a prescindere. Se devo parlare del serpente e della mela, tendo quanto meno ad accennare per sommi capi la storia dalla creazione del mondo.

■ Altro problema fondamentale di un testo scritto è il cosiddetto WOT, ossia il Wall of text (muro di testo), ossia quella sorta di disorientamento che provoca il trovarsi davanti un articolo molto lungo. Questa sensazione provoca a volta una vera e propria fuga del lettore, che non si sente per nulla invogliato a leggere, un po' come quando in un libro si trovano dei capitoli lunghi decine di pagine.
Per ovviare a questo problema ci sono ovviamente dei piccoli trucchi di stile, come la suddivisione del testo in paragrafi e addirittura l'uso di sottotitoli, un po' come gli articoli per le riviste settimanali o mensili, che, essendo di più ampio respiro, possono risultare troppo lunghi e dispersivi.
Il problema del muro di testo lo sento molto mio, sia perché a volte (da lettore) mi induce a posticipare la lettura di un articolo troppo lungo ad un momento in cui avrò più tempo per farlo, sia perché (da scrivente) a volte mi rendo conto di essere stato eccessivamente prolisso.

■ Un modo per ovviare in parte al problema del muro di testo e rendere più gradevole la lettura del proprio articolo è quello di inserire immagini pertinenti che ne completino la struttura. L'importante è che l'immagine sia complementare al testo e non una sua ridondanza: è inutile descrivere a parole ciò che si vede nell'immagine (torna in mente il classico detto un'immagine vale più di mille parole).
Ci sono però degli inconvenienti per l'uso delle immagini, che molto spesso vengono ignorati: in primo luogo c'è bisogno di uno spazio web su cui caricarle, con il conseguente problema dei costi o dei limiti imposti dalle piattaforme gratuite. Trovare un articolo ben costruito che viene in parte distrutto dall'hosting che ha cancellato l'immagine non è proprio il massimo. Altro inconveniente è quello dei copyright: anche dove non espressamente indicato (e Google se la cava con un semplice l'immagine potrebbe essere soggetta a copyright) potrebbero esserci delle limitazioni all'uso ed alla distribuzione delle immagini. Per ovviare a questo problema ci sono due strade possibili: rimuovere le immagini dopo un certo periodo di tempo quando essa va a completare una notizia (e quando la notizia diventa vecchia l'immagine perde la sua funzione) oppure cercare immagini liberamente distribuibili su apposite piattaforme.

■ Di norma un articolo dovrebbe contenere dei link al suo interno, sia collegamenti ad altre pagine del sito che collegamenti a pagine esterne, in particolare a fonti credibili che in qualche modo possano certificare quanto scritto nell'articolo. Su questo punto però non sono molto d'accordo. Benissimo il link che rimanda ad un'altra pagina del sito (che deve essere assolutamente pertinente), ma il link esterno cerco di evitarlo quanto più possibile. Ed è presto spiegato il perché: il web è un mondo piuttosto liquido, ciò che ha valore oggi potrebbe non averne domani. Il sito che oggi è un riferimento, domani potrebbe non esistere più. E non c'è cosa peggiore a livello SEO di un broken link, ossia di un link non più funzionante o che addirittura porta ad una pagina diversa da quella originale. Detto questo è comunque imprescindibile creditare le proprie fonti: per farlo è molto meglio utilizzare un link testuale (tipo morris.ga) piuttosto che inserire un link che potrebbe smettere di funzionare o reindirizzare a qualche altra parte.

■ Una parte molto importante è anche la conclusione dell'articolo. Perché non si può blaterare all'infinito, ma da qualche parte bisogna pure andare a parare. Arriva il punto fatidico in cui bisogna tirare le somme ed in qualche modo si deve sintetizzare quanto scritto fino a quel momento. Bisogna però tenere presente che l'articolo non è un lemma di un'Enciclopedia che espone dei dati di fatto, ma si tratta sempre e comunque di un'opinione o comunque di un punto di vista. Per questo il finale deve essere in qualche modo aperto, che sia d'esortazione al lettore e lo spinga a seguire gli articoli futuri o addirittura lo induca a commentare. E soprattutto in questo punto che si gioca la fidelizzazione dell'utenza, ed è forse la cosa più difficile da realizzare.

Dopo aver analizzato questi punti è abbastanza palese comprendere come non ci sia un punto di riferimento certo per la stesura di un articolo. Ad ogni suggerimento corrisponde una controindicazione. Peraltro come detto all'inizio queste linee non hanno la pretesa di essere delle linee guida universali, anche se come tali vengono diffuse, ma delle risposte personali ai criteri che vengono generalmente stabiliti nella stesura di un articolo. Che ovviamente possono essere diverse da quelle di chiunque altro.

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